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Data certa PEC: allegati inclusi nella validità

Un’erede rivendicava la proprietà di alcuni quadri depositati presso una società poi fallita, basando la sua prova su documenti inviati come allegati a una PEC. Inizialmente, la sua richiesta fu respinta perché i documenti non erano nel corpo dell’email. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che la ricevuta di consegna di una Posta Elettronica Certificata fornisce data certa PEC all’intero messaggio, inclusi i suoi allegati. Questo li rende legalmente validi e opponibili a terzi, come il curatore fallimentare, a meno che non vi sia una contestazione specifica e dettagliata sulla loro conformità.

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Data Certa PEC: La Cassazione Conferma il Valore Legale degli Allegati

La Posta Elettronica Certificata (PEC) è uno strumento fondamentale nelle comunicazioni legali e commerciali, soprattutto per la sua capacità di fornire una “data certa”. Con la recente ordinanza n. 8175/2024, la Corte di Cassazione interviene su un punto cruciale: il valore legale dei documenti allegati a un messaggio PEC. La Corte ha stabilito che la data certa PEC si estende non solo al corpo del messaggio, ma anche ai file allegati, consolidando la loro efficacia probatoria nei confronti di terzi, come un curatore fallimentare.

I Fatti del Caso: Una Disputa sulla Proprietà di Opere d’Arte

La vicenda ha origine dalla richiesta di un’erede di rientrare in possesso di 368 dipinti realizzati dal padre. Tali opere erano state lasciate in deposito presso i locali di una società, successivamente dichiarata fallita. Per dimostrare il proprio diritto e l’esistenza di un accordo di deposito anteriore al fallimento, l’erede ha prodotto due scritture private, datate 16 luglio 2014 e 29 aprile 2016. Queste scritture erano state trasmesse alla società tramite PEC, come allegati, proprio per conferire loro una data certa e renderle opponibili a terzi.

La Decisione del Tribunale e i Motivi del Ricorso

Il Tribunale di Alessandria, in prima istanza, aveva respinto la richiesta dell’erede. Secondo i giudici di merito, la semplice allegazione dei documenti al messaggio PEC non era sufficiente a garantirne la data certa. Essi sostenevano che, per ottenere tale risultato, sarebbe stato necessario riprodurre il testo delle scritture private direttamente nel corpo del messaggio di posta certificata. Insoddisfatta della decisione, l’erede ha presentato ricorso in Cassazione, denunciando una violazione e falsa applicazione delle norme in materia di documenti informatici e posta elettronica certificata (d.P.R. n. 68/2005 e d.lgs. n. 82/2005).

Data Certa PEC e Allegati: Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. I giudici supremi hanno chiarito che il tribunale ha commesso un “error in iudicando” interpretando in modo restrittivo la normativa. L’ordinanza si basa su un’analisi dettagliata della disciplina della PEC.

Secondo la normativa vigente (in particolare il d.P.R. n. 68/2005), un “messaggio di posta elettronica certificata” è definito come un documento informatico composto dal testo, dai dati di certificazione e dagli eventuali documenti informatici allegati. La “busta di trasporto” informatica contiene l’intero messaggio, inclusi gli allegati, e viene trasmessa in modo integro e non alterabile.

La ricevuta di avvenuta consegna, che il sistema genera automaticamente, fornisce la prova legale che l’intero messaggio (comprensivo degli allegati) è pervenuto al destinatario in una data e ora precise. Questa ricevuta certifica quindi il momento della consegna, conferendo data certa all’intero contenuto della “busta di trasporto”. Di conseguenza, la Corte ha affermato che i documenti informatici allegati sono parte integrante del messaggio di posta elettronica e, pertanto, beneficiano della stessa data certa.

La Cassazione ha inoltre sottolineato un altro aspetto processuale rilevante: la mancata specifica contestazione da parte del curatore fallimentare. Il curatore si era limitato a contestare genericamente la prova della proprietà, senza mai disconoscere in modo chiaro e circostanziato che le stampe prodotte non fossero conformi ai file originali allegati alla PEC. Ai sensi dell’art. 23 del Codice dell’Amministrazione Digitale (d.lgs. n. 82/2005), le copie su supporto analogico di documenti informatici hanno la stessa efficacia probatoria dell’originale se la loro conformità non è espressamente disconosciuta.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza sulla Data Certa PEC

Questa ordinanza della Corte di Cassazione rappresenta un punto fermo di estrema importanza per l’utilizzo della PEC come strumento per la formazione di prove documentali. Le conclusioni che se ne possono trarre sono chiare:

1. Valore Pieno degli Allegati: Non è necessario inserire il contenuto di un documento nel corpo di una PEC per dargli data certa. L’invio come allegato è pienamente sufficiente, poiché la ricevuta di consegna attesta l’invio e la ricezione dell’intero pacchetto informatico.
2. Opponibilità ai Terzi: La data certa PEC ottenuta tramite la ricevuta di consegna rende l’atto e i suoi allegati opponibili ai terzi, inclusi gli organi di una procedura concorsuale come il curatore fallimentare.
3. Onere della Contestazione: La parte che intende contestare la validità di un documento ricevuto via PEC deve farlo in modo specifico, dettagliando gli elementi che ne inficerebbero la conformità all’originale. Una contestazione generica non è sufficiente a privare il documento della sua efficacia probatoria.

In definitiva, la Corte ha rafforzato la fiducia nella Posta Elettronica Certificata come mezzo sicuro ed efficace per la trasmissione di documenti con valore legale, semplificando le modalità con cui cittadini e imprese possono precostituire prove opponibili in giudizio.

Un allegato a una PEC ha la stessa data certa del messaggio?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, i documenti informatici allegati sono parte integrante del messaggio di posta elettronica certificata. La ricevuta di avvenuta consegna fornisce la prova del momento della consegna dell’intero pacchetto (messaggio e allegati), conferendo così data certa anche ai file allegati.

Per dare data certa a un documento via PEC, è necessario copiare il testo nel corpo dell’email?
No. La Corte ha chiarito che non è necessario riprodurre il testo degli allegati nel corpo del messaggio di posta elettronica. L’invio del documento come semplice allegato è una modalità idonea a renderne certa la data ai fini della sua opponibilità al curatore fallimentare e a terzi.

Come si deve contestare un documento ricevuto via PEC per metterne in dubbio la validità?
La contestazione della conformità all’originale di un documento prodotto in copia (ad esempio, la stampa di un allegato PEC) non può essere generica. Deve essere fatta in modo chiaro e circostanziato, indicando specificamente sia il documento contestato sia gli aspetti per i quali si ritiene che la copia differisca dall’originale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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