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Competenza liquidazione giudiziale: sede legale e COMI

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22302/2025, ha stabilito che per la competenza liquidazione giudiziale è irrilevante il trasferimento della sede legale di una società se avvenuto nell’anno antecedente al deposito dell’istanza. La competenza rimane radicata presso il tribunale della sede precedente, in applicazione del principio di cristallizzazione del foro competente previsto dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza.

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Competenza Liquidazione Giudiziale: Sede Legale Trasferita? Decide il Vecchio Tribunale

Determinare quale tribunale sia competente ad aprire una procedura di insolvenza è un passo fondamentale che garantisce la certezza del diritto. La questione della competenza liquidazione giudiziale diventa particolarmente delicata quando una società, poco prima della richiesta di apertura della procedura, trasferisce la propria sede legale. Con la recente ordinanza n. 22302 del 2025, la Corte di Cassazione ribadisce un principio cruciale: il trasferimento della sede nell’anno antecedente alla domanda è inefficace ai fini della determinazione del giudice competente. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Un Trasferimento di Sede Strategico?

La vicenda trae origine dalla richiesta di apertura della liquidazione giudiziale presentata da un creditore nei confronti di una società di costruzioni. L’istanza viene depositata presso il Tribunale di Salerno. Quest’ultimo, tuttavia, dichiara la propria incompetenza a favore del Tribunale di Nocera Inferiore, basandosi sul fatto che la sede legale della società debitrice risultava, dal registro delle imprese, nel comune di Pagani, rientrante in quella giurisdizione.

Il Tribunale di Nocera Inferiore, a sua volta, solleva un regolamento d’ufficio per conflitto di competenza. Dalla visura camerale emergeva infatti un dettaglio determinante: la società aveva trasferito la propria sede legale da Bologna a Pagani solo pochi mesi prima del deposito del ricorso. Nello specifico, il trasferimento era avvenuto il 28 marzo 2023, mentre l’istanza di liquidazione era stata presentata il 24 novembre 2023, quindi all’interno dello stesso anno.

La Questione della Competenza Liquidazione Giudiziale

Il nodo gordiano della questione risiede nell’interpretazione dell’articolo 28 del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII). Questa norma stabilisce che il trasferimento del centro degli interessi principali (COMI) dell’impresa, che di norma coincide con la sede legale, non ha effetto ai fini della competenza se interviene nell’anno che precede il deposito della domanda di accesso a una procedura di regolazione della crisi o di liquidazione giudiziale.

Questa regola, nota come principio di “cristallizzazione” del foro competente, ha una finalità antielusiva: impedire al debitore di scegliere un tribunale potenzialmente più favorevole (“forum shopping”) attraverso un trasferimento di sede poco prima dell’avvio di una procedura concorsuale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, accogliendo le conclusioni del Pubblico Ministero, ha risolto il conflitto dichiarando la competenza del Tribunale di Bologna. La decisione si fonda su un’interpretazione chiara e consolidata della normativa vigente.

Le Motivazioni

I giudici di legittimità hanno ribadito che la competenza a decidere sulle istanze di apertura delle procedure concorsuali spetta inderogabilmente al tribunale del luogo in cui l’impresa ha la sua sede effettiva, presunta coincidente con la sede legale. Tuttavia, questo principio subisce un’eccezione fondamentale per tutelare i creditori e la corretta amministrazione della giustizia. Il trasferimento della sede sociale intervenuto nell’anno antecedente all’esercizio dell’iniziativa processuale resta ininfluente ai fini della determinazione della competenza territoriale. La giurisdizione, in questi casi, rimane radicata presso il foro della sede precedente. Questo principio, già consolidato in passato, viene confermato come pienamente applicabile anche alle nuove procedure di liquidazione giudiziale.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame consolida un importante baluardo a protezione della trasparenza e dell’affidamento dei terzi. Per i creditori, significa avere la certezza che la competenza per agire contro un’impresa in crisi non possa essere alterata da trasferimenti di sede dell’ultimo minuto. Per le imprese, costituisce un monito a non utilizzare il cambio di sede legale come strumento per eludere la giurisdizione naturale predeterminata per legge. La decisione rafforza la stabilità delle regole processuali, garantendo che il foro competente per la competenza liquidazione giudiziale sia quello legato alla reale operatività storica dell’impresa, e non a scelte strategiche compiute in prossimità della crisi.

Se un’azienda trasferisce la sua sede legale, quale tribunale è competente per la liquidazione giudiziale?
Di norma, è competente il tribunale del luogo in cui si trova la nuova sede legale, in quanto si presume coincida con il centro degli interessi principali (COMI) dell’impresa.

Cosa succede se il trasferimento della sede avviene meno di un anno prima della richiesta di liquidazione giudiziale?
In questo caso, il trasferimento è irrilevante ai fini della competenza. Il tribunale competente a decidere sull’istanza rimane quello del luogo dove si trovava la sede legale prima del trasferimento, come stabilito dall’art. 28 del Codice della Crisi d’Impresa.

Questa regola si applica solo al fallimento o anche alla liquidazione giudiziale?
Sì, la Corte di Cassazione ha chiarito che i medesimi principi valgono anche per le istanze di apertura della liquidazione giudiziale, la procedura che ha sostituito il fallimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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