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Competenza territoriale crisi d’impresa: sede legale

La Corte di Cassazione ha stabilito che, in materia di competenza territoriale crisi d’impresa, il trasferimento della sede legale di una società nell’anno antecedente il deposito della domanda di accesso a una procedura concorsuale non è rilevante. La giurisdizione rimane radicata presso il tribunale della sede precedente, in applicazione della norma anti-abuso (c.d. forum shopping) prevista dal Codice della Crisi. La Corte ha inoltre chiarito che il tribunale può dichiarare la propria incompetenza anche dopo aver emesso provvedimenti iniziali, non appena riceve la documentazione completa per decidere sull’ammissione alla procedura.

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Competenza territoriale crisi d’impresa: il trasferimento di sede legale non basta

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per le aziende in difficoltà: la competenza territoriale crisi d’impresa. La decisione chiarisce che il trasferimento strategico della sede legale poco prima di avviare una procedura di risanamento non è sufficiente a radicare la competenza nel nuovo foro. Questa pronuncia consolida il principio anti-abuso volto a prevenire il cosiddetto “forum shopping”, garantendo maggiore certezza per i creditori.

I Fatti di Causa

Una società sportiva, originariamente con sede in una città (che chiameremo Siena), decideva di trasferire la propria sede legale in un’altra grande città (che chiameremo Roma). Circa due settimane dopo questo trasferimento, la società depositava presso il Tribunale di Roma una domanda di concordato preventivo “con riserva”, chiedendo al contempo l’emissione di misure protettive contro le azioni esecutive dei creditori.

Inizialmente, il Tribunale di Roma accoglieva l’istanza, concedendo le misure e assegnando un termine per il deposito del piano concordatario completo. Tuttavia, una volta depositata la proposta definitiva, lo stesso Tribunale riconsiderava la propria posizione e dichiarava la propria incompetenza territoriale in favore del Tribunale di Siena. La motivazione si basava sul fatto che il trasferimento della sede era avvenuto nell’anno antecedente il deposito della domanda di crisi, rendendo applicabile la specifica norma del Codice della Crisi (art. 28) che “congela” la competenza al foro precedente.

La società ha quindi impugnato questa decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo che il Tribunale di Roma, avendo già esercitato la propria giurisdizione, non potesse più dichiararsi incompetente.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla competenza territoriale crisi d’impresa

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando la decisione del Tribunale di Roma. I giudici di legittimità hanno ribadito la validità e la centralità della regola anti “forum shopping” introdotta dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII).

Le Motivazioni: la Regola Anti “Forum Shopping” del Codice della Crisi

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione degli articoli 27 e 28 del CCII. La competenza per le procedure di crisi è determinata dal “centro degli interessi principali” (COMI) del debitore, che si presume coincidere con la sede legale.

Tuttavia, l’art. 28 introduce un’eccezione fondamentale: se il COMI è stato trasferito nell’anno che precede il deposito della domanda, tale trasferimento è irrilevante. La competenza rimane radicata presso il tribunale del luogo in cui il COMI si trovava prima del trasferimento. Questa norma ha lo scopo esplicito di impedire al debitore di scegliere un tribunale potenzialmente più favorevole, garantendo stabilità e prevedibilità per i creditori.

La Corte ha inoltre affrontato un altro punto sollevato dalla ricorrente: il momento in cui il giudice può sollevare la questione di competenza. Secondo la Cassazione, nella procedura di concordato con riserva, il giudice può effettuare una valutazione completa della propria competenza solo quando dispone di tutti gli elementi necessari, ovvero con il deposito del piano, della proposta e della documentazione completa. Le decisioni preliminari, come la concessione di misure protettive, hanno carattere provvisorio e sommario e non creano una preclusione che impedisca al tribunale di dichiarare, in un secondo momento, la propria incompetenza.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza offre importanti indicazioni pratiche per imprese, professionisti e creditori:

1. Certezza della Giurisdizione: Il principio del “congelamento” della competenza per un anno dal trasferimento della sede legale è una regola assoluta. Le imprese che pianificano di accedere a una procedura di regolazione della crisi devono essere consapevoli che un recente cambio di sede non influenzerà la scelta del tribunale competente.
2. Irrilevanza delle Decisioni Preliminari: L’emissione di provvedimenti cautelari o protettivi nella fase iniziale della procedura non significa che il tribunale abbia definitivamente accettato la propria competenza. La valutazione finale avverrà solo nella fase di ammissione al concordato vero e proprio.
3. Tutela dei Creditori: La norma e la sua interpretazione rafforzano la tutela dei creditori, che possono fare affidamento su un criterio di competenza stabile e non soggetto a manipolazioni dell’ultimo minuto da parte del debitore.

In definitiva, la Corte di Cassazione ribadisce che la trasparenza e la correttezza procedurale sono valori fondamentali nel diritto della crisi d’impresa, e le norme sulla competenza territoriale sono uno strumento essenziale per garantirli.

Se un’impresa trasferisce la propria sede legale, quale tribunale è competente per la sua procedura di crisi?
La competenza spetta al tribunale del luogo in cui si trova il “centro degli interessi principali” (COMI) dell’impresa. Tuttavia, se il trasferimento avviene nell’anno precedente al deposito della domanda di crisi, la competenza rimane radicata presso il tribunale della sede precedente, per evitare pratiche di “forum shopping”.

Il tribunale può cambiare idea sulla propria competenza dopo aver già concesso delle misure protettive?
Sì. Nelle procedure di concordato preventivo “con riserva”, il tribunale può riesaminare e dichiarare la propria incompetenza solo nel momento in cui riceve la proposta completa, il piano e tutta la documentazione necessaria per la valutazione di ammissibilità. Le decisioni iniziali, come la concessione di misure protettive, sono provvisorie e non impediscono una successiva declaratoria di incompetenza.

Cosa si intende per “centro degli interessi principali” (COMI) ai fini della competenza?
È il luogo dove l’impresa gestisce i suoi interessi in modo abituale e riconoscibile dai terzi. La legge presume che coincida con la sede legale risultante dal registro delle imprese, ma questa presunzione può essere superata dalla prova che il centro direttivo e amministrativo effettivo si trovi altrove.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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