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Concorso di colpa assegno: spedizione e responsabilità

Una società assicurativa ha spedito un assegno non trasferibile tramite posta ordinaria. L’assegno è stato sottratto e incassato fraudolentemente presso un ente postale. I giudici di merito hanno stabilito un concorso di colpa al 50% tra la società, per aver scelto un metodo di spedizione non sicuro, e l’ente postale, per l’errata identificazione del prenditore. La società ha presentato ricorso in Cassazione ma ha successivamente rinunciato, portando la Suprema Corte a dichiarare l’estinzione del giudizio. La decisione conferma l’importanza della scelta di metodi di spedizione sicuri per i titoli di credito.

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Concorso di colpa assegno: la responsabilità nella spedizione

L’invio di un assegno tramite posta ordinaria può sembrare una prassi comoda, ma nasconde insidie significative. In caso di furto e incasso fraudolento, di chi è la colpa? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, pur concludendosi con una declaratoria di estinzione del giudizio, fa luce sul principio del concorso di colpa assegno, consolidando la ripartizione di responsabilità tra chi spedisce il titolo in modo non sicuro e l’intermediario che lo paga alla persona sbagliata.

I Fatti di Causa

Una nota compagnia assicurativa, che chiameremo Compagnia Alfa, emetteva un assegno bancario non trasferibile di quasi 20.000 euro come risarcimento per un sinistro. L’assegno veniva spedito alla beneficiaria tramite posta ordinaria. Tuttavia, il titolo non è mai arrivato a destinazione. È stato invece rubato e, successivamente, incassato da una persona sconosciuta presso un ufficio dell’Ente Postale Beta, che ha pagato l’importo dopo un’identificazione evidentemente errata.

Costretta a emettere un secondo assegno per saldare il proprio debito con la legittima beneficiaria, la Compagnia Alfa citava in giudizio l’Ente Postale Beta per ottenere il risarcimento del danno subito, sostenendo la sua esclusiva responsabilità per il pagamento irregolare.

Le Decisioni dei Giudici di Merito e il concorso di colpa assegno

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno riconosciuto la responsabilità dell’Ente Postale Beta per non aver agito con la dovuta diligenza nell’identificare il presentatore dell’assegno. Tuttavia, hanno ritenuto che anche la Compagnia Alfa avesse una parte di colpa.

I giudici hanno stabilito un concorso di colpa assegno al 50%, condannando l’Ente Postale a risarcire solo la metà della somma. La colpa della Compagnia Alfa risiedeva nella scelta imprudente di spedire un titolo di credito di importo rilevante tramite posta ordinaria, un metodo che non offre alcuna garanzia di ricezione né tracciabilità. Questa scelta, secondo i tribunali, è stata sistematica e consapevole, nonostante l’elevato rischio di furti e truffe, ben noto a un operatore professionale come una compagnia di assicurazioni.

La Violazione delle Norme sulla Spedizione

La decisione dei giudici di merito si è basata non solo su una generica imprudenza, ma anche sulla violazione di una norma specifica. Un decreto ministeriale del 2004 stabilisce infatti che la spedizione di denaro, preziosi e titoli deve avvenire obbligatoriamente tramite posta assicurata. Inviando l’assegno con posta ordinaria, la Compagnia Alfa ha violato questa disposizione, commettendo una colpa specifica che si è aggiunta alla colpa generica per negligenza.

La Rinuncia al Ricorso e l’Ordinanza della Cassazione

Insoddisfatta della decisione d’appello, la Compagnia Alfa ha proposto ricorso per cassazione. Tuttavia, prima dell’udienza, la stessa compagnia ha depositato un atto di rinuncia al ricorso. Di conseguenza, la Suprema Corte non è entrata nel merito della questione, ma si è limitata a prendere atto della rinuncia e a dichiarare l’estinzione del giudizio. Questo significa che la sentenza della Corte d’Appello, che stabiliva il concorso di colpa al 50%, è diventata definitiva.

Le Motivazioni

Sebbene la Cassazione non abbia fornito nuove motivazioni sul merito, la vicenda cristallizza un principio fondamentale. Le motivazioni delle corti inferiori, divenute definitive, chiariscono che il mittente di un assegno ha il dovere di adottare tutte le cautele necessarie per prevenire il rischio di smarrimento o furto. Scegliere la posta ordinaria, un sistema intrinsecamente insicuro per l’invio di valori, costituisce un comportamento negligente che contribuisce a causare il danno. Questa negligenza non elimina la responsabilità della banca o dell’ente pagatore che esegue il pagamento a una persona non legittimata, ma la attenua, portando a una ripartizione della responsabilità.

Le Conclusioni

La lezione pratica che si trae da questo caso è chiara: la spedizione di assegni o altri titoli di credito deve sempre avvenire attraverso canali sicuri e tracciabili, come la posta assicurata o il corriere. Affidarsi alla posta ordinaria, sebbene più economico, espone a un rischio concreto che, in caso di problemi, si traduce in un concorso di colpa assegno. Le aziende, in particolare quelle che gestiscono professionalmente l’invio di pagamenti, devono essere consapevoli che la scelta di un metodo di spedizione insicuro equivale a una corresponsabilità nel danno che potrebbe derivarne. La prudenza non è solo una buona pratica, ma un obbligo giuridico la cui violazione ha conseguenze patrimoniali dirette.

Chi è responsabile se un assegno non trasferibile spedito con posta ordinaria viene rubato e incassato da un truffatore?
Secondo i principi confermati in questa vicenda, la responsabilità è condivisa (concorso di colpa). L’intermediario che paga l’assegno è responsabile per l’errata identificazione, ma anche il mittente è responsabile per aver scelto un metodo di spedizione non sicuro che ha contribuito al verificarsi del danno.

È considerato negligente spedire un assegno tramite posta ordinaria?
Sì, le corti hanno ritenuto che la spedizione di un assegno, specialmente di importo rilevante, tramite posta ordinaria sia una condotta imprudente e negligente. Tale comportamento viola anche le normative postali che impongono l’uso della posta assicurata per l’invio di titoli e valori.

Cosa succede se si rinuncia al ricorso in Cassazione prima della decisione?
Se la parte ricorrente rinuncia al ricorso e la controparte ne viene a conoscenza, la Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio. Questo significa che il processo si chiude senza una sentenza nel merito e la decisione del grado precedente (in questo caso, della Corte d’Appello) diventa definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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