Correzione Errore Materiale: Quando un Dettaglio Fa la Differenza
L’accuratezza negli atti giudiziari è un pilastro fondamentale per la certezza del diritto. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare l’istituto della correzione errore materiale, un meccanismo procedurale essenziale per sanare sviste che, seppur apparentemente minori, possono avere conseguenze significative. Il caso in esame dimostra come il sistema giudiziario disponga di strumenti per rettificare imprecisioni senza alterare la sostanza della decisione.
I Fatti del Caso: Una Semplice Sbaglio di Data
Le parti di una causa civile, conclusasi con un decreto di estinzione, hanno presentato un’istanza congiunta alla Corte di Cassazione. L’oggetto della richiesta era la rettifica di un palese errore contenuto nel decreto stesso. Nello specifico, il provvedimento ordinava la cancellazione della trascrizione di una domanda giudiziale, indicando però una data di trascrizione errata: “12 settembre 2012”.
Dalla documentazione ufficiale, ovvero dalla nota di trascrizione depositata agli atti, risultava in modo inequivocabile che la data corretta fosse invece “1° agosto 2013”. Questo tipo di discrepanza, pur essendo una svista puramente formale, necessitava di una rettifica per garantire la corretta esecuzione del provvedimento e la coerenza dei pubblici registri.
La Decisione della Corte di Cassazione sulla Correzione Errore Materiale
La Suprema Corte, rilevata la fondatezza dell’istanza e la presenza di un evidente errore, ha disposto d’ufficio la correzione errore materiale del proprio decreto. Il Presidente del collegio ha fissato un’udienza in camera di consiglio per formalizzare la procedura, come previsto dal Codice di procedura civile.
La decisione è stata semplice e diretta: il dispositivo del decreto originario è stato emendato. Laddove si leggeva “effettuata in data 12 settembre 2012”, si deve ora intendere e leggere “effettuata in data 1° agosto 2013”, lasciando invariato tutto il resto del provvedimento. La Corte ha inoltre incaricato la cancelleria di annotare la correzione sull’originale del decreto, assicurando così la piena validità ed efficacia della rettifica. Data la natura del procedimento, non vi è stata alcuna pronuncia sulle spese legali.
Le Motivazioni
Le motivazioni alla base della decisione sono radicate nella necessità di assicurare la corrispondenza tra quanto deciso dal giudice e quanto formalmente riportato nel documento che ne è espressione. L’errore sulla data non era un errore di giudizio, ma una mera svista nella redazione dell’atto, un classico esempio di errore materiale.
Il Codice di procedura civile, all’articolo 391-bis, prevede proprio uno strumento agile per porre rimedio a tali sviste senza dover rimettere in discussione il merito della causa. La Corte ha agito d’ufficio, cioè di propria iniziativa, una volta constatato l’errore, a conferma del fatto che la correttezza formale degli atti è un interesse primario dell’ordinamento stesso, volto a prevenire incertezze e future contestazioni.
Conclusioni
Questa ordinanza, pur nella sua brevità, ribadisce un principio cruciale: la precisione formale è un requisito indispensabile per la funzionalità del sistema legale. La procedura di correzione errore materiale è la dimostrazione di come l’ordinamento sia in grado di auto-correggersi in modo efficiente, sanando imperfezioni che potrebbero compromettere l’esecutività delle decisioni e la chiarezza dei rapporti giuridici, specialmente in materie, come quella immobiliare, dove la pubblicità degli atti e la certezza delle date sono elementi costitutivi.
Cosa si intende per correzione di errore materiale in un atto giudiziario?
Si tratta di una procedura per rettificare sviste, omissioni o errori di calcolo presenti in un provvedimento, che non incidono sul contenuto della decisione ma solo sulla sua formulazione testuale. Nel caso specifico, l’errore riguardava l’indicazione di una data.
Perché la Corte ha deciso di correggere l’errore ‘d’ufficio’?
La Corte ha agito d’ufficio, ovvero di propria iniziativa, perché la presenza di un errore materiale è stata rilevata come palese dalla documentazione in atti. La legge (art. 391-bis c.p.c.) consente al giudice di procedere in questo modo per garantire la correttezza e la coerenza dei propri provvedimenti, anche senza una specifica istanza di parte, sebbene in questo caso le parti avessero presentato una richiesta congiunta.
Qual è stata la conseguenza pratica della correzione?
La conseguenza è che il decreto originale è stato ufficialmente emendato. La data errata della trascrizione della domanda giudiziale (’12 settembre 2012′) è stata sostituita con quella corretta (‘1° agosto 2013’). La cancelleria ha poi annotato questa modifica sull’originale del decreto, rendendo la correzione definitiva e opponibile a tutti.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 2 Num. 28299 Anno 2025
Civile Ord. Sez. 2 Num. 28299 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 24/10/2025
OGGETTO:
correzione di errore materiale
RG. NUMERO_DOCUMENTO
C.C. 24-6-2025
ORDINANZA
sul l’istanza congiunta proposta nella causa n. 9757/2023 R.G. da: COGNOME NOME, c.f. CODICE_FISCALE, rappresentata e difesa dall’AVV_NOTAIO;
e
COGNOME NOME, c.f. CODICE_FISCALE, COGNOME NOME, CODICE_FISCALE, rappresentati e difesi dall’AVV_NOTAIO;
avente a oggetto la correzione di errore materiale del decreto n. 35039/2023 di questa Corte, depositato il 14-12-2023; udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 24-6-
2025 dal consigliere NOME COGNOME.
RILEVATO CHE:
-la ricorrente NOME COGNOME e i controricorrenti NOME e NOME COGNOME nella causa n. 9757/2023 R.G., conclusosi con decreto di estinzione del giudizio, hanno chiesto congiuntamente la correzione dell’errore materiale contenuto nel decreto medesimo, con riguardo
all’indicazione della data di trascrizione della domanda giudiziale della quale il decreto ha ordinato la cancellazione;
-il Presidente ha disposto procedersi alla correzione d’ufficio ex art. 391-bis cod. proc. civ. ed è stata fissata udienza collegiale in camera di consiglio.
CONSIDERATO CHE:
-ricorrono i presupposti per procedere alla correzione dell’errore materiale contenuto nel decreto n. 35039/2023, in quanto dalla nota di trascrizione in atti risulta che la domanda di cui il decreto ha ordinato la cancellazione era stata trascritta al n. NUMERO_DOCUMENTO di registro generale e al n. NUMERO_DOCUMENTO di registro particolare in data 1° agosto 2013 (Presentazione n. 3) e non in data 12 settembre 2012 come erroneamente indicato nel decreto;
-nulla si deve disporre sulle spese stante la natura del procedimento.
P.Q.M.
La Corte dispone d’ufficio la correzione dell’errore materiale contenuto nel decreto n. 35039/2023 depositato il 14-12-2023, nel senso che, laddove nel dispositivo -terza riga- è indicata la trascrizione della domanda giudiziale come ‘ effettuata in data 12 settembre 2012’ si deve intendere e leggere ‘ effettuata in data 1° agosto 2013’, fermo tutto il resto.
Manda alla cancelleria per l’annotazione della correzione sull’originale del decreto.
Così deciso in Roma, nella camera di consiglio della seconda sezione civile della Corte suprema di cassazione, il 24-6-2025
La Presidente NOME COGNOME