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Competenza geometra: limiti e cemento armato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un tecnico, confermando la nullità del suo contratto per la progettazione di un muro di contenimento. La decisione si fonda sulla valutazione della non ‘modestia’ dell’opera (oltre 30 metri di lunghezza e 3 di altezza, in cemento armato e in zona sismica), che eccedeva la competenza geometra. Il professionista, di conseguenza, ha perso il diritto al compenso. Questo caso ribadisce che la complessità tecnica e la localizzazione in area sismica sono criteri determinanti per definire i limiti professionali.

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Competenza geometra: quando un muro in cemento armato supera i limiti professionali

L’ordinanza della Corte di Cassazione, Sez. 3, n. 1748 del 16 gennaio 2024, offre un importante chiarimento sui confini della competenza geometra, specialmente in relazione a opere in cemento armato. La questione centrale riguarda la validità di un contratto d’opera professionale per la progettazione di un manufatto che, per dimensioni e caratteristiche, è stato ritenuto al di fuori delle competenze di tale figura professionale, con la conseguente perdita del diritto al compenso. Analizziamo la decisione per comprendere i criteri utilizzati dalla Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Un geometra, dopo aver progettato un muro di contenimento per un cliente, richiedeva il pagamento dei suoi compensi professionali, pari a circa 7.000 euro, ottenendo un decreto ingiuntivo. Il cliente si opponeva, sostenendo che l’opera progettata, un muro a retta in cemento armato, esulasse dalle competenze professionali del geometra, rendendo nullo il contratto d’opera intellettuale.

Sia il tribunale di primo grado sia la Corte d’Appello di Firenze accoglievano l’opposizione del cliente. I giudici di merito, basandosi anche su una consulenza tecnica d’ufficio (c.t.u.), concludevano che l’opera non potesse essere considerata una ‘costruzione modesta’. Si trattava, infatti, di un vero e proprio muro di contenimento, con struttura in cemento armato, lungo oltre 30 metri e alto circa 3, realizzato su un declivio collinare per prevenire smottamenti. Inoltre, l’opera ricadeva in un’area soggetta a vincolo ambientale e, all’epoca dei fatti, in zona sismica. Di conseguenza, il contratto veniva dichiarato nullo per violazione di norme imperative e il decreto ingiuntivo revocato.

L’Analisi della Corte e i Limiti alla Competenza Geometra

Il professionista proponeva ricorso per Cassazione, sostenendo che i giudici avessero erroneamente interpretato le norme che definiscono la competenza geometra (in particolare l’art. 16 del r.d. n. 274/1929). A suo avviso, l’opera rientrava tra le costruzioni accessorie rurali e non implicava la soluzione di complessi problemi tecnici.

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione della Corte d’Appello con una motivazione solida e in linea con il suo orientamento consolidato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ribadito che il criterio per stabilire se una costruzione rientri nella competenza del geometra è la sua ‘modestia’, intesa non in senso dimensionale assoluto, ma come assenza di particolari difficoltà tecniche. Il fatto che per la realizzazione dell’opera siano necessari calcoli complessi, che esulano dalla preparazione professionale del geometra, è dirimente.

Nel caso specifico, la Corte ha sottolineato diversi elementi che escludevano il carattere ‘modesto’ dell’opera:

1. Funzione Strutturale: Non si trattava di un semplice muretto, ma di un ‘muro di contenimento’ con l’importante funzione di prevenire il rischio di smottamento di un terreno in pendenza.
2. Materiali e Dimensioni: L’uso del cemento armato per una struttura di circa 3 metri di altezza e oltre 30 di lunghezza è stato considerato un indice di complessità.
3. Localizzazione in Zona Sismica: Questo è stato l’elemento decisivo. La Corte ha riaffermato che la costruzione in zona sismica impone l’applicazione di normative specifiche (legge n. 64/1974) e richiede calcoli strutturali complessi che sono di competenza esclusiva di professionisti laureati (ingegneri o architetti).

La Cassazione ha chiarito che il ricorso del geometra, pur formalmente denunciando una violazione di legge, mirava in realtà a ottenere una nuova e diversa valutazione dei fatti, operazione non consentita in sede di legittimità. La valutazione della ‘modestia’ dell’opera, compiuta correttamente dalla Corte d’Appello sulla base delle prove documentali e della c.t.u., non era quindi sindacabile.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale: la competenza geometra trova un limite invalicabile nella complessità tecnica dell’opera, specialmente quando sono in gioco la sicurezza e la stabilità delle strutture. La progettazione di opere in cemento armato che svolgono una funzione strutturale significativa, soprattutto se situate in zone sismiche, è riservata a figure professionali con una preparazione accademica specifica in ingegneria strutturale. Un contratto d’opera stipulato in violazione di tali limiti è nullo, con la grave conseguenza per il professionista di non aver diritto ad alcun compenso per l’attività svolta.

Un geometra può progettare opere in cemento armato?
Sì, ma solo a condizione che si tratti di ‘costruzioni modeste’ che non richiedono la soluzione di complessi problemi tecnici e calcoli strutturali avanzati. Non è l’uso del cemento armato in sé a essere precluso, ma la complessità dell’opera in cui viene impiegato.

Cosa determina se una costruzione è ‘modesta’ ai fini della competenza del geometra?
Secondo la sentenza, il criterio principale è la difficoltà tecnica della progettazione e dell’esecuzione. Elementi come le grandi dimensioni, la funzione strutturale critica (es. contenimento di un terreno) e, in modo particolare, la localizzazione dell’opera in una zona sismica, la qualificano come non modesta e quindi al di fuori della competenza del geometra.

Qual è la conseguenza legale se un geometra progetta un’opera che eccede la sua competenza professionale?
Il contratto d’opera intellettuale viene considerato nullo per contrasto con norme imperative, che sono quelle che definiscono le competenze professionali a tutela dell’interesse pubblico. Di conseguenza, il professionista non ha diritto a percepire alcun compenso per l’attività prestata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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