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Crediti prededucibili: no dopo l’omologa del concordato

Una società fornitrice ha richiesto l’ammissione in prededuzione di un credito per merci vendute a un’altra impresa dopo l’omologazione del suo concordato preventivo in continuità. A seguito del fallimento di quest’ultima, sia il Tribunale che la Corte di Cassazione hanno respinto la richiesta. La Suprema Corte ha chiarito che i crediti prededucibili sono solo quelli sorti durante la procedura concorsuale, che si conclude con il decreto di omologazione. I crediti successivi, sorti nella fase esecutiva, non sono considerati ‘funzionali’ alla procedura stessa e vengono quindi ammessi solo come chirografari.

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Crediti Prededucibili: Stop dopo l’Omologa del Concordato Preventivo

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito un principio cruciale in materia di crediti prededucibili nel contesto delle crisi d’impresa. I crediti sorti per forniture effettuate dopo l’omologazione di un concordato preventivo in continuità non godono della prededuzione nel successivo fallimento dell’impresa. Questa decisione, allineandosi a un orientamento consolidato dalle Sezioni Unite, delimita nettamente il perimetro temporale e funzionale della procedura concorsuale, con importanti conseguenze per i fornitori.

I Fatti di Causa

Una società fornitrice aveva intrattenuto rapporti commerciali con un’altra impresa, la quale aveva ottenuto l’omologazione di un concordato preventivo in continuità aziendale. Le forniture in questione erano state effettuate proprio dopo tale omologazione, nella fase in cui l’impresa in concordato tentava di eseguire il piano di risanamento. Purtroppo, il piano non è stato adempiuto e la società è stata dichiarata fallita.

La società fornitrice ha quindi presentato domanda di insinuazione al passivo del fallimento, chiedendo che il proprio credito, pari a oltre 73.000 euro, fosse ammesso in prededuzione. Il giudice delegato, tuttavia, ha collocato l’intero credito in chirografo, negandone la natura privilegiata. La fornitrice ha proposto opposizione, ma il Tribunale ha confermato la decisione, spingendola a ricorrere in Cassazione.

La Decisione della Corte sui crediti prededucibili

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società fornitrice, confermando la decisione del Tribunale. Il punto centrale della controversia era stabilire se i crediti sorti nella fase di esecuzione del concordato, ovvero dopo il decreto di omologazione, potessero essere considerati sorti ‘in funzione’ o ‘in occasione’ della procedura concorsuale, presupposti richiesti dall’art. 111 della Legge Fallimentare per il riconoscimento della prededuzione.

La Corte ha chiarito che, secondo l’orientamento ormai consolidato, la procedura di concordato preventivo si chiude formalmente con il decreto di omologazione (art. 181 Legge Fallimentare). Di conseguenza, ogni obbligazione sorta successivamente a tale momento non può essere considerata funzionale alla procedura stessa, ma rientra nell’ordinaria gestione dell’impresa che, sebbene sotto vigilanza, ha riacquistato la sua autonomia gestionale per dare esecuzione al piano.

Le Motivazioni

La Suprema Corte fonda la sua decisione su un’interpretazione rigorosa dei concetti di ‘occasionalità’ e ‘funzionalità’ dei crediti prededucibili, come delineati dalle Sezioni Unite (sentenza n. 42093/2021). Per essere prededucibile, un credito deve essere sorto o prima dell’apertura della procedura (come nel caso dei professionisti che redigono il piano) o durante il suo svolgimento, tipicamente per atti compiuti dagli organi della procedura.

La fase successiva all’omologazione, pur essendo finalizzata all’adempimento del concordato, non è più ‘procedura concorsuale’ in senso stretto. I rapporti che l’imprenditore intrattiene con i terzi, come i fornitori, sono atti di gestione ordinaria. Ammettere la prededuzione per tali crediti significherebbe estendere indefinitamente il privilegio a discapito della par condicio creditorum, creando un’incertezza inaccettabile.

La Corte ha specificato che l’unica eccezione prevista dalla legge per la prededuzione nella fase esecutiva riguarda i finanziamenti specificamente autorizzati ai sensi dell’art. 182-quater della Legge Fallimentare, una fattispecie non applicabile al caso di specie.

Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un principio di diritto di fondamentale importanza pratica. I fornitori e i partner commerciali che trattano con un’impresa dopo l’omologazione del suo concordato preventivo devono essere consapevoli che i loro crediti non saranno automaticamente prededucibili in caso di successivo fallimento. Questa regola impone una maggiore cautela e un’attenta valutazione del rischio di credito, poiché, in caso di insuccesso del piano, essi concorreranno con gli altri creditori chirografari, con probabilità di recupero del credito significativamente inferiori. La decisione rafforza la certezza del diritto, tracciando una linea netta tra la fase procedurale e quella puramente esecutiva del concordato.

Un credito per una fornitura effettuata dopo l’omologazione di un concordato preventivo è prededucibile nel successivo fallimento?
No. Secondo la Corte di Cassazione, i crediti sorti dopo il decreto di omologazione non sono prededucibili perché la procedura concorsuale si considera formalmente conclusa con tale atto. Pertanto, il credito viene ammesso al passivo come chirografario.

Quando termina, secondo la legge, la procedura di concordato preventivo?
La procedura di concordato preventivo si chiude con il decreto di omologazione, come stabilito dall’art. 181 della Legge Fallimentare. La fase successiva è quella di esecuzione del piano, che non fa più parte della procedura concorsuale in senso stretto.

Perché i crediti sorti durante l’esecuzione del concordato non sono considerati ‘funzionali’ alla procedura?
Non sono considerati ‘funzionali’ perché sorgono in un momento in cui la procedura è già formalmente chiusa. Essi derivano dall’ordinaria attività d’impresa, sebbene finalizzata ad adempiere al piano, e non da atti degli organi della procedura concorsuale. Ammetterli in prededuzione creerebbe una categoria di crediti privilegiati non prevista specificamente dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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