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Crediti società cancellata: la parola alle Sezioni Unite

Ex soci di una società cancellata agiscono per un credito non inserito nel bilancio di liquidazione. La Corte d’Appello rigetta la domanda, presumendo la rinuncia. La Cassazione, rilevando un contrasto giurisprudenziale sul tema dei crediti società cancellata, sospende il giudizio e rimette la questione alle Sezioni Unite per una decisione definitiva.

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Crediti società cancellata: la Cassazione attende le Sezioni Unite

Cosa succede ai crediti società cancellata se non vengono inseriti nel bilancio finale di liquidazione? Si considerano automaticamente rinunciati dagli ex soci? Questa è la domanda cruciale al centro di una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione, che ha deciso di sospendere un giudizio in attesa di un intervento chiarificatore delle Sezioni Unite. La questione ha implicazioni significative per migliaia di imprenditori e professionisti che si trovano a gestire la fase finale della vita di una società.

I Fatti di Causa

Due persone avevano citato in giudizio una compagnia assicurativa e i suoi collaboratori, sostenendo di aver versato 70.000 euro per la stipula di una polizza, somma che sarebbe stata indebitamente trattenuta da uno dei collaboratori per scopi personali. Sia in primo grado che in appello, la loro richiesta di rimborso è stata respinta. La ragione? Il pagamento non proveniva direttamente da loro, ma da una società di persone di cui erano soci. Tale società, tuttavia, era stata cancellata dal registro delle imprese alcuni anni prima, a seguito della cessazione dell’attività. Poiché il credito vantato non era stato inserito nel bilancio finale di liquidazione, la Corte d’Appello ha ritenuto che si dovesse presumere una rinuncia tacita da parte degli ex soci, al fine di accelerare la chiusura della società.

La Tesi della Corte d’Appello

Secondo i giudici di secondo grado, quando un credito incerto e illiquido non viene menzionato nel bilancio finale di liquidazione, si presume che i soci abbiano implicitamente rinunciato a perseguirlo. La successione dei soci nei diritti della società estinta non opererebbe per quelle che vengono definite “mere pretese”, che richiederebbero un’ulteriore attività giudiziale o stragiudiziale non svolta dal liquidatore. L’onere di provare il contrario, secondo questa interpretazione, ricadrebbe sugli ex soci.

La Questione Giuridica sui Crediti Società Cancellata

Insoddisfatti della decisione, gli ex soci hanno presentato ricorso in Cassazione. Il motivo principale del ricorso verte sulla presunta violazione delle norme del codice civile (artt. 2490, 2495 e 2697) relative agli effetti della cancellazione della società e alla successione dei soci. Il nodo del contendere è proprio la configurabilità di una presunzione di rinuncia per i crediti società cancellata non inclusi nel bilancio finale. Esiste davvero una regola non scritta secondo cui “ciò che non è in bilancio è rinunciato”? O i soci subentrano comunque in tutti i rapporti giuridici, anche quelli incerti o contestati?

La Decisione della Corte di Cassazione

La Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha scelto una via prudenziale. Anziché decidere il caso, ha preso atto che sulla questione esiste un profondo contrasto giurisprudenziale. Proprio per dirimere questo conflitto, un’altra sezione della Corte aveva recentemente rimesso una questione identica al giudizio delle Sezioni Unite. Per evitare decisioni potenzialmente contrastanti e per garantire l’uniformità del diritto, la Corte ha quindi deciso di disporre il “rinvio a nuovo ruolo” della causa, in attesa che le Sezioni Unite si pronuncino in via definitiva sul tema dei crediti società cancellata.

Le Motivazioni

La motivazione alla base della decisione è di natura prettamente processuale e mira a garantire la certezza del diritto. La Corte ha rilevato che la risoluzione del caso dipende interamente dalla soluzione che verrà data al contrasto giurisprudenziale sulla presunzione di rinuncia ai crediti illiquidi. Poiché le Sezioni Unite sono state investite del compito di risolvere tale contrasto, attendere la loro decisione è la scelta più logica e corretta. Questa scelta impedisce la formazione di giudicati contrastanti sulla stessa materia e assicura che la decisione finale sia allineata con l’interpretazione più autorevole della legge.

Le Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria lascia la questione aperta, ma segnala un momento di cruciale importanza per il diritto societario. La futura decisione delle Sezioni Unite avrà un impatto determinante sul destino dei diritti e dei crediti che “emergono” o che non sono stati definiti al momento della cancellazione di una società. Verrà stabilito un principio chiaro: o si confermerà la presunzione di rinuncia, ponendo un onere probatorio gravoso sugli ex soci, oppure si affermerà il principio generale della successione dei soci in tutti i rapporti attivi e passivi, anche quelli incerti, facilitando il recupero di tali crediti. Per ora, chi si trova in una situazione simile dovrà attendere, con la consapevolezza che il massimo organo della giurisprudenza italiana sta per tracciare una linea guida definitiva.

Perché la richiesta di rimborso degli ex soci è stata inizialmente respinta?
La richiesta è stata respinta perché il pagamento era stato effettuato da una società di persone, di cui loro erano soci, che è stata successivamente cancellata dal registro delle imprese. Il credito non era stato inserito nel bilancio finale di liquidazione, portando i giudici di merito a presumere una rinuncia tacita.

Qual è il principale problema giuridico sollevato davanti alla Cassazione?
Il problema giuridico è se la mancata inclusione di un credito incerto e illiquido nel bilancio finale di liquidazione di una società cancellata comporti una presunzione di rinuncia a tale credito da parte degli ex soci.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione con questa ordinanza?
La Corte di Cassazione non ha deciso il merito della causa, ma ha disposto il rinvio a nuovo ruolo, ovvero ha sospeso il giudizio. Ha preso questa decisione perché un’identica questione è stata rimessa alle Sezioni Unite per risolvere un contrasto giurisprudenziale, e la Corte intende attendere tale pronuncia per garantire una decisione uniforme.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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