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Competenza territoriale liquidazione: il COMI e la sede

Una sentenza della Corte d’Appello di Roma chiarisce i criteri per la determinazione della competenza territoriale liquidazione. Il caso riguardava una società con sede legale a Roma e centro operativo a Novara. La Corte ha rigettato il reclamo contro la dichiarazione di liquidazione, stabilendo che, a seguito della chiusura della sede operativa, la presunzione di coincidenza del Centro degli Interessi Principali (COMI) con la sede legale non era stata superata, confermando così la competenza del Tribunale di Roma e lo stato di insolvenza della società.

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Competenza Territoriale Liquidazione: Quando la Sede Legale Prevale sul Centro Operativo

La determinazione della competenza territoriale liquidazione è un passo cruciale che può influenzare l’intero corso di una procedura concorsuale. La recente sentenza della Corte d’Appello di Roma offre un’analisi approfondita del concetto di COMI (Center of Main Interests), chiarendo le condizioni in cui la presunzione di coincidenza con la sede legale diventa insuperabile, specialmente in seguito alla cessazione delle attività operative in una sede diversa.

I Fatti di Causa

Una società, con sede legale a Roma, è stata dichiarata in stato di liquidazione giudiziale dal Tribunale capitolino su istanza di un creditore istituzionale. L’amministratore della società ha presentato reclamo, sostenendo l’incompetenza territoriale del Tribunale di Roma a favore di quello di Novara. Secondo il reclamante, il COMI, ovvero il centro degli interessi principali della società, si trovava in provincia di Novara, dove era situata la sede operativa ereditata da una fusione per incorporazione inversa. Veniva inoltre contestato lo stato di insolvenza.

La Decisione sulla Competenza Territoriale della Liquidazione

Il cuore della controversia risiede nell’individuazione del COMI. La Corte d’Appello, pur riconoscendo che per un certo periodo il centro direttivo e organizzativo fosse effettivamente a Novara, ha rigettato l’eccezione di incompetenza. La decisione si fonda su un evento determinante: la cessazione ufficiale della sede operativa novarese, avvenuta circa un anno prima del deposito del ricorso per la liquidazione.

Il Principio del COMI e la Presunzione della Sede Legale

La normativa, sia europea (Reg. UE n. 848/2015) che nazionale (Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza), stabilisce una presunzione relativa: il COMI si presume coincidente con la sede legale dell’impresa. Questa presunzione può essere superata fornendo prove oggettive, riconoscibili dai terzi, che dimostrino come la gestione abituale degli interessi dell’impresa avvenga in un luogo diverso. Nel caso di specie, fino a quando la sede di Novara è rimasta operativa, questa prova esisteva.

L’Irrilevanza del Trasferimento del COMI

Tuttavia, con la chiusura della sede operativa, la situazione è cambiata radicalmente. La Corte ha osservato che, a partire da quella data, la società era entrata in una fase di sostanziale inattività e il reclamante non ha fornito alcuna prova che un nuovo centro direttivo effettivo si fosse stabilito in un luogo diverso dalla sede legale di Roma. Di conseguenza, la presunzione di coincidenza tra COMI e sede legale è tornata a essere pienamente operativa. Inoltre, l’art. 28 del Codice della Crisi stabilisce che il trasferimento del COMI intervenuto nell’anno antecedente al deposito della domanda di liquidazione è inefficace ai fini della determinazione della competenza. La cessazione della sede operativa, ripristinando di fatto il COMI presso la sede legale, è avvenuta proprio all’interno di questo ‘periodo sospetto’, rendendo inattaccabile la competenza del Tribunale di Roma.

La Conferma dello Stato di Insolvenza

La Corte ha inoltre respinto le argomentazioni del reclamante sullo stato di salute della società, confermando la sussistenza di un grave stato di insolvenza.

Gli Indicatori di Crisi

Diversi elementi hanno condotto a questa conclusione:
* Un’esposizione debitoria erariale di oltre 29 milioni di euro, basata su cartelle di pagamento non contestate.
* Un passivo complessivo accertato di oltre 130 milioni di euro.
* L’esito infruttuoso di procedure esecutive.
* Gravi irregolarità contabili e bilanci inattendibili che sottostimavano il passivo.
* Un patrimonio netto negativo per oltre 7 milioni di euro sin dal 2018.

La difesa, basata sul presunto valore di asset immateriali (proprietà intellettuale), è stata ritenuta irrilevante, poiché la pronta liquidabilità di tali beni non era stata dimostrata, un requisito fondamentale per valutarne l’impatto sulla capacità di soddisfare i creditori.

Le Motivazioni

La Corte ha ribadito che la presunzione di coincidenza tra COMI e sede legale, sebbene relativa, acquista una forza decisiva quando viene a mancare un centro operativo alternativo riconoscibile dai terzi. La cessazione delle attività in una sede secondaria, senza la creazione di un nuovo centro direttivo altrove, riporta automaticamente la competenza territoriale al luogo della sede legale. Per quanto riguarda l’insolvenza, la presenza di debiti ingenti, liquidi ed esigibili, unita a una serie di indicatori negativi, è sufficiente a dimostrare l’incapacità strutturale dell’impresa di far fronte regolarmente alle proprie obbligazioni.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un importante principio sulla competenza territoriale liquidazione: la stabilità della sede legale come criterio principale per la giurisdizione, a meno di prove concrete e attuali di un diverso centro di interessi. Per le imprese, ciò significa che la semplice esistenza passata di una sede operativa non è sufficiente a radicare la competenza in quel luogo se tale sede ha cessato di esistere. La decisione sottolinea inoltre l’importanza per i debitori di fornire prove solide e attuali per contestare sia la competenza che lo stato di insolvenza, non potendo fare affidamento su situazioni pregresse o su valori patrimoniali di incerta realizzazione.

Come si determina il tribunale competente in una procedura di liquidazione giudiziale?
La competenza territoriale nei procedimenti di liquidazione giudiziale si determina in base al ‘centro degli interessi principali’ (COMI) del debitore. La legge presume che il COMI coincida con la sede legale risultante dal registro delle imprese.

È possibile contestare la presunzione che il COMI coincida con la sede legale?
Sì, la presunzione che il COMI coincida con la sede legale è relativa e può essere superata. È necessario dimostrare, con prove oggettive e riconoscibili dai terzi, che il luogo in cui l’imprenditore gestisce abitualmente i suoi interessi (il centro direttivo, amministrativo e organizzativo) si trova in un luogo diverso dalla sede legale.

Quando un trasferimento del COMI diventa irrilevante per determinare la giurisdizione?
Secondo l’art. 28 del Codice della Crisi d’Impresa, il trasferimento del COMI avvenuto nell’anno che precede il deposito della domanda di liquidazione giudiziale non è rilevante ai fini della determinazione del tribunale competente. Questa norma mira a prevenire trasferimenti opportunistici della sede per scegliere un tribunale più favorevole.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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