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Competenza territoriale: casa non è dipendenza aziendale

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha stabilito che l’abitazione di un dipendente che lavora da remoto non costituisce automaticamente una “dipendenza aziendale”. Di conseguenza, per le controversie di lavoro, la competenza territoriale non può essere radicata nel luogo di residenza del lavoratore solo perché vi svolge la sua prestazione, ma si deve fare riferimento ai criteri ordinari come la sede dell’azienda o il luogo di stipula del contratto. La decisione chiarisce che per qualificare l’abitazione come dipendenza aziendale è necessario un collegamento funzionale significativo con l’organizzazione dell’impresa, non essendo sufficiente la mera disponibilità di strumenti come un computer.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Competenza territoriale nel lavoro agile: quando la casa del dipendente non è una sede aziendale

Con la crescente diffusione del lavoro da remoto, sorge una questione cruciale per la gestione delle controversie legali: qual è il tribunale competente? Un lavoratore può citare in giudizio l’azienda presso il foro della propria città solo perché lavora da casa? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sulla competenza territoriale nei casi di smart working, stabilendo principi chiari per distinguere il semplice luogo di lavoro da una vera e propria “dipendenza aziendale”.

I Fatti del Caso: La controversia sulla sede di lavoro

Un lavoratore citava in giudizio la propria azienda presso il Tribunale di Parma, sostenendo la sua competenza in quanto svolgeva la propria attività lavorativa dalla sua abitazione situata in quella città fin dal 2013. A suo avviso, la sua casa doveva essere considerata a tutti gli effetti una dipendenza aziendale.

L’azienda si opponeva fermamente, eccependo l’incompetenza del Tribunale di Parma. Sosteneva che il foro competente fosse invece quello di Milano, poiché la sede legale della società era a Milano e il contratto di lavoro era stato firmato in quella città. Il Tribunale di Parma accoglieva l’eccezione dell’azienda, dichiarando la propria incompetenza. Il lavoratore, non accettando la decisione, proponeva un regolamento di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione per veder riconosciute le proprie ragioni.

La Decisione della Corte: La competenza territoriale è del Tribunale di Milano

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del lavoratore, confermando la decisione del Tribunale di Parma. Ha quindi stabilito che la competenza territoriale a decidere la controversia spetta al Tribunale di Milano.

La Corte ha chiarito che, ai sensi dell’art. 413 del codice di procedura civile, il lavoratore può scegliere tra il foro in cui è sorto il rapporto, quello in cui si trova l’azienda o quello della dipendenza aziendale a cui è addetto. Tuttavia, nel caso specifico, l’abitazione del dipendente non possedeva le caratteristiche per essere qualificata come tale.

Le Motivazioni: Quando l’abitazione non costituisce “dipendenza aziendale”

Il cuore della pronuncia risiede nell’interpretazione del concetto di “dipendenza aziendale”. La Cassazione ha ribadito che, sebbene la giurisprudenza abbia ampliato questa nozione per tutelare il lavoratore, non si può arrivare a una totale smaterializzazione. Per qualificare un luogo come dipendenza aziendale non è sufficiente che il lavoratore vi svolga la propria prestazione, ma è necessario un collegamento oggettivo e funzionale con l’organizzazione dell’impresa.

Secondo la Corte, mancano nel caso di specie elementi significativi che possano caratterizzare l’abitazione come un’articolazione territoriale dell’azienda. Ad esempio, il lavoratore non ha dimostrato:

* La presenza di strumenti tecnico-informatici indispensabili e presenti solo presso la sua abitazione.
* L’esistenza di un account istituzionale accessibile unicamente dalla sua postazione domestica.
* Qualsiasi altro elemento che colleghi funzionalmente la sua casa all’organizzazione aziendale, al di là della semplice dotazione di un computer o di una stampante.

In sostanza, l’abitazione è stata considerata unicamente come il luogo scelto dal lavoratore per eseguire la prestazione, ma priva di quella “individualità tecnico-economica” che la renderebbe una proiezione organizzativa dell’azienda. La stipula di un patto di lavoro agile, che concede al lavoratore la libertà di scegliere dove lavorare, ha ulteriormente rafforzato questa conclusione, poiché è in contrasto con l’idea di una sede fissa e predeterminata dall’azienda.

Le Conclusioni: Implicazioni pratiche per lavoratori e aziende

Questa ordinanza fornisce un importante criterio guida per le controversie di lavoro nell’era dello smart working. Per radicare la competenza territoriale presso il foro dell’abitazione del dipendente, quest’ultimo deve fornire la prova di un nesso funzionale forte e oggettivo tra la propria casa e la struttura aziendale. La semplice esecuzione del lavoro da remoto non è, di per sé, sufficiente. In assenza di tale prova, i criteri per determinare il giudice competente restano quelli tradizionali: il luogo dove è stata costituita la società e dove è stato firmato il contratto.

Quando l’abitazione di un lavoratore in smart working può essere considerata “dipendenza aziendale” ai fini della competenza territoriale?
L’abitazione di un lavoratore può essere considerata “dipendenza aziendale” solo se esiste un significativo collegamento funzionale con l’organizzazione dell’impresa. Non basta svolgervi la prestazione lavorativa, ma occorre dimostrare la presenza di beni e strumenti organizzati dall’azienda che la caratterizzino come un’articolazione territoriale della stessa (es. strumenti informatici specifici e indispensabili, accessibili solo da lì).

Quali sono i criteri principali per determinare il tribunale competente in una causa di lavoro?
Secondo l’art. 413 c.p.c., i criteri alternativi sono: il luogo in cui è sorto il rapporto di lavoro, il luogo in cui si trova l’azienda (sede legale), oppure il luogo in cui si trova la dipendenza aziendale alla quale il lavoratore è addetto.

La stipula di un patto di lavoro agile influisce sulla determinazione della competenza territoriale?
Sì, secondo la Corte, la possibilità per il lavoratore di scegliere liberamente il luogo dove prestare la propria attività, tipica del lavoro agile, indebolisce la tesi che l’abitazione possa essere considerata una dipendenza aziendale fissa. Questa libertà di scelta contrasta con l’idea di un luogo oggettivamente individuato come articolazione dell’impresa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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