LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Contratto preliminare: valido senza agibilità?

Una parte acquirente ha citato in giudizio la venditrice per ottenere la nullità o la risoluzione di un contratto preliminare, lamentando difformità urbanistiche e la mancata consegna del certificato di agibilità al momento della firma. Il Tribunale di Roma ha respinto le domande, stabilendo che la sanzione della nullità non si applica ai contratti preliminari, ma solo a quelli definitivi. Inoltre, ha escluso un grave inadempimento, poiché il termine per il rogito non era essenziale e le irregolarità sono state sanate successivamente con l’ottenimento dell’agibilità, confermando la validità del contratto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Contratto preliminare immobiliare: cosa succede se manca l’agibilità?

La stipula di un contratto preliminare (o ‘compromesso’) è un passo fondamentale nell’acquisto di un immobile, ma può nascondere insidie. Cosa accade se l’immobile promesso in vendita presenta difformità urbanistiche o è privo del certificato di agibilità al momento della firma? Una recente sentenza del Tribunale di Roma offre chiarimenti cruciali, distinguendo nettamente tra gli obblighi del preliminare e quelli del rogito definitivo.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dalla firma di un contratto preliminare per l’acquisto di due unità immobiliari. Successivamente, la parte promissaria acquirente (l’acquirente) citava in giudizio la società promittente venditrice (la venditrice), chiedendo in via principale di dichiarare la nullità del contratto per violazione delle norme urbanistiche. In subordine, ne chiedeva la risoluzione per grave inadempimento, lamentando la mancata consegna degli immobili, l’omessa convocazione per il rogito entro il termine pattuito (31 marzo 2017) e l’assenza del certificato di agibilità.

L’acquirente sosteneva di aver scoperto solo in un secondo momento gravi difformità edilizie e che queste rendevano il contratto nullo sin dall’inizio. Richiedeva, quindi, la restituzione di un cospicuo acconto versato e un risarcimento per il mancato godimento degli immobili.

La società venditrice si è difesa respingendo ogni accusa. Ha sostenuto che l’acquirente era sempre stata a conoscenza della situazione urbanistica, come dettagliato nel preliminare stesso, e che la consegna degli immobili era avvenuta contestualmente alla firma, come da clausola contrattuale. Ha inoltre specificato che il termine per il rogito non era da considerarsi essenziale e che le difformità erano state sanate, tanto da aver ottenuto il certificato di agibilità nel febbraio 2020.

Analisi del Contratto preliminare e la Decisione del Tribunale

Il Tribunale di Roma ha rigettato integralmente le domande dell’acquirente, fornendo un’analisi dettagliata dei principi che governano il contratto preliminare.

La questione della nullità del contratto

Il punto centrale della decisione riguarda la richiesta di nullità. Il Giudice ha ribadito un orientamento consolidato della Corte di Cassazione: la sanzione della nullità per abusi edilizi, prevista dall’art. 40 della Legge 47/1985, si applica esclusivamente ai contratti con effetti traslativi (che trasferiscono la proprietà, come il rogito) e non ai contratti con meri effetti obbligatori, come il preliminare. Il preliminare, infatti, obbliga le parti a stipulare il futuro contratto, ma non trasferisce ancora la proprietà. Di conseguenza, se le irregolarità vengono sanate prima del rogito definitivo, il contratto può essere validamente stipulato. Nel caso di specie, la venditrice aveva regolarizzato la situazione e ottenuto l’agibilità, facendo venir meno il presupposto per la nullità.

