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Credito prededucibile: sì anche senza concordato aperto

Una società di servizi ha ottenuto il riconoscimento del suo credito come prededucibile nei confronti di un’impresa in amministrazione straordinaria. Il credito era sorto nel periodo successivo alla presentazione di una domanda di concordato preventivo “con riserva” da parte dell’impresa, ma prima dell’effettiva apertura della procedura, che di fatto non è mai avvenuta. L’impresa debitrice ha contestato la prededuzione, sostenendo la mancanza di un nesso funzionale con una procedura mai iniziata. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che il credito prededucibile previsto dall’art. 161, comma 7, della Legge Fallimentare ha natura “legale” e non “funzionale”. La sua finalità è tutelare la continuità aziendale, garantendo i fornitori che continuano a operare con l’impresa in crisi, a prescindere dall’esito della domanda di concordato.

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Credito Prededucibile: Sì Anche Senza un Concordato Aperto

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito un principio cruciale per la tutela dei creditori e la continuità aziendale delle imprese in crisi. Un credito prededucibile sorto dopo la domanda di concordato “con riserva” mantiene la sua priorità di pagamento anche se la procedura concorsuale non viene mai effettivamente aperta. Questa decisione chiarisce la distinzione fondamentale tra prededuzione “legale” e “funzionale”, offrendo maggiori garanzie a chi continua a fornire beni e servizi a un’impresa in difficoltà.

I Fatti del Caso: Una Fornitura nel Limbo del Pre-Concordato

Una società fornitrice si era vista negare dal Giudice Delegato l’ammissione in prededuzione del proprio credito verso un’impresa successivamente finita in amministrazione straordinaria. Il credito, di quasi 400.000 euro, era maturato in un periodo molto delicato: dopo che l’impresa debitrice aveva depositato in tribunale una domanda di “concordato preventivo con riserva”, ma prima che la stessa venisse ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria. Il Giudice aveva ritenuto il credito non prededucibile perché sorto prima della procedura concorsuale definitiva e perché non sembrava aver apportato un’utilità manifesta alla massa dei creditori.

Tuttavia, il Tribunale, in sede di opposizione, aveva ribaltato la decisione. Aveva riconosciuto la natura prededucibile del credito sulla base dell’art. 161, comma 7, della Legge Fallimentare, che qualifica come tali i crediti derivanti da atti legalmente compiuti dal debitore nel periodo tra la pubblicazione della domanda di concordato e il decreto di ammissione alla procedura.

La Questione del Credito Prededucibile: Legale vs. Funzionale

L’impresa debitrice, non accettando la decisione, ha proposto ricorso in Cassazione. La sua tesi si basava su un punto centrale: poiché il piano di concordato non era mai stato presentato e la procedura mai aperta, mancava il cosiddetto “nesso di funzionalità”. In altre parole, secondo la ricorrente, il credito non poteva essere considerato prioritario perché non era funzionale a una procedura concorsuale di fatto mai esistita.

Questa argomentazione confonde due tipi diversi di prededuzione previsti dalla legge:

1. Prededuzione Funzionale (art. 111 L.F.): Riguarda i crediti sorti “in occasione o in funzione” di una procedura concorsuale. Si tratta, ad esempio, dei compensi per i professionisti che gestiscono la procedura o dei debiti contratti per portare a termine la liquidazione. Qui il nesso di funzionalità è essenziale.
2. Prededuzione Legale (art. 161, comma 7, L.F.): È una qualifica che la legge attribuisce a priori a determinati crediti. Nello specifico, a quelli sorti per atti legalmente compiuti dal debitore dopo la presentazione della domanda di concordato. Lo scopo non è agevolare la procedura, ma tutelare la continuità aziendale.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando in toto l’impostazione del Tribunale. I giudici hanno chiarito che la prededuzione prevista dall’art. 161, comma 7, L.F. è una fattispecie autonoma, di fonte legale, il cui scopo è ben diverso da quello della prededuzione funzionale.

La norma è posta a tutela della “continuità gestoria”. Quando un’impresa deposita una domanda di concordato, anche se con riserva, lancia un segnale di crisi al mercato. Per evitare che fornitori, clienti e partner commerciali la abbandonino immediatamente, paralizzandone l’attività e compromettendo ogni possibilità di risanamento, la legge offre una garanzia forte: i crediti che matureranno da quel momento in poi, per atti di normale gestione, saranno pagati con priorità in qualsiasi procedura concorsuale successiva.

La Corte ha sottolineato che questa tutela prescinde dall’esito della domanda di concordato. È irrilevante che la procedura venga poi aperta o, come in questo caso, sostituita da un’amministrazione straordinaria. Ciò che conta è che il creditore abbia legittimamente confidato nella protezione offerta dalla legge per continuare a intrattenere rapporti commerciali con l’impresa in un momento di grande incertezza. Confondere questa fattispecie con quella funzionale, richiedendo un collegamento con gli scopi di una procedura mai avviata, significherebbe vanificare la ratio della norma.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

La pronuncia consolida un principio di fondamentale importanza pratica. Le imprese che forniscono beni o servizi a una società che ha depositato domanda di concordato con riserva possono contare su una solida garanzia di pagamento. Il loro credito prededucibile non è subordinato all’effettiva apertura della procedura, ma nasce dalla necessità di proteggere la continuità operativa dell’azienda in crisi. Questa certezza giuridica incentiva i terzi a non interrompere le relazioni commerciali, offrendo all’imprenditore in difficoltà una reale possibilità di ristrutturare il debito e, potenzialmente, di salvare l’azienda. In sintesi, la prededuzione legale agisce come uno scudo per la gestione corrente, essenziale per la sopravvivenza stessa dell’impresa.

Un credito sorto dopo la domanda di concordato “con riserva” è prededucibile anche se la procedura di concordato non viene mai aperta?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la prededuzione prevista dall’art. 161, comma 7, L.F. è di fonte legale e mira a tutelare la continuità aziendale. Pertanto, è valida indipendentemente dal fatto che la procedura di concordato venga poi effettivamente aperta o meno.

Qual è la differenza tra prededuzione “funzionale” (art. 111 L.F.) e prededuzione “legale” (art. 161, comma 7, L.F.)?
La prededuzione “funzionale” richiede un collegamento diretto (nesso di funzionalità) con gli scopi di una procedura concorsuale già in corso. La prededuzione “legale”, invece, è una qualifica attribuita dalla legge a priori a certi crediti, come quelli sorti per la gestione ordinaria dopo la domanda di concordato, al fine di garantire la continuità aziendale e non l’esito della procedura.

Perché la legge tutela i crediti sorti nel periodo di “pre-concordato”?
La legge li tutela per evitare che l’annuncio dello stato di crisi, dato con il deposito della domanda di concordato, provochi un immediato allontanamento di fornitori e partner commerciali. Garantendo la priorità nel pagamento (prededuzione), si incentiva la prosecuzione dei rapporti commerciali, fondamentale per qualsiasi tentativo di risanamento dell’impresa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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