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Data Certa Scrittura Privata: Prova nel Fallimento

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una creditrice contro una società in liquidazione. La decisione ribadisce che la prova della ‘data certa della scrittura privata’ è fondamentale per l’opponibilità del credito alla procedura concorsuale. La Corte sottolinea che la valutazione delle prove, inclusi i ‘fatti ulteriori’ per determinare la data certa, è di competenza esclusiva del giudice di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità.

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Data Certa Scrittura Privata: la Cassazione Ribadisce i Limiti della Prova

Quando un’azienda entra in una procedura di liquidazione, i creditori devono dimostrare in modo inequivocabile i loro diritti. Un elemento chiave in questo processo è la data certa della scrittura privata, ovvero la prova che il documento che fonda il credito sia stato formato prima dell’apertura della procedura. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i rigidi confini della prova ammissibile in questi contesti, sottolineando come la valutazione dei fatti sia di competenza esclusiva dei giudici di merito.

I Fatti di Causa

Una creditrice presentava opposizione allo stato passivo di una società cooperativa in liquidazione coatta amministrativa, sostenendo di vantare un credito di oltre 68.000 euro. Il Tribunale rigettava la sua domanda, ritenendo che la documentazione prodotta non fosse sufficiente a provare né l’esistenza del credito né, soprattutto, la sua anteriorità rispetto alla procedura. In particolare, i documenti come contratti di adesione e certificati finanziari erano privi di una data certa opponibile a terzi e le copie degli assegni non erano sufficienti a dimostrare l’effettivo incasso delle somme da parte della società.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La creditrice si rivolgeva alla Corte di Cassazione, lamentando principalmente due aspetti:

1. Violazione delle norme sulla data certa (Art. 2704 c.c.): Sosteneva di aver fornito prove sufficienti, come contratti e documentazione bancaria, che, nel loro complesso, avrebbero dovuto convincere il giudice della certezza della data e quindi dell’opponibilità del suo credito. A suo dire, il Tribunale aveva esaminato i documenti in modo parziale e erroneo.
2. Violazione delle norme procedurali (Artt. 112 e 183 c.p.c.): Contestava il rigetto della sua richiesta di ordinare alla società liquidanda di esibire i propri estratti conto. Tale documentazione, a suo avviso, avrebbe potuto confermare l’incasso delle somme e provare definitivamente il suo diritto.

L’Analisi della Corte: la Prova della Data Certa della Scrittura Privata

La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo principi consolidati. Sul primo punto, la Corte ha chiarito che il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio dove poter riesaminare le prove. La valutazione se un documento abbia o meno una data certa della scrittura privata è un’indagine di fatto, riservata al prudente apprezzamento del giudice di merito.

L’art. 2704 c.c. permette di provare l’anteriorità di un documento anche attraverso “altri fatti” che la stabiliscano in modo altrettanto certo. Tuttavia, la selezione e l’interpretazione di questi “altri fatti” (come un bonifico collegato a un contratto) rientrano pienamente nel potere discrezionale del giudice di primo e secondo grado. Tentare di ottenere una nuova e più favorevole valutazione delle stesse prove in Cassazione costituisce un motivo inammissibile.

Il Diniego dell’Ordine di Esibizione

Anche il secondo motivo è stato giudicato inammissibile. La Corte ha ricordato che l’ordine di esibizione (art. 210 c.p.c.) è uno strumento istruttorio il cui utilizzo è lasciato alla totale discrezionalità del giudice. Il suo mancato esercizio non può essere motivo di ricorso per cassazione, neppure sotto il profilo del difetto di motivazione. Si tratta di un potere residuale, da usare solo quando la prova non può essere acquisita altrimenti e la richiesta non ha finalità meramente “esplorative”, ovvero volte a cercare prove che la parte stessa avrebbe dovuto fornire.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile perché la ricorrente, di fatto, chiedeva una rivalutazione del merito della causa e delle prove documentali, attività preclusa in sede di legittimità. Le doglianze si infrangevano contro le barriere procedurali che limitano il giudizio della Cassazione al controllo della corretta applicazione del diritto, non a un nuovo esame dei fatti. La decisione si fonda sul principio che la certezza della data di un documento, per essere opponibile al fallimento, deve essere provata rigorosamente, e non può essere desunta da altri documenti che a loro volta ne sono privi. Inoltre, è stato confermato che il rigetto di un’istanza di esibizione, essendo un atto discrezionale del giudice, non è sindacabile in Cassazione.

Le Conclusioni

L’ordinanza offre un’importante lezione pratica per chiunque vanti un credito verso un’impresa in crisi. La documentazione a supporto del credito deve essere impeccabile e, soprattutto, munita di data certa secondo le modalità previste dalla legge (es. registrazione, data del decesso di uno dei firmatari, o altri fatti inequivocabili). Affidarsi a un insieme di indizi o sperare che il giudice ordini alla controparte di produrre le prove mancanti è una strategia processuale debole e rischiosa. Questa pronuncia riafferma la rigidità del sistema probatorio nelle procedure concorsuali e i limiti invalicabili del giudizio di cassazione.

Come si può provare la data certa di una scrittura privata ai sensi dell’art. 2704 c.c.?
La data certa può essere provata non solo con la registrazione dell’atto o con eventi specifici come la morte di uno dei sottoscrittori, ma anche attraverso “un altro fatto che stabilisca in modo egualmente certo l’anteriorità della formazione del documento”. La valutazione di tale fatto è rimessa al prudente apprezzamento del giudice di merito.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove per decidere se un documento ha data certa?
No. La valutazione delle prove documentali e la determinazione della certezza della data sono attività di merito riservate al giudice del primo e del secondo grado. La Corte di Cassazione non può effettuare un nuovo esame delle prove, ma solo verificare la corretta applicazione della legge.

Il giudice è obbligato a ordinare l’esibizione di documenti su richiesta di una parte?
No. L’ordine di esibizione è un potere discrezionale del giudice di merito. Il suo mancato esercizio non è sindacabile in Cassazione, in quanto è uno strumento istruttorio residuale da non utilizzare per finalità esplorative.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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