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Data certa contratto: opponibile in procedura concorsuale?

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito un principio fondamentale in materia di diritto fallimentare e bancario. Un credito derivante da un conto corrente bancario può essere ammesso al passivo di una procedura concorsuale solo se il contratto originario ha una data certa anteriore all’apertura della procedura stessa. La Corte ha chiarito che i semplici estratti conto non sono sufficienti a provare il credito se il contratto sottostante è privo di tale requisito, in quanto il curatore (o commissario liquidatore) agisce come terzo. Di conseguenza, la prova del credito deve essere fornita mediante la produzione del contratto scritto con data certa, opponibile alla massa dei creditori.

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Data Certa Contratto: Opponibile in Procedura Concorsuale?

La recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio cruciale per le banche e gli intermediari finanziari: la data certa del contratto bancario è un requisito imprescindibile per poter insinuare un credito al passivo di una procedura concorsuale. Questa pronuncia chiarisce che la semplice produzione degli estratti conto non è sufficiente a superare l’eccezione di inopponibilità sollevata dal curatore o dal commissario liquidatore quando il contratto originario ne è sprovvisto. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa: La Controversia sull’Ammissione al Passivo

Il caso trae origine dall’opposizione promossa da un istituto di credito contro il provvedimento con cui il Giudice Delegato di una procedura di liquidazione coatta amministrativa aveva respinto la sua domanda di ammissione al passivo. Il credito vantato dalla banca derivava da tre diversi contratti di conto corrente, due con privilegio ipotecario e uno chirografario.

Il Tribunale di primo grado aveva accolto l’opposizione della banca, ritenendo che gli estratti conto non necessitassero di data certa, in quanto non rappresentano atti negoziali ma mere scritture contabili che documentano l’evoluzione del rapporto. Secondo il giudice di merito, inoltre, la menzione di tali conti in successivi atti pubblici poteva bastare a provare la loro esistenza anteriore all’apertura della procedura.

L’Importanza della Data Certa del Contratto Bancario: Il Ricorso in Cassazione

La società in liquidazione ha impugnato la decisione del Tribunale dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando la violazione dell’art. 2704 del Codice Civile. Secondo la ricorrente, nel procedimento di verifica del passivo, il commissario liquidatore agisce come terzo rispetto ai rapporti posti a base della pretesa creditoria. Di conseguenza, i contratti di conto corrente, per essere opponibili alla procedura, devono necessariamente avere una data certa anteriore all’avvio della liquidazione.

La società ha sostenuto che gli estratti conto, essendo documenti derivati dal contratto principale, non possono avere una valenza probatoria autonoma in assenza di un titolo contrattuale valido e opponibile. Si è contestato, inoltre, che la menzione del contratto in un atto successivo possa sanare il difetto originario di data certa.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando il decreto del Tribunale e rinviando la causa per un nuovo esame. Gli Ermellini hanno riaffermato un principio di diritto ormai consolidato.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha chiarito che, in tema di ammissione al passivo fallimentare di un credito derivante da un saldo negativo di conto corrente, la forma scritta è richiesta ad substantiam, ovvero per la validità stessa del contratto. Questa esigenza di forma implica che la prova del credito non possa essere offerta tramite mezzi diversi dal documento contrattuale stesso, come gli estratti conto.

Il punto centrale della motivazione risiede nel ruolo del curatore (o commissario liquidatore), che rappresenta gli interessi della massa dei creditori ed è considerato un “terzo” rispetto al contratto stipulato tra la banca e l’impresa poi fallita. Per questo motivo, ai sensi dell’art. 2704 c.c., il contratto è opponibile alla procedura solo se munito di data certa anteriore alla sua apertura.

Gli estratti conto, sebbene utili per verificare l’andamento del rapporto, assumono un rilievo solo secondario e non possono supplire alla mancanza del requisito fondamentale della data certa del titolo contrattuale. La Corte ha inoltre precisato che neppure la menzione del contratto di conto corrente in un altro contratto successivo, seppur stipulato per atto pubblico, può soddisfare il requisito della forma scritta ad substantiam e della data certa richiesti per il contratto originario.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale di estrema importanza pratica. Per gli istituti di credito, emerge la necessità di assicurarsi che tutti i contratti bancari siano formalizzati in modo da acquisire data certa (ad esempio, tramite registrazione, scambio di corrispondenza con timbro postale, firma digitale con marcatura temporale). In assenza di questo requisito, il rischio di vedere respinta la propria domanda di ammissione al passivo in caso di insolvenza del cliente è molto elevato. Per i curatori e i commissari liquidatori, la sentenza conferma il dovere di eccepire l’inopponibilità dei contratti privi di data certa, a tutela della par condicio creditorum.

Un estratto conto bancario è sufficiente per provare un credito in una procedura concorsuale?
No, secondo la Corte di Cassazione, l’estratto conto non è sufficiente se il contratto di conto corrente su cui si basa il credito è privo di data certa anteriore all’apertura della procedura, in quanto non è opponibile alla massa dei creditori.

Cosa si intende per ‘data certa’ di un contratto ai fini dell’opponibilità al fallimento?
Significa che la data di formazione del documento deve essere provata con mezzi che la rendono incontestabile da parte di terzi, come la registrazione dell’atto, un timbro postale apposto al momento della spedizione o la firma digitale con marcatura temporale. Questo requisito serve a evitare che vengano creati documenti retrodatati per frodare gli altri creditori.

La menzione di un contratto di conto corrente in un successivo atto pubblico può fornirgli data certa?
No. La Corte ha stabilito che la mera menzione di un contratto in un documento successivo, anche se dotato di data certa come un atto pubblico, non è sufficiente a soddisfare il requisito della forma scritta ad substantiam e della data certa per il contratto originario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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