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Compenso professionale appalti: calcolo e varianti

Una società di progetto si opponeva a un decreto ingiuntivo per il pagamento di compensi a un raggruppamento di professionisti, lamentando inadempimenti e chiedendo un risarcimento. Il Tribunale, basandosi su una Consulenza Tecnica d’Ufficio, ha ricalcolato il compenso professionale dovuto ai professionisti in seguito all’aumento del valore dell’opera, ma li ha anche ritenuti parzialmente responsabili per difetti costruttivi, accogliendo in parte la domanda riconvenzionale della società e compensando parzialmente i rispettivi crediti.

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Compenso Professionale Appalti: Come si Calcola in Caso di Variazioni?

La determinazione del compenso professionale negli appalti, specialmente in quelli pubblici, rappresenta spesso un terreno fertile per le controversie legali. Cosa accade quando il valore finale di un’opera supera notevolmente le stime iniziali? E come si bilancia il diritto al compenso del professionista con la sua responsabilità per eventuali difetti nell’esecuzione? Una recente sentenza del Tribunale di Monza offre un’analisi dettagliata di questi aspetti, evidenziando il ruolo cruciale delle clausole contrattuali e delle perizie tecniche.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dall’opposizione di una società di progetto a un decreto ingiuntivo emesso a favore di un raggruppamento temporaneo di professionisti. Questi ultimi richiedevano il pagamento di circa 87.000 euro per prestazioni di progettazione relative alla costruzione di una nuova scuola. La società opponente non solo contestava il debito, ma avanzava una domanda riconvenzionale di circa 30.000 euro per danni, sostenendo un grave inadempimento contrattuale da parte dei professionisti, inclusi ritardi e difetti progettuali.

Dal canto loro, i professionisti difendevano la correttezza del proprio operato e sostenevano che, a causa di un significativo aumento del valore dell’opera (da 1,7 a quasi 2,7 milioni di euro), il loro compenso avrebbe dovuto essere addirittura superiore a quello inizialmente richiesto.

La Questione del Compenso Professionale negli Appalti e la Responsabilità

Il nucleo della controversia ruotava attorno a due questioni principali:

1. Il ricalcolo del compenso: Come adeguare il compenso professionale nell’appalto a fronte di un’espansione del progetto che ne ha incrementato il valore finale?
2. La responsabilità per vizi: In che misura i progettisti e direttori dei lavori possono essere ritenuti responsabili per difetti costruttivi emersi durante e dopo l’esecuzione dell’opera?

Il Tribunale ha affrontato queste complesse tematiche affidandosi a una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU), uno strumento fondamentale per dirimere le questioni tecniche che esulano dalle competenze strettamente giuridiche del giudice.

Le Motivazioni della Decisione

Il Giudice ha basato la sua decisione sulle risultanze della CTU, ritenute ampiamente motivate e non contraddittorie. In primo luogo, ha respinto l’eccezione di prescrizione sollevata dalla società, ritenendola infondata.

Nel merito, la sentenza ha seguito un percorso logico chiaro. Per quanto riguarda il compenso professionale nell’appalto, il CTU ha confermato l’aumento del valore finale dell’opera. Il contratto stipulato tra le parti prevedeva una clausola specifica (art. 12.3) che disciplinava l’adeguamento dei compensi in caso di variazioni. Sulla base di tale clausola, il Tribunale ha riconosciuto ai professionisti il diritto a un compenso aggiuntivo, ricalcolato in modo proporzionale all’aumento del valore dei lavori e applicando lo stesso sconto percentuale previsto nel contratto originario. La somma dovuta è stata quindi determinata in 51.720,00 euro (derivante da una fattura non pagata di 8.000 euro e un conguaglio di 43.720,00 euro).

Per quanto concerne la domanda riconvenzionale per danni, la CTU ha accertato la presenza di difformità costruttive, in particolare relative al sistema di smaltimento delle acque piovane, che avevano causato infiltrazioni. Il perito ha quantificato i costi di ripristino in circa 21.000 euro e ha attribuito la responsabilità in egual misura (50% ciascuno) all’impresa esecutrice e alla direzione lavori, quest’ultima in capo al raggruppamento di professionisti. Di conseguenza, il Tribunale ha condannato i professionisti a risarcire alla società di progetto un importo di 10.518,00 euro.

Le Conclusioni

La sentenza si conclude con un dispositivo che bilancia le posizioni delle parti. Il decreto ingiuntivo iniziale è stato revocato, ma la società di progetto è stata condannata a versare ai professionisti la somma ricalcolata di 51.720,00 euro. Contestualmente, i professionisti sono stati condannati a risarcire alla società 10.518,00 euro per i vizi dell’opera. Questo caso sottolinea l’importanza di redigere contratti chiari e dettagliati, che prevedano meccanismi di adeguamento dei compensi in caso di variazioni progettuali. Evidenzia, inoltre, come la responsabilità del professionista non si limiti alla sola fase di progettazione, ma si estenda anche alla supervisione dei lavori, con conseguenze patrimoniali dirette in caso di difetti riconducibili a una carente direzione.

Come si calcola il compenso aggiuntivo per un professionista se il valore di un appalto aumenta?
Secondo la sentenza, il compenso viene adeguato sulla base delle clausole contrattuali. Nel caso specifico, il contratto prevedeva un aumento proporzionale all’incremento del valore finale dell’opera, applicando la stessa percentuale di sconto pattuita per il compenso base.

Il professionista incaricato della progettazione e direzione lavori è responsabile per i difetti di costruzione?
Sì. Il Tribunale ha ritenuto il raggruppamento di professionisti corresponsabile al 50% per i difetti costruttivi (infiltrazioni d’acqua), in quanto titolare dell’incarico di direzione dei lavori e quindi del compito di supervisionare la corretta esecuzione dell’opera.

È necessario un accordo scritto per ogni variazione che comporti un aumento del compenso professionale?
La sentenza stabilisce che l’aumento del compenso era dovuto ai sensi della clausola contrattuale generale che legava l’onorario al valore finale dell’opera. L’incremento non derivava da una variante sostanziale che richiedesse un nuovo accordo, ma dallo sviluppo della progettazione esecutiva che ha determinato il valore effettivo, superiore alla stima iniziale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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