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Compenso OCC: no al privilegio su beni ipotecati

La Corte di Cassazione ha stabilito che il compenso spettante all’Organismo di Composizione della Crisi (OCC) nelle procedure di sovraindebitamento, pur essendo prededucibile, non può essere soddisfatto in via prioritaria con il ricavato della vendita di un bene ipotecato. La Corte ha accolto il ricorso di un creditore ipotecario, affermando che la tutela del credito garantito da ipoteca prevale sulle spese dell’OCC, in quanto la procedura è avviata nell’interesse del debitore e non di tutti i creditori. Di conseguenza, il compenso OCC non può diminuire la quota spettante al creditore garantito.

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Compenso OCC: La Cassazione tutela i creditori ipotecari

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato una questione cruciale nelle procedure di sovraindebitamento: la priorità di pagamento del compenso OCC rispetto ai crediti garantiti da ipoteca. La Suprema Corte ha stabilito un principio fondamentale a tutela dei creditori ipotecari, chiarendo che le spese dell’Organismo di Composizione della Crisi non possono gravare sul ricavato della vendita dei beni specificamente vincolati a garanzia di un credito.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una procedura di liquidazione del patrimonio aperta a carico di un debitore. Una società finanziaria, creditrice in forza di un mutuo fondiario garantito da ipoteca, vedeva il proprio credito ammesso al passivo. A seguito della vendita forzata dell’immobile ipotecato, il liquidatore predisponeva un piano di riparto che prevedeva di pagare, in via prioritaria rispetto al creditore ipotecario, le spese e il compenso dovuti all’Organismo di Composizione della Crisi (OCC) di Brescia.

La società creditrice si opponeva a tale progetto, sostenendo che il proprio diritto di prelazione sull’immobile ipotecato non potesse essere intaccato dalle spese della procedura. Il Giudice Delegato accoglieva parzialmente le contestazioni, ma il Tribunale, in sede di reclamo, ribaltava la decisione, riconoscendo al credito dell’OCC un privilegio da soddisfare con preferenza anche rispetto al creditore ipotecario. Secondo il Tribunale, l’attività dell’OCC era funzionale all’apertura della procedura concorsuale e, come tale, doveva essere equiparata a quella di un legale che agisce per il fallimento, meritando quindi una tutela privilegiata.

Il Ricorso in Cassazione e la posizione della creditrice

Contro la decisione del Tribunale, la società finanziaria ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando una violazione delle norme che regolano i privilegi e la liquidazione del patrimonio (Legge 3/2012). La ricorrente ha sostenuto che il Tribunale avesse erroneamente equiparato il credito dell’OCC a quello del legale del creditore, ma soprattutto che non avesse considerato le disposizioni specifiche della legge sul sovraindebitamento, le quali escludono espressamente che i crediti sorti in funzione della procedura possano intaccare “quanto ricavato dalla liquidazione dei beni oggetto di pegno ed ipoteca per la parte destinata ai creditori garantiti”.

Inoltre, è stato evidenziato come l’attività dell’OCC non avesse prodotto alcuna utilità specifica per il creditore ipotecario, essendosi limitata a gestire somme già ricavate da una procedura esecutiva immobiliare avviata in precedenza.

Le Motivazioni della Cassazione sul compenso OCC

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, cassando l’ordinanza del Tribunale. I giudici hanno chiarito che, sebbene il compenso OCC sia prededucibile, non rientra tra quelle spese generali della procedura sostenute nell’interesse di tutti i creditori. La differenza fondamentale, sottolinea la Corte, risiede nella natura stessa della procedura di liquidazione del patrimonio del debitore: si tratta di una procedura volontaria, avviata su iniziativa del debitore stesso e nel suo primario interesse. La nomina del gestore della crisi (l’OCC) avviene su sua richiesta, non su quella dei creditori, i quali non traggono uno specifico vantaggio dall’apertura di questa procedura rispetto all’azione esecutiva individuale.

Di conseguenza, i costi associati all’OCC non possono essere posti a carico del creditore garantito, riducendo la sua soddisfazione sul bene che gli era stato specificamente offerto in garanzia. La Corte ha richiamato l’art. 14-duodecies della Legge n. 3/2012, che protegge esplicitamente la quota del ricavato dalla vendita di beni ipotecati destinata ai creditori garantiti. Questo principio, secondo la Cassazione, impedisce che le spese della procedura, inclusi i compensi dell’OCC, gravino proporzionalmente su tali somme.

La Corte ha inoltre ritenuto non pertinente il parallelismo con le spese per la domanda di autofallimento, specificando che anche queste, pur essendo prededucibili, non costituiscono un’uscita di carattere generale della procedura fallimentare che possa pregiudicare i creditori con garanzie specifiche.

Le Conclusioni: Principio di Diritto e Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione rafforza significativamente la posizione dei creditori garantiti, in particolare quelli ipotecari, nelle procedure di sovraindebitamento. Il principio di diritto affermato è chiaro: il compenso OCC non gode di un privilegio tale da prevalere sul diritto di prelazione del creditore ipotecario. Le somme ricavate dalla vendita del bene ipotecato devono essere destinate prioritariamente a soddisfare il creditore garantito, e solo l’eventuale residuo potrà essere utilizzato per pagare i crediti prededucibili come quello dell’OCC.

Questa pronuncia offre maggiore certezza agli istituti di credito e a tutti i creditori che basano le loro garanzie su beni specifici, assicurando che l’apertura di una procedura di liquidazione da parte del debitore non possa erodere il valore della loro garanzia reale.

Il compenso dell’Organismo di Composizione della Crisi (OCC) ha la precedenza sul credito del creditore ipotecario?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il compenso dell’OCC, pur essendo un credito prededucibile, non può essere soddisfatto prima del creditore ipotecario con le somme ricavate dalla vendita del bene oggetto di ipoteca. Il diritto del creditore garantito prevale.

Perché il credito dell’OCC non può essere soddisfatto con preferenza dal ricavato della vendita di un bene ipotecato?
Perché la procedura di liquidazione del patrimonio è una procedura volontaria, avviata su domanda e nell’interesse del debitore. L’attività dell’OCC non è svolta nell’interesse di tutti i creditori, in particolare non avvantaggia il creditore ipotecario. Inoltre, la Legge n. 3/2012 esclude espressamente che i crediti sorti per la procedura possano diminuire la parte del ricavato destinata ai creditori garantiti.

Qual è la differenza tra le spese dell’OCC e le spese generali di una procedura concorsuale che beneficiano tutti i creditori?
Le spese generali di una procedura concorsuale (come un fallimento) sono sostenute nell’interesse della massa dei creditori per conservare e liquidare il patrimonio a vantaggio di tutti. Le spese dell’OCC, invece, derivano da una procedura avviata dal solo debitore per risolvere la sua situazione di sovraindebitamento, senza un beneficio diretto e specifico per i creditori garantiti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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