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Contratto a progetto: la conversione in subordinato

La Corte di Cassazione conferma la conversione di un contratto a progetto in un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Il caso riguardava un collaboratore, assunto formalmente con contratto a progetto da un istituto di credito, ma di fatto operante come Direttore Generale. La Corte ha stabilito che, quando il progetto affidato coincide con l’oggetto sociale dell’azienda e manca di un risultato specifico e autonomo, il contratto è illegittimo e scatta la conversione automatica, con diritto alle differenze retributive.

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Contratto a Progetto: Se Manca la Specificità è Lavoro Subordinato

Un contratto a progetto che affida al collaboratore compiti che coincidono con l’oggetto sociale dell’impresa, senza definire un risultato finale specifico e autonomo, è illegittimo. In questi casi, il rapporto si converte automaticamente in un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato fin dalla sua costituzione. Lo ha ribadito la Corte di Cassazione con una recente ordinanza, mettendo fine a una lunga vicenda giudiziaria tra un istituto di credito e un suo ex collaboratore.

I Fatti di Causa

La controversia ha origine da un rapporto di collaborazione iniziato nel 2007 tra un lavoratore e un istituto bancario. Formalmente, le parti avevano stipulato un contratto a progetto. Tuttavia, contestualmente, al lavoratore erano state affidate le mansioni e le attribuzioni tipiche della figura del Direttore Generale, come previsto dallo statuto sociale della banca.

Il lavoratore, ritenendo che il contratto dissimulasse un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato, si era rivolto al Tribunale, che gli aveva dato parzialmente ragione. La Corte d’Appello, in un primo momento, aveva ribaltato la decisione, ma la Corte di Cassazione aveva annullato questa sentenza, rinviando il caso per un nuovo esame. Il punto cruciale, secondo la Cassazione, era la mancata valutazione della specificità del progetto alla luce delle mansioni dirigenziali effettivamente svolte. La Corte d’Appello, nel giudizio di rinvio, si è adeguata ai principi della Cassazione, ha dichiarato la natura subordinata del rapporto e ha condannato la banca al pagamento di significative differenze retributive.

La Decisione della Corte di Cassazione

L’istituto di credito ha presentato un nuovo ricorso in Cassazione, basato su quattro motivi, ma la Suprema Corte li ha respinti tutti, confermando in via definitiva la sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda sul principio consolidato secondo cui un contratto a progetto, per essere valido, deve avere un oggetto specifico, un’attività produttiva chiaramente descritta e collegata a un risultato finale determinato. Non può, invece, coincidere con il perseguimento del generale interesse dell’impresa o con la mera riproposizione dei suoi obiettivi statutari.

Le motivazioni del contratto a progetto nullo

La Corte ha spiegato che la legge (D.Lgs. 276/2003, applicabile all’epoca dei fatti) è molto chiara: l’esistenza di un progetto specifico è un elemento costitutivo del contratto. La sua assenza, o la sua non conformità ai requisiti legali, non apre la strada a un’indagine sulla natura autonoma o subordinata del rapporto, ma porta direttamente e automaticamente alla sua conversione in rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.

Nel caso specifico, l’affidamento delle mansioni di Direttore Generale, con compiti che replicavano l’oggetto sociale della banca, rendeva il progetto del tutto privo della specificità richiesta. L’attività del lavoratore era, di fatto, integrata nell’ordinaria operatività aziendale, priva di un obiettivo finale autonomo e definito.

Le motivazioni

La Cassazione ha smontato punto per punto i motivi di ricorso della banca.

1. Rispetto del precedente decisum: La Corte ha chiarito che il giudice del rinvio si era attenuto scrupolosamente ai principi fissati dalla precedente sentenza di Cassazione, verificando la corrispondenza del progetto al modello legale e concludendo correttamente per la sua illegittimità.

2. Status di pensionato del lavoratore: La banca sosteneva che lo status di pensionato del lavoratore avrebbe dovuto essere considerato nell’interpretazione della volontà delle parti. La Cassazione ha ritenuto l’argomento irrilevante ai fini della qualificazione del rapporto, specificando che tale status non preclude la tutela lavoristica ma può, al più, incidere su eventuali benefici previdenziali.

3. Inquadramento e onere della prova: La Corte ha confermato la correttezza del procedimento seguito per determinare l’inquadramento dirigenziale e le relative differenze retributive. Il giudice di merito aveva correttamente accertato le mansioni svolte in concreto, le aveva confrontate con le previsioni del contratto collettivo e aveva concluso per il riconoscimento della qualifica dirigenziale.

4. Calcolo delle differenze retributive: Infine, la Cassazione ha respinto la censura relativa a presunti errori di calcolo, rilevando che l’accertamento sulla mancata contestazione dei conteggi da parte della banca rientra nella valutazione del giudice di merito, che nel caso di specie era stata adeguatamente motivata.

Le conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale in materia di diritto del lavoro: la forma contrattuale non può prevalere sulla sostanza del rapporto. Un contratto a progetto non può essere utilizzato per mascherare un’esigenza strutturale e continuativa dell’azienda, come quella legata alla figura di un Direttore Generale. Per i datori di lavoro, questa sentenza rappresenta un monito a utilizzare le forme contrattuali flessibili solo quando ne sussistono i presupposti legali, in particolare il requisito della specificità del progetto. Per i lavoratori, è una conferma che la legge offre una tutela forte contro l’abuso di tali contratti, garantendo la conversione del rapporto e il riconoscimento dei diritti connessi al lavoro subordinato.

Quando un contratto a progetto si trasforma in un rapporto di lavoro subordinato?
Secondo la Corte, la conversione è automatica quando il contratto è instaurato senza l’individuazione di uno specifico progetto, programma di lavoro o fase di esso. Ciò accade se il progetto manca degli elementi di specificità e autonomia richiesti dalla legge, ad esempio quando i compiti assegnati replicano l’oggetto sociale dell’impresa.

L’affidamento delle mansioni di Direttore Generale è compatibile con un contratto a progetto?
No. La sentenza chiarisce che l’assegnazione di mansioni proprie del Direttore Generale, con le attribuzioni previste dallo statuto sociale, è incompatibile con la nozione di specifico progetto, poiché tale attività si integra con l’ordinaria gestione aziendale e non è finalizzata a un risultato specifico e autonomo.

Lo stato di pensionato di un lavoratore impedisce la conversione del contratto a progetto?
No, lo stato di pensionato del lavoratore non preclude la tutela lavoristica e quindi la conversione del rapporto da collaborazione a subordinato. La Corte ha specificato che tale condizione è irrilevante per qualificare la natura del rapporto, potendo al massimo influire su aspetti previdenziali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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