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Crediti società cancellata: la guida della Cassazione

Una banca si opponeva a un precetto notificato dai soci di una società estinta per un credito della stessa. La Cassazione ha accolto il ricorso della banca, stabilendo che i crediti società cancellata non si trasferiscono automaticamente ai soci. È necessario verificare se il credito è certo, liquido e se era incluso nel bilancio di liquidazione, altrimenti si presume rinunciato.

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Crediti società cancellata: quando si trasferiscono ai soci? La Sentenza 4971/2024

La cancellazione di una società dal registro delle imprese segna la sua fine legale, ma cosa accade ai suoi rapporti giuridici, in particolare ai crediti non ancora riscossi? La questione dei crediti società cancellata è cruciale e la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4971 del 26 febbraio 2024, è tornata a fare chiarezza, delineando i precisi confini del fenomeno successorio che si instaura tra la società estinta e i suoi ex soci.

Il caso: un precetto notificato dai soci di una società estinta

Una società a responsabilità limitata, dopo aver ottenuto una sentenza di condanna al pagamento di oltre 250.000 euro nei confronti di un istituto bancario, veniva cancellata dal registro delle imprese. Successivamente, i soci e fideiussori della società estinta notificavano un atto di precetto alla banca per riscuotere la somma stabilita dalla sentenza.

La banca si opponeva all’esecuzione, sostenendo che i soci non avessero la legittimazione a procedere. Secondo l’istituto di credito, con la cancellazione della società, il credito non si era automaticamente trasferito in capo a loro.

La decisione dei giudici di merito

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello davano torto alla banca. I giudici di merito ritenevano che i soci, in qualità di successori della società estinta, fossero pienamente legittimati a richiedere il pagamento del credito. Questa interpretazione si basava su una presunzione di trasferibilità automatica dei rapporti giuridici dalla società ai soci.

I limiti al trasferimento dei crediti società cancellata secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha ribaltato la decisione, accogliendo il ricorso della banca. Il punto centrale della sentenza è il richiamo ai principi stabiliti dalle Sezioni Unite nel 2013 (sent. n. 6070). La Cassazione ha specificato che la successione dei soci nei rapporti societari non è assoluta e incondizionata, soprattutto per quanto riguarda i crediti società cancellata.

La distinzione fondamentale: crediti certi e mere pretese

Secondo gli Ermellini, dopo la cancellazione, si trasferiscono ai soci solo i diritti e i beni già inclusi nel bilancio finale di liquidazione. Per i crediti non compresi in tale bilancio, la trasferibilità è ammessa solo se si tratta di crediti certi e liquidi.
Al contrario, le ‘mere pretese’ o i crediti ancora incerti, illiquidi, o che richiederebbero un’ulteriore attività giudiziale per essere accertati, non si trasferiscono. Il mancato espletamento di tale attività da parte del liquidatore prima della cancellazione viene interpretato come una rinuncia a quel credito, fatta in favore di una più rapida estinzione della società.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha censurato la decisione d’appello perché i giudici si erano limitati a presumere la trasferibilità del credito ai soci senza compiere alcuna verifica concreta. Non era stato accertato se il credito fosse stato inserito nel bilancio di liquidazione o se, in assenza di questo, avesse le caratteristiche di certezza e liquidità necessarie per la successione. Anzi, nel caso specifico, la società era stata cancellata d’ufficio per il mancato deposito dei bilanci per tre anni consecutivi, un fatto che rendeva ancora più necessario un accertamento rigoroso sulla natura del credito.
In sostanza, la Corte d’Appello ha errato nel non applicare correttamente il principio secondo cui non tutti i rapporti attivi sopravvivono all’estinzione della società. La successione dei soci è un’eccezione che deve essere provata e non può essere presunta.

Le conclusioni: la pronuncia della Cassazione

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello di Bari, in diversa composizione, affinché riesamini il caso attenendosi ai principi enunciati. Il nuovo giudice dovrà verificare concretamente se il credito vantato dai soci avesse i requisiti di certezza e liquidità per potersi considerare trasferito a loro seguito della cancellazione della società, o se, al contrario, dovesse essere considerato come una mera pretesa a cui la società aveva rinunciato.

Alla cancellazione di una società, i suoi crediti passano automaticamente ai soci?
No, non automaticamente. Secondo la sentenza, si trasferiscono ai soci solo i diritti e i beni compresi nel bilancio di liquidazione o, in alternativa, i crediti certi e liquidi. Per le mere pretese o i crediti incerti, si presume la rinuncia da parte della società.

Cosa succede ai crediti incerti o non liquidi di una società cancellata?
I crediti incerti, illiquidi, o che richiederebbero ulteriore attività per essere accertati e riscossi, non si trasferiscono ai soci. Si considerano implicitamente rinunciati dalla società al momento della sua estinzione, per consentire una più rapida chiusura della procedura di liquidazione.

Chi deve dimostrare che un credito si è effettivamente trasferito ai soci dopo la cancellazione della società?
L’onere di dimostrare che il credito si è trasferito spetta ai soci che agiscono per la riscossione. Essi devono provare che il credito era inserito nel bilancio di liquidazione o che, in ogni caso, era certo e liquido al momento della cancellazione della società. Non è sufficiente una semplice presunzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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