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Crediti prededucibili e tasso di interesse: la Cassazione

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha stabilito che gli interessi sui crediti prededucibili, sorti nell’ambito di una procedura di amministrazione straordinaria, maturano fino al completo pagamento e al tasso di interesse pattuito tra le parti (convenzionale), e non a quello legale. La controversia vedeva un istituto di credito opporsi a una società in amministrazione straordinaria. La Corte ha chiarito che, in assenza di una lacuna normativa, si applica la regola generale dell’art. 1284 c.c., respingendo l’applicazione analogica delle norme sui crediti privilegiati. Questa decisione rafforza la tutela dei crediti sorti per sostenere le procedure concorsuali.

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Crediti Prededucibili: Tasso Convenzionale o Legale? La Cassazione Fa Chiarezza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato una questione cruciale nel diritto fallimentare: quale tasso di interesse si applica ai crediti prededucibili nel corso di una procedura concorsuale? La risposta della Corte è netta e destinata a orientare le future controversie: si applica il tasso pattuito tra le parti, non quello legale. Questa decisione ha implicazioni significative per banche, fornitori e professionisti che operano con aziende in crisi.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dall’opposizione promossa da un importante istituto di credito avverso il provvedimento di un giudice delegato nell’ambito di una procedura di amministrazione straordinaria di una grande società industriale. La banca aveva concesso un cospicuo finanziamento alla società, e il suo credito era stato ammesso al passivo della procedura. Tuttavia, il commissario straordinario aveva riconosciuto gli interessi corrispettivi solo al tasso legale a partire dall’apertura della procedura.

L’istituto di credito sosteneva invece di aver diritto al riconoscimento del tasso di interesse convenzionale (pari al 4,745%), come da contratto, anche per il periodo successivo all’avvio della procedura e fino all’effettivo pagamento. Il Tribunale di Milano aveva accolto l’opposizione della banca, ma la società in amministrazione straordinaria aveva impugnato tale decisione, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della società, confermando la decisione del Tribunale. Ha enunciato un principio di diritto fondamentale: gli interessi corrispettivi sui crediti prededucibili maturano durante l’intera procedura concorsuale fino al pagamento, e il loro tasso è disciplinato dall’art. 1284, comma 2, c.c. Di conseguenza, il tasso applicabile è quello convenzionalmente pattuito tra le parti. Solo in assenza di un accordo specifico, si ricorre al tasso legale.

Le Motivazioni della Sentenza

Il ragionamento della Corte si fonda su argomentazioni precise e ben definite, che chiariscono la natura e la disciplina dei crediti prededucibili.

L’Interpretazione Letterale della Legge Fallimentare

Il punto di partenza dell’analisi è l’art. 111-bis, comma 3, della Legge Fallimentare. La norma stabilisce che “i crediti prededucibili vanno soddisfatti per il capitale, le spese e gli interessi”. Aggiunge inoltre che “Il corso degli interessi cessa al momento del pagamento”.
Secondo la Cassazione, il tenore letterale di questa disposizione è inequivocabile: non solo gli interessi sui crediti prededucibili continuano a maturare anche durante la procedura, ma lo fanno fino al saldo effettivo del debito. Viene così smentita la tesi della società ricorrente, secondo cui la prededuzione si sarebbe dovuta limitare agli interessi maturati prima dell’apertura del concorso.

La Distinzione tra Prededuzione e Prelazione

La società ricorrente aveva tentato di sostenere la propria tesi richiamando, per analogia, le norme sui crediti assistiti da cause di prelazione (pegno, ipoteca e privilegi), come gli artt. 2749, 2788 e 2855 c.c., che in certi casi limitano gli interessi al tasso legale. La Corte ha respinto categoricamente questo parallelismo, sottolineando la profonda differenza tra i due istituti.

– Le cause di prelazione hanno natura sostanziale, nascono prima della procedura e conferiscono al creditore una preferenza su specifici beni del debitore.
– La prededuzione, invece, ha natura procedurale. Essa attribuisce una precedenza processuale su tutto il patrimonio del debitore, in ragione della funzionalità del credito rispetto agli scopi della procedura stessa (es. finanziamenti per la continuità aziendale, compensi dei professionisti).

Non essendoci somiglianza tra le due situazioni, non sussistono i presupposti per un’applicazione analogica.

Centralità dell’Art. 1284 c.c. per i Crediti Prededucibili

Esclusa l’analogia, la Corte ha individuato la norma applicabile nella disciplina generale delle obbligazioni pecuniarie, ovvero l’art. 1284, comma 2, c.c. Questa norma stabilisce che, se le parti hanno determinato un tasso di interesse convenzionale, questo si applica. In caso contrario, si applica il tasso legale.
Poiché nel caso di specie esisteva un contratto di finanziamento che fissava il tasso al 4,745%, era corretto applicare tale misura. La Corte ha concluso che non esiste alcuna lacuna normativa da colmare: la legge fornisce già tutti gli strumenti per risolvere la questione.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un principio di grande importanza pratica. La decisione della Cassazione offre una maggiore certezza agli operatori economici, in particolare agli istituti di credito, che finanziano imprese in crisi. Stabilire che i crediti prededucibili vengono remunerati al tasso pattuito contrattualmente incentiva l’erogazione di finanza “ponte”, essenziale per il successo delle procedure di risanamento e per la tutela del valore aziendale. Si riconosce così pienamente la funzione strumentale di questi crediti, garantendo loro una tutela forte e coerente con la loro natura.

Gli interessi sui crediti prededucibili continuano a maturare dopo l’apertura della procedura concorsuale?
Sì, la Corte ha confermato che, in base all’art. 111-bis della Legge Fallimentare, gli interessi sui crediti prededucibili maturano per tutta la durata della procedura, fino al momento del loro effettivo pagamento.

Quale tasso di interesse si applica ai crediti prededucibili durante la procedura: quello legale o quello pattuito tra le parti (convenzionale)?
Si applica il tasso di interesse convenzionale, ovvero quello pattuito tra le parti nel contratto. Il tasso legale si applica solo in via sussidiaria, qualora le parti non abbiano determinato una misura specifica, come previsto dalla regola generale dell’art. 1284, comma 2, del codice civile.

È possibile applicare per analogia le norme previste per i crediti privilegiati per determinare il tasso di interesse dei crediti prededucibili?
No, la Corte ha escluso questa possibilità. Ha chiarito che la prededuzione è un istituto di natura procedurale, diverso dalle cause di prelazione (pegno, ipoteca, privilegi) che hanno natura sostanziale. Pertanto, non sussistono i presupposti per un’applicazione analogica delle norme relative a queste ultime.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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