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Compenso OCC: no prededuzione su beni ipotecati

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 12405/2025, ha stabilito che il compenso spettante all’Organismo di Composizione della Crisi (OCC) nella procedura di liquidazione del patrimonio da sovraindebitamento, pur essendo un credito prededucibile, non può essere soddisfatto in via prioritaria sul ricavato della vendita di beni ipotecati, a discapito del creditore garantito. La Corte ha chiarito che tale spesa è sostenuta nell’interesse primario del debitore, che avvia volontariamente la procedura, e non nell’interesse generale della massa dei creditori, pertanto non può essere considerata una spesa generale della procedura.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Fallimentare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Compenso OCC e Creditori Ipotecari: La Cassazione Fissa i Paletti

Nella gestione delle crisi da sovraindebitamento, una questione cruciale riguarda la priorità dei pagamenti. In particolare, il compenso OCC (Organismo di Composizione della Crisi) deve essere pagato prima dei creditori garantiti da ipoteca? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito una risposta chiara, stabilendo che le spese per l’attività dell’OCC non possono gravare sul ricavato della vendita di beni ipotecati a scapito dei creditori garantiti.

Il Caso: Compenso OCC contro Credito Ipotecario

Un Organismo di Composizione della Crisi e l’Ordine professionale territoriale avevano assistito alcuni debitori nella procedura di liquidazione del patrimonio. Il Giudice Delegato aveva ammesso il credito per il compenso dell’OCC in prededuzione, ma con ‘postergazione’ rispetto al soddisfacimento dei creditori ipotecari.

L’OCC e l’Ordine avevano proposto reclamo, sostenendo che il loro compenso dovesse essere considerato una spesa generale della procedura, e come tale dovesse gravare proporzionalmente anche sul ricavato della vendita degli immobili ipotecati. Il Tribunale, tuttavia, ha rigettato il reclamo, affermando che l’attività dell’OCC non aveva arrecato alcuna ‘utilità concreta’ al creditore ipotecario, il quale aveva già avviato una procedura esecutiva immobiliare per recuperare il proprio credito. Di qui il ricorso in Cassazione.

La Questione Giuridica e la Posizione della Cassazione

Il cuore del problema era stabilire se il credito per il compenso dell’OCC potesse essere qualificato come ‘uscita di carattere generale’ sostenuta nell’interesse di tutti i creditori, inclusi quelli ipotecari. Se così fosse stato, avrebbe potuto essere soddisfatto anche con i proventi della vendita dei beni vincolati a garanzia.

I ricorrenti sostenevano che negare questa priorità avrebbe di fatto ostacolato l’accesso alla procedura di sovraindebitamento per i debitori i cui patrimoni sono composti principalmente da beni ipotecati, minando le finalità della legge.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, basando la sua decisione su un principio fondamentale: la natura volontaria della procedura di liquidazione del patrimonio. A differenza del fallimento (oggi liquidazione giudiziale), che può essere richiesto anche dai creditori, la procedura di sovraindebitamento è avviata esclusivamente su iniziativa del debitore.

Di conseguenza, la Corte ha ragionato come segue:

1. Interesse Primario del Debitore: La nomina di un gestore della crisi (l’OCC) avviene su iniziativa e nell’interesse del debitore, non primariamente nell’interesse di tutti i creditori. Molti creditori, specialmente quelli garantiti, potrebbero non avere alcun vantaggio dall’avvio di questa procedura rispetto a un’esecuzione individuale.

2. Spese Pre-Procedurali: L’attività dell’OCC per cui si chiede il compenso è in gran parte svolta prima dell’apertura formale della procedura di liquidazione. Pertanto, per definizione, il relativo costo non può costituire una ‘uscita di carattere generale della procedura medesima’.

3. Nessuna Utilità per il Creditore Garantito: Le spese non possono gravare sul ricavato di beni specifici se non sono state sostenute per la conservazione o la liquidazione di quei beni a vantaggio anche del creditore garantito. Nel caso di specie, il creditore ipotecario non trae un beneficio diretto e concreto dall’attività dell’OCC che giustifichi una riduzione del suo credito.

La Corte ha anche tracciato un parallelo con i costi che un imprenditore sostiene per presentare domanda di autofallimento: anche se prededucibili, non sono considerate spese generali della procedura fallimentare.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione della Cassazione ha importanti conseguenze pratiche. Stabilisce una chiara gerarchia dei crediti nelle procedure di sovraindebitamento: i diritti dei creditori garantiti da ipoteca o pegno sono tutelati e non possono essere intaccati per pagare il compenso dell’OCC, a meno che l’attività di quest’ultimo non abbia prodotto un vantaggio diretto anche per loro.

Questo orientamento, pur proteggendo i creditori garantiti, potrebbe rendere più complesso per gli OCC accettare incarichi in situazioni dove il patrimonio del debitore è quasi interamente gravato da garanzie reali, dato il rischio di non vedere remunerata la propria attività. La pronuncia consolida un’interpretazione rigorosa della normativa, distinguendo nettamente le spese sostenute nell’interesse del debitore da quelle sostenute nell’interesse della massa dei creditori.

Il compenso dell’OCC per la procedura di liquidazione del patrimonio è sempre pagato prima di tutti gli altri crediti?
No. Sebbene sia un credito prededucibile, non può essere soddisfatto sul ricavato della vendita di beni oggetto di pegno o ipoteca prima che sia stato pagato il creditore garantito, poiché non è considerata una spesa sostenuta nell’interesse generale della massa dei creditori.

Perché il credito dell’OCC non può gravare sul ricavato della vendita di un bene ipotecato?
Perché la procedura di liquidazione del patrimonio è avviata volontariamente dal debitore e nel suo primario interesse. L’attività dell’OCC, specialmente quella preliminare, non è considerata un’attività svolta nell’interesse di tutti i creditori, in particolare del creditore ipotecario che potrebbe non trarne alcuna utilità concreta.

L’attività dell’OCC è considerata nell’interesse di tutti i creditori o solo del debitore?
Secondo la Corte, l’attività dell’OCC è svolta principalmente su iniziativa e nell’interesse del debitore. Non può essere automaticamente considerata come sostenuta nell’interesse di tutti i creditori, motivo per cui il relativo compenso non rientra tra le spese generali della procedura che gravano su tutti i beni, inclusi quelli ipotecati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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