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Danno da infiltrazioni: il nesso di causa è decisivo

Una società ha citato in giudizio un condominio per un danno da infiltrazioni, attribuendone la causa a un canale di scolo condominiale. La Corte d’Appello ha respinto la richiesta, confermando la decisione di primo grado. La Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) ha dimostrato che la causa più probabile del danno era un difetto di impermeabilizzazione di un lucernaio di proprietà della stessa società danneggiata, escludendo la responsabilità del condominio per assenza del nesso di causa.

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Danno da Infiltrazioni: L’Importanza di Provare il Nesso di Causa

Il danno da infiltrazioni rappresenta una delle controversie più comuni in ambito condominiale e immobiliare. Spesso, la sfida principale non è quantificare il danno, ma identificarne con certezza l’origine e, di conseguenza, il responsabile. Una recente sentenza della Corte d’Appello di Genova offre un’analisi chiara su come il nesso di causalità e il principio del ‘più probabile che non’ siano determinanti per l’esito del giudizio.

I Fatti di Causa: Danni da Infiltrazione in un Immobile Commerciale

Una società, proprietaria di un’unità immobiliare ad uso commerciale, citava in giudizio il condominio per ottenere il risarcimento dei danni subiti a seguito di copiose infiltrazioni d’acqua. Secondo la società, le infiltrazioni erano state causate dalla tracimazione del canale pluviale centrale del tetto, una parte comune dell’edificio.

Il condominio si difendeva, sostenendo che la causa del danno non fosse da ricercare nelle parti comuni, ma in un difetto di impermeabilizzazione di un lucernaio di proprietà esclusiva della società danneggiata.

La Decisione di Primo Grado e i Motivi dell’Appello

Il Tribunale, in prima istanza, aveva respinto la domanda della società, basando la propria decisione sulle conclusioni della Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU). Il consulente aveva ritenuto ‘impossibile’ che l’acqua nel canale pluviale avesse potuto superare il risvolto della guaina e infiltrarsi nella proprietà, indicando come causa più probabile le carenze di impermeabilizzazione del lucernaio.

La società soccombente proponeva appello, lamentando:
1. Un’errata e illogica ricostruzione dei fatti da parte del giudice, che non avrebbe considerato tutte le prove (testimonianze, documenti).
2. L’inattendibilità della CTU, ritenuta parziale e tecnicamente errata.
3. L’ingiusta ripartizione delle spese di lite.

L’Analisi della Corte sul danno da infiltrazioni e la CTU

La Corte d’Appello ha esaminato nel dettaglio le critiche mosse alla CTU, ritenendole infondate. I giudici hanno sottolineato come il consulente avesse condotto un’analisi ricostruttiva rigorosa, seppur a distanza di anni dall’evento. La CTU aveva:
– Acquisito i dati sulle precipitazioni eccezionali di quella notte.
– Calcolato la capacità di smaltimento del canale di scolo, anche nell’ipotesi peggiore (funzionamento di un solo pluviale).
– Concluso, sulla base di calcoli tecnici, che il livello dell’acqua non avrebbe potuto raggiungere un’altezza tale da causare le infiltrazioni lamentate.

Al contrario, l’esame delle fotografie scattate pochi giorni dopo l’evento mostrava un evidente stato di deterioramento della guaina impermeabilizzante attorno al lucernaio della società, compatibile con le infiltrazioni verificatesi.

Le Motivazioni: Il Principio del ‘Più Probabile che Non’

Il cuore della decisione risiede nell’applicazione del principio della ‘preponderanza dell’evidenza’ o ‘del più probabile che non’. La Corte ha ribadito che, nel processo civile, chi agisce per il risarcimento del danno ha l’onere di provare il nesso di causalità tra la cosa in custodia del convenuto (il canale condominiale) e il danno subito. Non è sufficiente che una causa sia semplicemente ‘possibile’.

Il giudice, di fronte a più ipotesi alternative, deve stabilire quale sia la più probabile. In questo caso, la CTU aveva non solo escluso la probabilità della tracimazione del canale, ma aveva anche individuato una causa alternativa e molto più probabile: il difetto del lucernaio di proprietà dell’appellante. La presenza di questa spiegazione alternativa, supportata da prove tecniche, ha reso impossibile accogliere la domanda di risarcimento.

La Corte ha inoltre respinto la richiesta di rinnovare la CTU, poiché gli accertamenti originari erano stati esaustivi e lo stato dei luoghi, a distanza di otto anni, era mutato, rendendo inutile una nuova perizia.

Le Conclusioni: La Prova del Nesso Causale è a Carico del Danneggiato

La sentenza conferma un principio fondamentale in materia di responsabilità per danno da infiltrazioni: il danneggiato deve fornire la prova rigorosa del nesso causale. Non basta lamentare un danno e indicare un possibile colpevole. È necessario dimostrare, secondo un criterio di probabilità logica, che la causa del danno risiede proprio in un bene di cui è custode il convenuto.

Se le prove, e in particolare una CTU ben motivata, indicano che la causa più probabile del danno è da attribuirsi a un elemento di proprietà dello stesso danneggiato, la domanda di risarcimento non può che essere respinta. La Corte ha quindi rigettato l’appello, confermando la sentenza di primo grado e condannando la società appellante al pagamento delle ulteriori spese legali.

Chi deve provare la causa di un danno da infiltrazioni in un condominio?
La persona che subisce il danno e chiede il risarcimento ha l’onere di provare il nesso di causalità, cioè che l’infiltrazione proviene da una parte comune dell’edificio (o comunque di proprietà del convenuto) e non da un’altra fonte.

Quale criterio usa il giudice civile per decidere se la prova è stata raggiunta?
Il giudice utilizza il criterio della ‘preponderanza dell’evidenza’ o del ‘più probabile che non’. Non è richiesta la certezza assoluta, ma il danneggiato deve dimostrare che la sua versione dei fatti è più probabile di qualsiasi altra spiegazione alternativa.

Se una perizia tecnica (CTU) individua la causa più probabile in un difetto della proprietà del danneggiato, cosa succede?
Se la CTU, ritenuta attendibile dal giudice, conclude che la causa più probabile del danno da infiltrazioni risiede in un elemento di proprietà del danneggiato (come un lucernaio difettoso), la domanda di risarcimento contro il condominio viene respinta per mancanza di prova del nesso causale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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