L’insussistenza del grave inadempimento

Il Tribunale ha escluso anche la risoluzione per inadempimento, analizzando le singole doglianze:
1. Mancata consegna: Il contratto stesso prevedeva che la consegna avvenisse “contestualmente alla sottoscrizione”. L’acquirente, firmando il contratto senza sollevare obiezioni, aveva di fatto accettato tale circostanza. La contestazione, sollevata per la prima volta in giudizio, è stata ritenuta tardiva.
2. Termine per il rogito: La data del 31 marzo 2017 non è stata considerata un “termine essenziale”. Per la giurisprudenza, un termine è essenziale solo quando il suo decorso rende la prestazione inutile per il creditore. Nel contratto non vi erano elementi per desumere una tale volontà delle parti. Inoltre, l’acquirente non aveva mai, dopo la scadenza, manifestato il proprio interesse alla stipula, indebolendo la sua posizione.
3. Mancata agibilità: Il rilascio successivo del certificato di agibilità (nel 2020) sana l’inadempimento originario ed esclude la configurabilità di una vendita di “aliud pro alio” (una cosa per un’altra).

Le Motivazioni della Sentenza

La sentenza si fonda su una chiara distinzione tra il piano dell’efficacia obbligatoria del preliminare e quello dell’efficacia reale del contratto definitivo. Le motivazioni evidenziano che la finalità della normativa urbanistica è impedire la circolazione di immobili abusivi, sanzionando l’atto finale di trasferimento. Tuttavia, permette che nel periodo intermedio tra preliminare e definitivo si possa procedere alla regolarizzazione. Il Giudice ha sottolineato che l’acquirente era a conoscenza delle varianti in corso d’opera, menzionate nel contratto, e che la clausola sull’agibilità prevedeva l’impegno della venditrice a “farne conseguire il rilascio”, implicitamente riconoscendo che non era ancora disponibile ma che sarebbe stata ottenuta.

Per quanto riguarda il termine non essenziale, il Tribunale ha applicato il principio secondo cui la volontà di considerare un termine come tassativo deve risultare in modo “inequivocabile” dalla natura del contratto o dalle espressioni usate. In assenza di ciò, un semplice ritardo non è sufficiente a causare la risoluzione automatica, ma richiede una valutazione della sua gravità, che in questo caso è stata esclusa.

Le Conclusioni

La decisione del Tribunale di Roma offre importanti lezioni pratiche. Per chi acquista, è fondamentale verificare con attenzione tutte le clausole del contratto preliminare, specialmente quelle relative alla consegna, ai termini per il rogito e allo stato urbanistico e di agibilità dell’immobile. Se un termine è cruciale, la sua essenzialità deve essere esplicitata chiaramente nel contratto. Per chi vende, è un monito a gestire con trasparenza eventuali processi di regolarizzazione, documentandoli adeguatamente nel preliminare e adoperandosi per concluderli prima della data prevista per il rogito. In definitiva, il preliminare resta un contratto valido e vincolante anche in presenza di difformità sanabili, e il suo scioglimento non è una strada facilmente percorribile se l’inadempimento non è provato come grave ed irreversibile.

Un contratto preliminare di un immobile con abusi edilizi è nullo?
No. Secondo la sentenza, la sanzione della nullità per irregolarità urbanistiche si applica solo ai contratti con effetti traslativi (come il rogito definitivo) e non a quelli con efficacia obbligatoria come il contratto preliminare. La nullità è esclusa se, prima della stipula del contratto definitivo, interviene la regolarizzazione degli abusi.

La data per il rogito indicata nel preliminare è sempre un termine essenziale?
No, non sempre. La sentenza chiarisce che un termine è “essenziale” solo se dal contratto emerge in modo inequivocabile che le parti consideravano perduta l’utilità economica dell’affare dopo quella data. La semplice espressione “entro e non oltre” non è sufficiente a renderlo essenziale se non supportata da altri elementi.

Cosa succede se il certificato di agibilità viene ottenuto dopo la stipula del preliminare?
Se il certificato di agibilità viene ottenuto prima della stipula del contratto definitivo o della decisione del giudice, questo sana la situazione. Secondo la corte, il successivo rilascio del certificato esclude la possibilità di considerare l’immobile come “aliud pro alio” (un bene diverso da quello promesso) e quindi non costituisce un grave inadempimento che giustifichi la risoluzione del contratto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati