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Danno da deterioramento: non coperto da penale per ritardo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16345/2024, ha chiarito che il danno da deterioramento di un bene è distinto e autonomo rispetto al danno da ritardo nella consegna. Di conseguenza, una clausola penale che sanziona il ritardo non copre anche il deterioramento. Inoltre, una precedente sentenza sul ritardo non preclude un’azione successiva per il risarcimento del danno da deterioramento, il cui termine di prescrizione decorre dal momento in cui l’acquirente, presa in consegna l’azienda, può effettivamente constatare il degrado.

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Danno da Deterioramento e Ritardo nella Consegna: Due Facce della Stessa Medaglia?

Nell’ambito di un contratto di compravendita, cosa succede se il bene viene consegnato in ritardo e, per di più, in condizioni peggiori rispetto al momento dell’accordo? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato proprio questa complessa situazione, chiarendo la netta distinzione tra il danno da deterioramento e il danno da semplice ritardo. Questa decisione offre importanti spunti sulla portata delle clausole penali e sui limiti del giudicato, fornendo una guida preziosa per venditori e acquirenti.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dalla vendita di un’azienda agricola, formalizzata con una scrittura privata. Il contratto prevedeva il pagamento di un prezzo cospicuo e fissava un termine essenziale per la consegna del bene. Era inoltre inclusa una clausola penale che stabiliva un indennizzo forfettario a favore dell’acquirente in caso di mancata consegna entro la data pattuita.

La società venditrice non rispettava il termine di consegna. L’acquirente, di conseguenza, tratteneva dal saldo del prezzo l’importo previsto dalla penale. Ne scaturiva una prima controversia legale, incentrata sull’inadempimento relativo al ritardo. Anni dopo, una volta ottenuto il possesso dell’azienda, l’acquirente avviava una nuova causa, questa volta chiedendo un ingente risarcimento per il danno da deterioramento subito dall’azienda agricola durante il lungo periodo intercorso tra la stipula del contratto e l’effettiva consegna.

Il Principio Distintivo: Obbligo di Consegna e Obbligo di Custodia

Il cuore della controversia, giunta fino alla Corte di Cassazione, ruotava attorno a tre questioni principali:
1. La clausola penale per il ritardo copriva anche il danno da deterioramento?
2. La precedente sentenza sul ritardo impediva (per effetto del giudicato) di agire per il deterioramento?
3. Da quando iniziava a decorrere la prescrizione per il danno da degrado?

La Corte ha stabilito una distinzione fondamentale tra l’obbligazione principale di consegnare il bene entro un termine e l’obbligazione accessoria, ma distinta, di custodirlo e mantenerlo in buono stato fino alla consegna, come sancito dall’art. 1177 c.c. Un bene può essere consegnato in ritardo ma in perfette condizioni, oppure puntualmente ma deteriorato. Sono due inadempimenti diversi che ledono interessi giuridici differenti.

Analisi del Danno da Deterioramento e la Decisione della Corte

Sulla base di questa distinzione, la Cassazione ha rigettato tutti i motivi di ricorso della società venditrice. In primo luogo, ha affermato che la clausola penale, così come formulata, era specificamente legata al solo ‘mancato adempimento nel termine essenziale della consegna’. Pertanto, essa liquidava forfettariamente solo il danno derivante dal ritardo, non quello, diverso e ulteriore, causato dalla mancata manutenzione e dal degrado del complesso aziendale.

In secondo luogo, la Corte ha escluso che la precedente sentenza sul ritardo avesse effetto di giudicato sulla nuova domanda. Essendo il danno da deterioramento fondato sulla violazione dell’obbligo di custodia (e non di consegna tempestiva), esso costituisce una causa petendi (ragione della domanda) diversa, che non era stata trattata nel primo giudizio. Infine, è stato chiarito che il termine di prescrizione per l’azione di risarcimento del danno da degrado non decorre dalla data in cui la consegna sarebbe dovuta avvenire, ma dal momento in cui l’acquirente ha conseguito il possesso del bene. Solo da quel momento, infatti, egli ha la concreta possibilità di verificare lo stato del bene e percepire l’esistenza e l’entità del danno subito.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione sottolineando la dualità degli obblighi del venditore. L’obbligo di consegnare tempestivamente è distinto da quello di custodire il bene con la diligenza del buon padre di famiglia fino al momento del trasferimento del possesso. La violazione del primo genera un danno da ritardo, mentre la violazione del secondo provoca un danno da deterioramento. Quest’ultimo rappresenta un danno emergente che non può essere confuso con il lucro cessante derivante dal mancato godimento del bene nel periodo di ritardo. La clausola penale, se non diversamente specificato, si riferisce unicamente all’inadempimento per cui è stata pattuita, in questo caso il ritardo. Pertanto, l’azione per il risarcimento del danno da degrado rimane autonoma e non è preclusa né dalla penale né da un precedente giudicato sul ritardo.

Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio di fondamentale importanza pratica: il venditore ha il dovere non solo di rispettare i tempi di consegna, ma anche di preservare l’integrità materiale e funzionale del bene venduto fino a quel momento. L’acquirente, d’altro canto, ha diritto a ricevere il bene nello stesso stato in cui si trovava al momento della conclusione del contratto. Qualora il bene venga consegnato in uno stato di degrado, l’acquirente può agire per ottenere il risarcimento del danno, anche se era stata prevista una penale per il semplice ritardo e anche se si era già svolto un giudizio su quest’ultimo. Questa decisione rafforza la tutela dell’acquirente, garantendo che possa ottenere pieno ristoro per tutti i pregiudizi subiti a causa dell’inadempimento del venditore.

Una clausola penale per il ritardo nella consegna copre anche i danni da deterioramento del bene?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la clausola penale copre solo il danno per cui è stata espressamente pattuita, in questo caso il ritardo. Il danno da deterioramento deriva dalla violazione di un’obbligazione distinta (quella di custodia) e richiede un’azione di risarcimento separata, a meno che il contratto non preveda esplicitamente il contrario.

Una precedente sentenza che ha deciso solo sul ritardo nella consegna impedisce di fare una nuova causa per il danno da deterioramento?
No. Poiché il danno da ritardo e il danno da deterioramento si basano sulla violazione di obblighi diversi (consegna tempestiva vs. custodia), la domanda di risarcimento per il deterioramento ha una causa giuridica differente. Pertanto, una sentenza passata in giudicato sul ritardo non preclude una nuova e autonoma azione per il degrado del bene.

Da quando inizia a decorrere il termine di prescrizione per chiedere il risarcimento del danno da deterioramento?
Il termine di prescrizione decorre non dalla data in cui la consegna era prevista, ma dal momento in cui l’acquirente ottiene la materiale disponibilità del bene. Solo da quel momento, infatti, può concretamente accertare lo stato del bene e avere piena conoscenza del danno subito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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