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Conflitto d’interessi retratto agrario: la Cassazione

Un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione affronta il tema del conflitto d’interessi nel retratto agrario. Il caso riguarda più proprietari di fondi confinanti, assistiti dallo stesso avvocato, che agiscono per riscattare un terreno venduto a terzi. La Corte d’Appello aveva dichiarato nullo il loro intervento per conflitto d’interessi. La Cassazione, riconoscendo la rilevanza della questione per l’uniforme interpretazione della legge, non decide nel merito ma rinvia la causa a pubblica udienza per un esame più approfondito.

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Conflitto d’interessi retratto agrario: la Cassazione rinvia la decisione

Il tema del conflitto d’interessi nel retratto agrario è da sempre delicato e complesso, specialmente quando più aventi diritto si contendono lo stesso fondo rustico. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ha riacceso i riflettori sulla questione, decidendo di non pronunciarsi immediatamente ma di rinviare la causa a una pubblica udienza per la sua particolare importanza giuridica. Analizziamo insieme i contorni di questa vicenda e le implicazioni di tale rinvio.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dalla vendita di un terreno agricolo. La proprietaria di un fondo confinante, ritenendo di averne diritto, ha agito in giudizio per esercitare il proprio diritto di retratto, ovvero il diritto di sostituirsi all’acquirente originale.

Nella stessa causa sono intervenuti altri due proprietari di terreni vicini, anch’essi interessati al fondo. La particolarità risiede nel fatto che questi due soggetti erano assistiti e rappresentati dal medesimo avvocato. Nel loro atto di intervento, chiedevano in via principale che il terreno fosse trasferito a loro congiuntamente o, in subordine, singolarmente a quello tra loro che il Tribunale avesse ritenuto ‘preferibile’.

La Decisione della Corte d’Appello e il Conflitto d’Interessi

Il Tribunale di primo grado aveva dato ragione a uno degli intervenienti. Tuttavia, la Corte d’Appello ha ribaltato completamente la decisione. I giudici di secondo grado hanno ravvisato d’ufficio una palese situazione di conflitto d’interessi nel retratto agrario a carico del legale dei due intervenienti. Secondo la Corte territoriale, non è possibile che un unico difensore rappresenti due parti i cui interessi sono intrinsecamente in competizione per l’acquisizione dello stesso bene. Di conseguenza, ha dichiarato invalido il loro atto di intervento congiunto e ha accolto la domanda della prima attrice.

Il Ricorso in Cassazione

L’erede dell’interveniente che aveva vinto in primo grado ha proposto ricorso in Cassazione, contestando la tesi del conflitto d’interessi. Secondo la sua difesa:

1. La giurisprudenza ammette l’esercizio congiunto del diritto di retratto da parte di più confinanti.
2. La richiesta era stata formulata in modo da superare il conflitto, chiedendo l’attribuzione congiunta e, solo in subordine, una scelta da parte del giudice, rimettendosi alla sua valutazione.
3. In ogni caso, il conflitto di interessi, se mai esistito, era venuto meno nel giudizio d’appello, dove solo uno degli originari intervenienti si era costituito.

La difesa ha inoltre sollevato numerose altre questioni procedurali, tra cui la violazione del principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato e il difetto di motivazione della sentenza d’appello.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione, con la presente ordinanza interlocutoria, non ha deciso il merito della controversia. Ha invece ritenuto che le questioni sollevate, in particolare quella relativa al conflitto d’interessi nel retratto agrario nel caso di patrocinio congiunto, presentassero un ‘rilievo nomofilattico’.

Questo significa che la Corte ha riconosciuto la questione come di fondamentale importanza per l’uniforme interpretazione del diritto. Stabilire se e a quali condizioni più confinanti possano essere difesi dallo stesso legale in una causa di retratto è un punto che necessita di un chiarimento autorevole per evitare futuri contrasti giurisprudenziali. Per questo motivo, anziché decidere in adunanza camerale (una procedura più snella), ha disposto il rinvio della trattazione a una pubblica udienza, dove il dibattito potrà essere più ampio e approfondito.

Conclusioni

L’ordinanza in esame lascia la questione aperta, ma lancia un segnale chiaro: la giurisprudenza sul conflitto d’interessi nel retratto agrario potrebbe essere prossima a un’importante precisazione. La futura sentenza, che verrà emessa dopo la pubblica udienza, avrà il compito di bilanciare il diritto alla difesa con la necessità di evitare che posizioni potenzialmente confliggenti siano gestite da un unico patrocinatore. Il risultato di questo giudizio sarà di fondamentale interesse per tutti gli operatori del diritto agrario, che attendono indicazioni chiare su come gestire le complesse situazioni di prelazione e retratto con una pluralità di aventi diritto.

Un unico avvocato può difendere più confinanti che esercitano il retratto agrario sullo stesso terreno?
L’ordinanza non fornisce una risposta definitiva. Evidenzia che la questione è complessa e di notevole importanza giuridica (‘rilievo nomofilattico’), motivo per cui ha rinviato il caso a una pubblica udienza per un esame più approfondito prima di emettere una decisione.

Qual è la decisione finale della Corte di Cassazione in questo provvedimento?
Non c’è una decisione finale sul merito della causa. La Corte emette un’ordinanza interlocutoria con cui dispone che il caso venga discusso in una pubblica udienza, anziché in una camera di consiglio, a causa della rilevanza delle questioni legali sollevate.

Perché la Corte d’Appello aveva ritenuto nullo l’intervento dei due confinanti?
La Corte d’Appello aveva rilevato d’ufficio una situazione di conflitto di interessi, ritenendo che un unico avvocato non potesse rappresentare validamente due parti in competizione per l’acquisizione dello stesso diritto sul medesimo bene. Questo conflitto, secondo i giudici d’appello, rendeva invalido il loro atto di intervento nel processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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