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Contratto preliminare: garanzia e trascrizioni

Un acquirente firma un contratto preliminare per un immobile, ma una trascrizione pregiudizievole appare prima del rogito. L’acquirente recede e chiede il doppio della caparra. La Cassazione respinge il ricorso, stabilendo che la garanzia del venditore sull’assenza di pesi si riferisce al momento della firma del contratto preliminare. La trascrizione successiva, poi rivelatasi illegittima, non costituisce un grave inadempimento tale da giustificare il recesso.

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Contratto preliminare: garanzia e trascrizioni successive

Il contratto preliminare di compravendita immobiliare è un passaggio cruciale che definisce diritti e obblighi di acquirente e venditore. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto un importante chiarimento sulla portata temporale della garanzia offerta dal venditore riguardo all’assenza di trascrizioni pregiudizievoli. La pronuncia stabilisce che, salvo patto contrario, tale garanzia si cristallizza al momento della firma del preliminare, e non si estende necessariamente fino al rogito definitivo.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dalla stipula di un contratto preliminare di compravendita immobiliare in data 12 aprile 2011. Nel contratto, la società promittente venditrice garantiva che l’immobile fosse libero da iscrizioni e trascrizioni pregiudizievoli. Tuttavia, in data 18 maggio 2011, veniva trascritta una domanda giudiziale sull’immobile, intentata da un terzo soggetto nei confronti della società venditrice già nel 2008.

Appresa la notizia, il promissario acquirente, ritenendo violata la garanzia contrattuale e grave l’inadempimento della controparte, esercitava il diritto di recesso e agiva in giudizio per ottenere la condanna della società venditrice al pagamento del doppio della caparra confirmatoria versata.

La società venditrice si opponeva, sostenendo di non essere inadempiente poiché al momento della firma del preliminare l’immobile era effettivamente libero da pesi. Contestualmente, proponeva domanda riconvenzionale per accertare il proprio diritto di recedere dal contratto e trattenere la caparra, attribuendo l’inadempimento all’acquirente. Sia il Tribunale che la Corte di Appello davano ragione alla società venditrice.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Contratto preliminare

Investita della questione, la Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso del promissario acquirente, confermando la decisione dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno ritenuto corretta l’interpretazione della clausola di garanzia contenuta nel contratto preliminare, ancorandone l’efficacia alla data di stipula dello stesso. La trascrizione successiva, peraltro relativa a un’azione giudiziaria poi dichiarata illegittima, non è stata considerata un inadempimento grave da parte del venditore.

Le Motivazioni della Sentenza

La decisione della Suprema Corte si fonda su tre pilastri argomentativi principali.

1. Interpretazione della clausola di garanzia
Il cuore della motivazione risiede nell’interpretazione del contratto. La Corte ha stabilito che la clausola con cui il venditore garantiva l’assenza di trascrizioni pregiudizievoli doveva essere interpretata, secondo logica e plausibilità, come una fotografia dello stato dell’immobile al momento della conclusione del contratto preliminare. Poiché il 12 aprile 2011 non esisteva alcuna trascrizione, il venditore aveva dichiarato il vero e non era venuto meno ai suoi obblighi. La garanzia, così come formulata, non costituiva una promessa che tale stato di libertà da pesi sarebbe perdurato fino al rogito definitivo.

2. Irrilevanza della trascrizione successiva e illegittima
La Cassazione ha poi sminuito la rilevanza della trascrizione avvenuta il 18 maggio 2011. In primo luogo, era successiva all’accordo. In secondo luogo, e in modo decisivo, una successiva sentenza del Tribunale aveva accertato che la domanda giudiziale del terzo non era tra quelle per cui la legge prevede la trascrizione, ordinandone la cancellazione. Di conseguenza, tale formalità, essendo illegittima, non poteva costituire un inadempimento di “non scarsa importanza” (ai sensi dell’art. 1455 c.c.) tale da legittimare il recesso dell’acquirente.

3. Il dovere di diligenza dell’acquirente
Infine, la Corte ha sottolineato il comportamento tenuto dalle parti dopo la scoperta della trascrizione. La società venditrice aveva prontamente comunicato all’acquirente l’illegittimità della formalità e si era offerta come garante personale (“mallevadrice”) per eventuali conseguenze negative. Secondo i giudici, di fronte a queste rassicurazioni, il promissario acquirente avrebbe dovuto esercitare un dovere di ordinaria diligenza, verificando la reale portata e fondatezza della trascrizione prima di recedere frettolosamente dal contratto.

Le Conclusioni

La sentenza in esame offre un’indicazione chiara per le compravendite immobiliari. Stabilisce che la garanzia sull’assenza di vizi o pesi, se non diversamente specificato nel contratto preliminare, si riferisce allo stato di fatto e di diritto esistente al momento della sua sottoscrizione. Questo principio rafforza la necessità, per il promissario acquirente, di formulare clausole contrattuali più stringenti qualora desideri una garanzia estesa fino al momento del rogito definitivo. Allo stesso tempo, ribadisce che non qualsiasi evento successivo alla stipula del preliminare costituisce un inadempimento, ma solo quelli che, per la loro gravità e natura, compromettono effettivamente il buon esito dell’affare. La decisione, infine, richiama entrambe le parti a un comportamento improntato alla buona fede e alla diligenza durante l’intera fase esecutiva del contratto.

La garanzia che un immobile è libero da pesi in un contratto preliminare vale fino al rogito?
No, secondo la Corte, se non diversamente specificato, la garanzia si riferisce allo stato dell’immobile al momento della stipula del contratto preliminare. Una trascrizione successiva non costituisce automaticamente un inadempimento del venditore.

Una trascrizione pregiudizievole effettuata dopo il contratto preliminare giustifica sempre il recesso dell’acquirente?
Non sempre. La Corte ha stabilito che bisogna valutare la gravità dell’inadempimento. In questo caso, la trascrizione è stata ritenuta irrilevante perché successiva alla stipula e, inoltre, basata su una domanda giudiziale poi dichiarata illegittima e cancellata.

Cosa deve fare l’acquirente se scopre una trascrizione pregiudizievole dopo il preliminare?
L’acquirente ha un dovere di diligenza. Deve verificare la natura e la fondatezza della trascrizione. La Corte ha ritenuto che il recesso non fosse giustificato, anche perché il venditore aveva informato l’acquirente dell’illegittimità della trascrizione e si era offerto come garante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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