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Competenza territoriale lavoro: nullo il foro scelto

Un sindacato ha citato in giudizio un lavoratore basandosi su una clausola di foro esclusivo contenuta nell’accordo di adesione. La Corte di Cassazione ha dichiarato nulla tale clausola, riaffermando il principio della inderogabile competenza territoriale lavoro stabilita dall’art. 413 c.p.c. e assegnando il caso al tribunale del luogo di lavoro, residenza del lavoratore e sede dell’azienda.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Competenza territoriale lavoro: perché la scelta del foro nel contratto è nulla

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale nel diritto processuale del lavoro: la competenza territoriale lavoro non può essere decisa liberamente dalle parti. Anche quando una clausola specifica è inserita in un accordo, come quello di adesione a un sindacato, questa è da considerarsi nulla se contrasta con i criteri inderogabili fissati dalla legge. Analizziamo questa importante decisione.

I fatti del caso

Un’organizzazione sindacale aveva citato in giudizio un lavoratore presso il Tribunale di Nocera Inferiore per ottenere il pagamento delle quote associative non versate. La scelta di questo tribunale si basava su una clausola, contenuta nella scheda di adesione al sindacato firmata dal lavoratore, che indicava Nocera Inferiore come foro competente per ogni controversia.

Il Tribunale di Nocera Inferiore, tuttavia, aveva declinato la propria competenza, indicando come foro corretto quello di Vicenza. La motivazione era chiara: Vicenza era il luogo dove era sorto e si svolgeva il rapporto di lavoro, dove si trovava la sede legale del datore di lavoro e, infine, dove risiedeva il lavoratore. Tutti questi elementi convergevano nell’individuare la competenza del Tribunale di Vicenza, secondo le norme specifiche previste per le cause di lavoro.

La questione della competenza territoriale lavoro e il ricorso in Cassazione

Il sindacato ha contestato la decisione, presentando ricorso in Cassazione per regolamento di competenza. Sosteneva che la clausola sottoscritta dal lavoratore dovesse prevalere, in quanto la controversia riguardava il pagamento della quota associativa, un’obbligazione distinta dal rapporto di lavoro subordinato. La Corte di Cassazione, però, ha respinto il ricorso, confermando la competenza del Tribunale di Vicenza.

Le motivazioni

La Corte ha chiarito che, nel momento in cui il sindacato stesso ha scelto di agire utilizzando il rito del lavoro, ha implicitamente accettato l’applicazione di tutte le sue regole, comprese quelle sulla competenza. L’articolo 413 del codice di procedura civile stabilisce dei fori alternativi per le controversie di lavoro (luogo in cui è sorto il rapporto, luogo dove si trova l’azienda o una sua dipendenza) che sono inderogabili.

L’ultimo comma dello stesso articolo sancisce la nullità di qualsiasi patto contrario. Questa nullità si estende a tutti i rapporti strettamente connessi a quello di lavoro, come l’accordo di adesione sindacale che prevede il versamento di quote tramite una trattenuta sulla retribuzione. Questo meccanismo, ha spiegato la Corte, si configura come una cessione di credito dal lavoratore al sindacato, un negozio giuridico accessorio e funzionale al rapporto di lavoro principale.

Le conclusioni

La decisione della Cassazione è un’importante conferma a tutela del lavoratore, considerato parte debole del rapporto. Stabilisce che la protezione offerta dalle norme sulla competenza territoriale lavoro non può essere aggirata da clausole inserite in accordi accessori, come le tessere sindacali. Di conseguenza, per le controversie relative al pagamento delle quote sindacali, se si agisce con il rito del lavoro, la competenza spetta inderogabilmente al giudice del luogo in cui si svolge il rapporto di lavoro, a prescindere da quanto pattuito diversamente tra lavoratore e sindacato.

È possibile scegliere un tribunale diverso da quello previsto dalla legge per le cause di lavoro?
No. L’articolo 413 del codice di procedura civile stabilisce criteri di competenza territoriale inderogabili per le controversie di lavoro, e qualsiasi patto contrario tra le parti è considerato nullo.

La clausola che stabilisce il foro competente nell’accordo di adesione sindacale è valida?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che tale clausola è nulla. La controversia sulle quote sindacali è strettamente collegata al rapporto di lavoro e, se si procede con il rito del lavoro, si applicano le regole sulla competenza territoriale previste per quest’ultimo.

Perché la controversia sulla quota sindacale è considerata una causa di lavoro?
Perché è legata a un rapporto strettamente connesso a quello di lavoro. Il versamento delle quote avviene spesso tramite una trattenuta sulla retribuzione, che la giurisprudenza inquadra come una cessione di credito del lavoratore verso il sindacato, un atto funzionale al rapporto di impiego principale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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