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Contratto di mutuo senza TAN: è valido? La Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16456/2024, ha stabilito che un contratto di mutuo senza l’esplicita indicazione del TAN (Tasso Annuo Nominale) non è necessariamente nullo. Se il tasso di interesse è chiaramente determinabile attraverso altri elementi presenti nel contratto, come il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale), l’importo delle singole rate e il piano di ammortamento dettagliato, i requisiti di trasparenza e determinatezza imposti dalla legge sono soddisfatti. La Corte ha respinto il ricorso di un mutuatario che contestava la validità del proprio finanziamento per questa ragione, confermando la decisione della Corte d’Appello che aveva ritenuto il contratto pienamente valido.

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Contratto di mutuo senza TAN: quando è valido secondo la Cassazione

La stipula di un contratto di finanziamento è un momento cruciale che richiede massima trasparenza sulle condizioni economiche. Ma cosa succede se un contratto di mutuo senza TAN (Tasso Annuo Nominale) esplicitamente indicato viene sottoscritto? È automaticamente nullo? A questa domanda ha risposto di recente la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 16456 del 13 giugno 2024, delineando un principio di fondamentale importanza pratica: la validità del contratto non dipende dalla presenza formale di una sigla, ma dalla sostanziale determinatezza del costo del finanziamento.

I Fatti di Causa: Un Mutuo Conteso

Il caso ha origine da un decreto ingiuntivo ottenuto da una società finanziaria nei confronti del titolare di un’impresa individuale e dei suoi garanti, per il mancato pagamento delle rate di un finanziamento di 500.000 euro. Il debitore si opponeva al decreto, sostenendo, tra le varie eccezioni, la nullità del contratto per indeterminatezza del tasso di interesse, a causa della mancata indicazione del TAN.

Il Tribunale di primo grado accoglieva parzialmente l’opposizione, dichiarando nulla la clausola relativa agli interessi e ricalcolando il debito in una misura inferiore. La Corte d’Appello, tuttavia, ribaltava la decisione, ritenendo il contratto pienamente valido. Secondo i giudici di secondo grado, sebbene il TAN non fosse esplicitato, il tasso era comunque chiaramente determinabile grazie alla presenza nel contratto del TAEG (o ISC), dell’indicazione precisa dell’importo di ogni rata e, soprattutto, del piano di ammortamento allegato, che distingueva per ogni pagamento la quota capitale e la quota interessi. Il debitore, non soddisfatto, proponeva ricorso in Cassazione.

La Decisione sul contratto di mutuo senza TAN

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del debitore, confermando la validità del contratto. Il principio cardine affermato dai giudici è che l’obbligo di indicare il tasso d’interesse per iscritto, previsto dall’art. 117 del Testo Unico Bancario (T.U.B.), è soddisfatto non solo con la menzione esplicita del TAN, ma anche quando il tasso sia inequivocabilmente determinabile sulla base degli altri elementi contrattuali.

Il Principio della Determinabilità del Tasso

La Cassazione ha chiarito che la ratio della norma sulla trasparenza bancaria è quella di permettere al cliente di comprendere il costo effettivo del finanziamento. Questo obiettivo è raggiunto se il contratto, nel suo complesso, fornisce tutti gli strumenti per calcolare con certezza il tasso applicato. Nel caso di specie, la presenza di:

1. Indicatore Sintetico di Costo (TAEG/ISC);
2. Importo esatto delle rate di rimborso;
3. Piano di ammortamento dettagliato che scompone ogni rata in quota capitale e quota interessi.

ha reso il tasso di interesse perfettamente determinabile, sebbene non espresso tramite la sigla ‘TAN’. Il mutuatario era quindi in grado di conoscere, fin dalla stipula, l’esatto ammontare degli interessi che avrebbe pagato.

Distinzione tra TAN e TAEG

La Corte ha inoltre ribadito la differente funzione dei due indicatori. Il TAN rappresenta il tasso di interesse “puro” sul capitale prestato. Il TAEG, invece, è un indicatore di costo onnicomprensivo, che include anche spese e oneri accessori, ed è finalizzato a consentire al consumatore di confrontare le diverse offerte sul mercato. L’assenza del primo non inficia la validità del contratto se il suo valore può essere desunto matematicamente dagli altri dati forniti, che nel loro insieme adempiono all’obbligo di trasparenza.

Le Motivazioni della Cassazione

La motivazione della Corte si fonda su un’interpretazione non formalistica ma sostanziale delle norme sulla trasparenza bancaria. L’articolo 117 del T.U.B. impone che il “prezzo” del mutuo sia determinato per iscritto. Questo non significa che debba essere usata obbligatoriamente la formula “TAN = X%”, ma che tutti gli elementi per calcolare quel prezzo devono essere presenti e chiari nel documento contrattuale. La Corte ha ritenuto che un piano di ammortamento, indicando l’esatto importo degli interessi dovuti per ogni rata, costituisce una pattuizione diretta e specifica del costo del denaro, rendendo il tasso applicato un dato non solo determinabile, ma di fatto già determinato.

Le Conclusioni

L’ordinanza stabilisce un importante precedente per i contenziosi bancari. Un contratto di mutuo senza TAN esplicito non è automaticamente invalido. La validità dipende da una valutazione complessiva del contratto e dei suoi allegati. Se il mutuatario è messo nelle condizioni di comprendere pienamente e senza ambiguità l’onere economico dell’operazione attraverso dati come il TAEG, l’importo delle rate e il piano di ammortamento, il requisito legale della determinatezza del tasso di interesse è rispettato. Questa decisione rafforza un approccio pragmatico, che privilegia la tutela sostanziale del cliente rispetto a un formalismo che potrebbe portare a contestazioni pretestuose.

Un contratto di mutuo è nullo se non indica esplicitamente il TAN?
No, non è necessariamente nullo. Secondo la Corte, la nullità è esclusa se il tasso di interesse, sebbene non indicato come TAN, è oggettivamente e chiaramente determinabile sulla base di altri elementi presenti nel contratto e nei suoi allegati, come il piano di ammortamento.

L’indicazione del TAEG e del piano di ammortamento può sostituire quella del TAN ai fini della validità del contratto?
Sì. La Corte ha stabilito che la presenza del TAEG, unitamente a un piano di ammortamento dettagliato che specifica per ogni rata la quota capitale e la quota interessi, fornisce al cliente tutte le informazioni necessarie per comprendere il costo del finanziamento, adempiendo così all’obbligo di trasparenza e determinatezza del tasso richiesto dalla legge.

Qual è la differenza di funzione tra TAN e TAEG secondo la Cassazione?
La Corte chiarisce che il TAN è il tasso di interesse dovuto al netto della capitalizzazione, mentre il TAEG è un indicatore sintetico del costo totale del credito, che serve a confrontare diverse offerte di finanziamento. L’obbligo di legge è garantire la conoscenza del costo del denaro (il prezzo), obiettivo che può essere raggiunto anche tramite la specificazione dell’ammontare degli interessi nel piano di ammortamento, da cui il TAN è matematicamente ricavabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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