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Compensazione concordato preventivo e canoni locazione

Una società in concordato preventivo chiede il pagamento di canoni di locazione maturati dopo l’inizio della procedura. La banca conduttrice oppone in compensazione i propri crediti, sorti prima del concordato. I giudici di merito accolgono la tesi della banca, ma la Corte di Cassazione, rilevando un contrasto giurisprudenziale sul tema della compensazione nel concordato preventivo, ha rimesso la causa in pubblica udienza per una decisione di principio.

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Compensazione Concordato Preventivo: la Cassazione Chiamata a Fare Chiarezza sui Canoni di Locazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza interlocutoria n. 21549/2024, affronta una questione cruciale in materia di compensazione nel concordato preventivo. Il quesito è tanto complesso quanto rilevante: un credito per canoni di locazione, maturato dopo l’ammissione alla procedura, può essere estinto tramite compensazione con un controcredito del conduttore sorto in data anteriore? La risposta non è scontata e la Suprema Corte, evidenziando un contrasto interpretativo, ha ritenuto necessario un approfondimento in pubblica udienza.

I Fatti del Caso: Canoni di Locazione contro Crediti Bancari

La vicenda vede protagoniste una società immobiliare in liquidazione e concordato preventivo e un istituto di credito, suo conduttore. La società immobiliare aveva ottenuto un decreto ingiuntivo per oltre 870.000 euro, a titolo di canoni di locazione non pagati.

L’istituto di credito si è opposto al pagamento, eccependo l’estinzione del debito per compensazione. La banca, infatti, vantava a sua volta dei crediti nei confronti della società immobiliare, derivanti da un mutuo ipotecario, un mutuo chirografario e uno scoperto di conto corrente. Tutti questi controcrediti erano sorti prima che la società venisse ammessa alla procedura di concordato preventivo.

Il nodo gordiano della controversia risiede proprio nella differente tempistica di maturazione dei debiti e dei crediti reciproci.

La Decisione dei Giudici di Merito: Prevale l’Origine del Contratto

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione alla banca, ritenendo legittima la compensazione. Secondo i giudici di merito, anche se i canoni di locazione erano scaduti dopo l’apertura del concordato, il loro “momento genetico” andava individuato nella data di stipula del contratto di locazione, avvenuta prima della procedura. Poiché anche i crediti della banca erano anteriori al concordato, sussisteva il requisito della reciprocità e anteriorità richiesto dalla legge per operare la compensazione.

Il Ricorso in Cassazione e la questione sulla compensazione nel concordato preventivo

La società immobiliare ha impugnato la decisione dinanzi alla Corte di Cassazione. Il motivo principale del ricorso si fonda sulla violazione del principio della “cristallizzazione del passivo” (artt. 56 e 169 Legge Fallimentare), cardine delle procedure concorsuali. Secondo la ricorrente, ammettere la compensazione nel concordato preventivo in questo caso significherebbe alterare la parità di trattamento tra i creditori (par condicio creditorum).

La difesa della società ha sostenuto che i canoni di locazione sono “frutti civili” che si acquisiscono giorno per giorno. Pertanto, i canoni maturati dopo l’apertura della procedura costituiscono crediti nuovi, sorti in corso di procedura, e come tali non compensabili con crediti pregressi.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La Suprema Corte, nell’analizzare il ricorso, ha riconosciuto la delicatezza e la complessità della questione. I giudici hanno evidenziato un contrasto giurisprudenziale all’interno della stessa Corte. Da un lato, una sentenza del 2015 (n. 24046) sembra avallare la tesi dei giudici di merito, basata sull’anteriorità del titolo contrattuale. Dall’altro, numerose altre pronunce hanno qualificato i crediti per canoni maturati post-apertura come prededucibili, riconoscendone implicitamente la natura di crediti nuovi, formatisi durante la procedura.

Questa divergenza interpretativa ha implicazioni significative. Se il credito è considerato sorto prima, la compensazione è ammissibile. Se, invece, è considerato sorto dopo, non può essere compensato con un debito anteriore, e la società in concordato avrebbe diritto a incassare per intero i canoni per soddisfare i creditori secondo il piano concordatario.

Data la “rilevanza nomofilattica” della questione, ovvero l’importanza di assicurare un’interpretazione uniforme della legge, la Corte ha deciso di non pronunciarsi immediatamente. Ha invece disposto la trattazione del ricorso in pubblica udienza, un passo che preannuncia una riflessione approfondita e, potenzialmente, una decisione a Sezioni Unite per dirimere il contrasto in modo definitivo.

Conclusioni: Una Questione Rimessa alla Pubblica Udienza

L’ordinanza interlocutoria lascia in sospeso il giudizio, ma svolge un ruolo fondamentale: segnala l’esistenza di un problema interpretativo di grande impatto pratico per le imprese in crisi e i loro creditori. La decisione finale avrà conseguenze dirette sulla gestione dei contratti di durata, come le locazioni, nell’ambito delle procedure di concordato preventivo. Si attende ora la pronuncia della Corte nella sua composizione più autorevole, che farà finalmente luce sulla corretta applicazione delle regole sulla compensazione nel concordato preventivo.

È possibile compensare un debito per canoni di locazione maturati dopo l’apertura del concordato preventivo con un credito sorto prima?
I giudici di merito hanno risposto affermativamente, basandosi sull’anteriorità del contratto di locazione. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha evidenziato un contrasto giurisprudenziale sul punto e non ha ancora fornito una risposta definitiva, rimettendo la causa a una pubblica udienza per un esame più approfondito.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito il caso?
La Corte ha riscontrato l’esistenza di sentenze precedenti con orientamenti contrastanti sulla stessa materia. Poiché la questione ha una notevole importanza per l’uniforme interpretazione della legge (rilevanza nomofilattica), ha ritenuto opportuno un rinvio alla pubblica udienza per una decisione più ponderata e autorevole, che possa risolvere il conflitto interpretativo.

Qual è il principio della ‘cristallizzazione del passivo’ nel concordato preventivo?
È il principio fondamentale secondo cui, alla data di apertura della procedura concorsuale, la situazione debitoria dell’impresa viene ‘congelata’. Questo serve a definire l’insieme dei creditori che parteciperanno alla procedura e a garantire che siano trattati secondo le regole del concorso, senza che posizioni successive possano alterare la parità di trattamento. Il caso in esame mette in discussione come questo principio si applichi ai crediti che maturano da un contratto preesistente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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