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Contratti pubblica amministrazione: la forma scritta

Una società fornitrice ha citato in giudizio un’azienda sanitaria per ottenere il pagamento di interessi su forniture. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la nullità dei rapporti contrattuali a causa della mancanza della forma scritta. La sentenza ribadisce che per i contratti pubblica amministrazione, la forma scritta è un requisito essenziale per la validità, anche quando l’ente agisce privatamente.

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Contratti pubblica amministrazione: la Forma Scritta è Essenziale

L’ordinanza in commento offre un’importante lezione sulla stipula dei contratti pubblica amministrazione. Con una decisione netta, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio cardine: la forma scritta non è una mera formalità, ma un requisito di validità essenziale, la cui assenza determina la nullità del contratto. Questa pronuncia chiarisce che le imprese che intrattengono rapporti commerciali con enti pubblici, come le aziende sanitarie, devono prestare la massima attenzione agli aspetti formali per tutelare i propri diritti.

I Fatti di Causa

Una società specializzata in forniture medico-sanitarie aveva richiesto a un’Azienda Sanitaria Locale il pagamento di un cospicuo importo a titolo di interessi per il ritardato saldo di numerose fatture. La richiesta si basava su una serie di rapporti di fornitura intercorsi nel tempo. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano respinto la domanda, sostenendo che i contratti posti a fondamento della pretesa fossero nulli per un vizio di forma. Secondo i giudici di merito, l’Azienda Sanitaria, in qualità di ‘organismo di diritto pubblico’, era tenuta a stipulare i propri contratti mediante atto scritto, nel rispetto delle rigide norme sui contratti pubblici. La società fornitrice, ritenendo errata tale interpretazione, ha proposto ricorso in Cassazione.

La Questione Giuridica: Validità dei Contratti con la PA

Il fulcro della controversia legale verteva sulla validità di accordi commerciali con un ente pubblico in assenza di un unico documento contrattuale sottoscritto da entrambe le parti. La società ricorrente sosteneva che i rapporti si fossero validamente costituiti attraverso la corrispondenza commerciale, richiamando normative più datate (R.D. 2440/1923) che, in certi contesti, ammettevano forme equipollenti alla scrittura privata. Si argomentava, inoltre, che le norme più stringenti del Codice dei Contratti Pubblici non potessero applicarsi retroattivamente. La tesi era che, attraverso scambi di note e ordini, si fosse perfezionato un accordo valido ed efficace, da cui scaturiva il diritto al pagamento e ai relativi interessi di mora.

L’Analisi della Corte sui contratti pubblica amministrazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, smontando le argomentazioni della società fornitrice. I giudici hanno chiarito che la Corte d’Appello non aveva applicato retroattivamente alcuna norma, ma aveva correttamente qualificato l’Azienda Sanitaria come ‘organismo di diritto pubblico’. Questa qualificazione è cruciale, perché comporta l’assoggettamento dell’ente alla disciplina dei contratti pubblici, che impone la forma scritta ad substantiam, ovvero a pena di nullità. Tale requisito serve a garantire la trasparenza, il buon andamento dell’azione amministrativa e la tutela delle risorse pubbliche, impedendo impegni finanziari assunti senza adeguata copertura.

Inammissibilità per Genericità e Novità delle Censure

La Suprema Corte ha inoltre rilevato che il ricorso era inammissibile per diverse ragioni procedurali. In primo luogo, le censure mosse dalla ricorrente sono state ritenute generiche e non centrate sulla vera ratio decidendi della sentenza impugnata. La società si era limitata a invocare norme non pertinenti senza un reale confronto con le motivazioni dei giudici di merito. In secondo luogo, è stata introdotta per la prima volta in sede di Cassazione la questione del valore ‘sotto soglia’ dei contratti, un argomento che avrebbe dovuto essere sollevato e provato nei precedenti gradi di giudizio e che, pertanto, è stato considerato inammissibile.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Corte si fonda sul principio consolidato secondo cui i contratti stipulati dagli enti pubblici e dagli organismi di diritto pubblico devono essere redatti in forma scritta, a pena di nullità. Questa regola non ammette equipollenti, come la conclusione per facta concludentia (comportamenti concludenti) o attraverso semplici scambi di corrispondenza. La forma scritta è un presidio indispensabile per il controllo della spesa pubblica e la trasparenza. La Corte ha stabilito che l’eccezione prevista per i contratti conclusi ‘secondo l’uso del commercio’ non è applicabile in questo contesto, poiché non è stata fornita la prova di uno scambio di consensi formalizzato per iscritto tra le parti. La produzione di singole note o fatture non è sufficiente a dimostrare il perfezionamento di un valido vincolo contrattuale.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

L’ordinanza riafferma con forza un messaggio cruciale per tutte le imprese che operano con il settore pubblico: la formalizzazione scritta del rapporto contrattuale è un passo non negoziabile. Affidarsi a prassi commerciali, accordi verbali o scambi di documenti non strutturati espone al gravissimo rischio di veder dichiarato nullo il contratto, con la conseguente impossibilità di far valere in giudizio i propri diritti, inclusi quelli al pagamento del corrispettivo o degli interessi di mora. Per evitare contenziosi dall’esito incerto e potenzialmente dannoso, è fondamentale assicurarsi sempre che ogni accordo con un ente pubblico sia consacrato in un documento scritto, sottoscritto da entrambe le parti, che definisca chiaramente obblighi e diritti reciproci.

Un contratto con un’azienda sanitaria pubblica è valido se concluso solo tramite corrispondenza commerciale?
No, la Corte ha stabilito che, essendo l’azienda sanitaria un ‘organismo di diritto pubblico’, i suoi contratti devono rispettare la forma scritta a pena di nullità, come previsto dalla normativa sui contratti pubblici. La semplice corrispondenza non è sufficiente.

Perché il ricorso dell’azienda fornitrice è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato giudicato inammissibile principalmente perché le argomentazioni erano generiche, non coglievano la ratio decidendi (la ragione giuridica fondamentale) della corte d’appello e introducevano questioni nuove non discusse nei precedenti gradi di giudizio.

Qual è il principio fondamentale ribadito dalla Cassazione in materia di contratti pubblica amministrazione?
La Corte ha ribadito che la forma scritta per i contratti stipulati con la Pubblica Amministrazione e gli organismi di diritto pubblico è un requisito essenziale per la validità del contratto (ad substantiam), posto a garanzia della trasparenza e del corretto uso delle risorse pubbliche.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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