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Competenza territoriale crisi impresa: sede legale

Una società sportiva trasferisce la propria sede legale da una città all’altra poche settimane prima di depositare un ricorso per concordato preventivo. Il tribunale della nuova sede, dopo aver inizialmente affermato la propria giurisdizione, dichiara la propria incompetenza a favore del tribunale della sede precedente, applicando la regola che considera il centro degli interessi principali nell’anno antecedente la domanda. La questione, di rilevante importanza nomofilattica sotto il nuovo Codice della Crisi, viene rimessa dalla Corte di Cassazione a una pubblica udienza per una decisione approfondita, data l’assenza di precedenti specifici.

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Competenza territoriale crisi impresa: quando il trasferimento della sede fa la differenza

L’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione in esame affronta una questione cruciale per le aziende in difficoltà: la determinazione della competenza territoriale crisi impresa quando la sede legale viene spostata poco prima di avviare una procedura di risoluzione della crisi. Questa decisione evidenzia il conflitto tra la necessità di ancorare la competenza a un dato storico e certo e l’esigenza di riflettere la realtà operativa attuale dell’impresa.

I Fatti del Caso

Una nota società sportiva, con storica sede in una città toscana, decideva di trasferire la propria sede legale a Roma. Circa due settimane dopo questo trasferimento, la società depositava presso il Tribunale di Roma un ricorso per l’ammissione al concordato preventivo, chiedendo contestualmente l’applicazione di misure protettive contro le azioni dei creditori.

Inizialmente, il Tribunale di Roma accoglieva l’istanza, affermando la propria competenza in base alla nuova sede legale e concedendo le misure protettive richieste. Tuttavia, dopo il deposito del piano concordatario da parte della società, lo stesso tribunale cambiava orientamento. Con una successiva ordinanza, dichiarava la propria incompetenza territoriale in favore del tribunale della città di provenienza, disponendo la trasmissione degli atti a quest’ultimo.

La ragione di tale inversione risiedeva nell’applicazione dell’art. 28 del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII), che stabilisce la competenza del tribunale nel cui circondario il debitore ha avuto il “centro degli interessi principali” nell’anno antecedente il deposito della domanda. Poiché il trasferimento era avvenuto solo due settimane prima, il tribunale ha ritenuto che per la maggior parte dell’anno di riferimento il centro direzionale dell’impresa fosse ancora nella vecchia sede.

Contro questa decisione, la società ha proposto ricorso per regolamento di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Questione sulla Competenza Territoriale Crisi Impresa

Il cuore della controversia legale si concentra sull’interpretazione dell’articolo 28 del CCII. La società ricorrente ha avanzato due principali motivi di ricorso:

1. Interpretazione Evolutiva vs. Letterale: La società ha sostenuto che la norma sulla competenza territoriale crisi impresa non dovrebbe essere interpretata in modo rigido e formalistico. Secondo la sua tesi, la legge dovrebbe tenere conto della situazione attuale e operativa dell’impresa al momento della domanda. Il trasferimento della sede legale, rappresentando un cambiamento sostanziale nelle dinamiche aziendali, dovrebbe essere considerato l’elemento determinante, a prescindere dal fatto che sia avvenuto nell’anno precedente.

2. Preclusione della Decisione sulla Competenza: La ricorrente ha inoltre argomentato che il Tribunale di Roma, avendo già valutato e affermato la propria competenza in un primo provvedimento, non avrebbe potuto rimettere in discussione tale decisione in un momento successivo, in assenza di nuovi elementi. Secondo questa visione, una volta accertata la competenza, la decisione diventa stabile per il prosieguo del procedimento.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione, con la presente ordinanza interlocutoria, non ha fornito una risposta definitiva nel merito, ma ha riconosciuto la particolare rilevanza della questione. Il Collegio ha osservato che la problematica, specialmente per quanto riguarda il secondo motivo di ricorso (la preclusione a riesaminare la competenza), è nuova e priva di precedenti specifici sotto la vigenza del nuovo Codice della Crisi d’Impresa. Il riferimento giurisprudenziale citato (Cass. n. 3239/2023) riguardava la disciplina previgente (legge fallimentare) e non è direttamente applicabile al caso di specie.

La particolare rilevanza nomofilattica della questione, ovvero la necessità di fornire un’interpretazione uniforme e autorevole su un punto controverso del nuovo diritto della crisi d’impresa, ha spinto la Corte a non decidere in camera di consiglio. Ha ritenuto opportuno, invece, rinviare la causa a una pubblica udienza per consentire un dibattito più approfondito e una ponderazione completa di tutti gli interessi in gioco. Questa scelta sottolinea la delicatezza e l’importanza del principio che sarà stabilito, il quale influenzerà futuri casi simili.

Le Conclusioni

In conclusione, l’ordinanza interlocutoria non risolve il caso, ma lo prepara per una decisione di principio. La futura sentenza della Corte di Cassazione a sezioni unite chiarirà se, nelle procedure di crisi d’impresa, la competenza territoriale crisi impresa debba essere ancorata a un criterio storico e formale (la sede nell’anno precedente) o se debba prevalere una valutazione più dinamica e sostanziale, legata all’effettivo centro operativo al momento della domanda. Inoltre, la Corte dovrà stabilire i limiti temporali entro cui un giudice può riesaminare d’ufficio la propria competenza in queste complesse procedure, bilanciando le esigenze di certezza del diritto con la corretta applicazione delle norme procedurali. La decisione finale avrà implicazioni significative per le strategie di ristrutturazione aziendale e per la pianificazione delle procedure concorsuali.

Quale tribunale è competente se un’azienda trasferisce la sede legale poco prima di avviare una procedura di crisi?
Secondo l’ordinanza impugnata, la competenza è del tribunale del luogo dove l’azienda aveva il centro dei suoi interessi principali per la maggior parte dell’anno precedente al deposito della domanda, indipendentemente dal recente trasferimento della sede legale. La questione è però stata rimessa alla Cassazione per una decisione definitiva.

Può un tribunale dichiararsi incompetente dopo aver inizialmente affermato la propria competenza?
La società ricorrente sostiene di no, affermando che la decisione sulla competenza, una volta presa, non dovrebbe essere riesaminata in assenza di nuovi fatti. La Corte di Cassazione ha ritenuto questa specifica questione nuova e meritevole di un approfondimento in pubblica udienza.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha ritenuto che la questione avesse una particolare rilevanza nomofilattica, ossia l’importanza di stabilire un principio di diritto uniforme su una materia regolata dal nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, sulla quale non esistono precedenti specifici. Per questo motivo ha disposto la trattazione in pubblica udienza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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