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Compenso mediazione lavori: non è dovuto senza SAL

Una società di consulenza ha citato in giudizio un gruppo edile per ottenere il pagamento del proprio compenso di mediazione lavori, pattuito al 4% del valore di alcuni appalti. Il contratto legava il pagamento all’emissione degli Stati di Avanzamento Lavori (SAL). Poiché i lavori non sono mai iniziati e nessun SAL è stato emesso, il Tribunale ha respinto la domanda, qualificando l’esecuzione dei lavori come una condizione sospensiva non avveratasi. La richiesta di risarcimento danni è stata parimenti rigettata per mancanza di prove.

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Compenso Mediazione Lavori: Nulla è Dovuto se l’Appalto non Parte

Una recente sentenza del Tribunale di Pescara chiarisce un punto fondamentale nei contratti d’opera, specialmente quelli legati ai bonus edilizi: il compenso mediazione lavori non è esigibile se l’esecuzione dell’appalto, condizione essenziale per il pagamento, non si verifica. Il caso analizzato offre spunti cruciali sull’interpretazione del contratto, il concetto di condizione sospensiva e l’onere della prova.

I Fatti di Causa: una richiesta di compenso per lavori mai partiti

Una società di consulenza, specializzata nel settore edilizio, aveva stipulato un contratto con un consorzio di imprese di costruzione. L’accordo prevedeva che la società di consulenza si occupasse di tutte le fasi preliminari alla stipula di contratti di appalto per interventi di riqualificazione energetica e sismica, finanziati tramite il D.L. 34/2020 (Decreto Rilancio).

In cambio di questa attività, alla società era stato promesso un corrispettivo pari al 4% del valore dei lavori appaltati. Il contratto specificava che il pagamento sarebbe avvenuto entro 10 giorni dall’emissione di ogni Stato di Avanzamento Lavori (SAL).

Grazie all’operato della società, il consorzio stipulava diversi contratti di appalto con alcuni condomini per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro. Tuttavia, i lavori non venivano mai eseguiti e, di conseguenza, nessun SAL veniva mai emesso. La società di consulenza decideva quindi di agire in giudizio per ottenere il pagamento del suo compenso, sostenendo che il consorzio fosse inadempiente.

La Decisione del Tribunale di Pescara

Il Tribunale di Pescara ha rigettato integralmente le domande della società ricorrente. La decisione si fonda su un’attenta analisi del contratto e dei principi che regolano le obbligazioni condizionali. Secondo il giudice, il diritto al compenso non era mai sorto, poiché subordinato a un evento futuro e incerto (l’esecuzione dei lavori e l’approvazione dei SAL) che non si è mai verificato.

Le Motivazioni della Sentenza: l’importanza della condizione sospensiva

La sentenza offre una lezione chiara sull’interpretazione contrattuale e sulla gestione dei rapporti commerciali complessi.

L’interpretazione del Contratto e il ruolo del SAL

Il giudice ha sottolineato che, per interpretare un contratto, non basta analizzare le singole clausole, ma è necessario considerarle nel loro complesso, ricercando la comune intenzione delle parti. Nel caso di specie, il collegamento esplicito tra il pagamento del corrispettivo e l’emissione dei SAL era inequivocabile.

Il meccanismo di pagamento basato sui SAL, tipico del Decreto Rilancio e dei bonus edilizi, non era una mera modalità di comodo, ma l’essenza stessa dell’accordo. Il pagamento del compenso mediazione lavori era intrinsecamente legato alla liquidazione del credito fiscale generato dall’effettiva esecuzione delle opere. In altre parole, il contratto prevedeva una condizione sospensiva: il diritto al compenso sarebbe sorto solo se e quando i lavori fossero stati eseguiti e certificati tramite SAL.

Il compenso mediazione lavori e l’onere della prova

La società ricorrente ha tentato di invocare l’art. 1359 c.c., secondo cui una condizione si considera avverata se è mancata per una causa imputabile alla parte che aveva un interesse contrario al suo avveramento. In sostanza, ha accusato il consorzio di aver deliberatamente evitato di eseguire i lavori per non pagare il compenso.

Tuttavia, il Tribunale ha respinto questa argomentazione, chiarendo che l’onere della prova gravava interamente sulla società ricorrente. Quest’ultima non ha fornito alcuna prova concreta del presunto comportamento doloso o colposo del consorzio. Il giudice ha ritenuto più verosimile che la mancata esecuzione dei lavori fosse dovuta alle note difficoltà del settore, come la complessità normativa e l’incertezza nella cessione dei crediti, piuttosto che a un’intenzione fraudolenta.

Rigetto delle domande di cessione, mandato e risarcimento danni

La sentenza ha anche respinto le altre pretese della ricorrente. La presunta cessione del rapporto a un’altra società è stata esclusa perché il contratto richiedeva la forma scritta per qualsiasi modifica. Anche la domanda di risarcimento danni (per perdita di affari e danno d’immagine) è stata rigettata, poiché la società non ha dimostrato né la condotta illecita del consorzio né l’esistenza e l’ammontare del presunto danno.

Conclusioni: Cosa Insegna Questa Sentenza

Questa decisione ribadisce principi fondamentali del diritto dei contratti. In primo luogo, la chiarezza delle clausole è essenziale: legare un pagamento a un evento futuro come l’emissione di un SAL significa subordinarlo a una condizione sospensiva. Se tale condizione non si avvera, l’obbligazione non sorge. In secondo luogo, chi accusa l’altra parte di aver impedito il verificarsi di una condizione deve provarlo in modo rigoroso. Deduzioni generiche o supposizioni non sono sufficienti a fondare una pretesa in giudizio. Per gli operatori del settore, la lezione è chiara: il diritto al compenso per la mediazione di lavori edili è strettamente legato al successo e all’effettiva realizzazione del progetto.

Quando è esigibile il compenso per chi ha procurato contratti d’appalto?
Secondo la sentenza, il compenso è esigibile solo al verificarsi delle condizioni previste dal contratto. Se il contratto lega il pagamento all’emissione degli Stati di Avanzamento Lavori (SAL), il credito sorge solo dopo che i lavori sono stati eseguiti e i SAL approvati.

Se i lavori di un appalto non vengono mai eseguiti, il mediatore ha comunque diritto al suo compenso?
No. Il tribunale ha stabilito che la mancata esecuzione dei lavori e la conseguente assenza di SAL rappresentano il mancato avveramento di una condizione sospensiva. Pertanto, l’obbligo di pagare il compenso non diventa mai efficace e nulla è dovuto.

Chi deve provare che la mancata esecuzione dei lavori è colpa dell’appaltatore?
L’onere della prova spetta alla parte che ha interesse a far valere il proprio diritto, ovvero al mediatore che richiede il pagamento. Quest’ultimo deve dimostrare con prove concrete che l’appaltatore ha impedito, con un comportamento attivo o inattivo e contrario a buona fede, l’avveramento della condizione (cioè l’esecuzione dei lavori).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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