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Comodato precario: rilascio immobile e onere prova

Un proprietario ha ottenuto il rilascio immediato di due immobili occupati senza titolo da un’ex socia di una società conduttrice, ormai cancellata. La relazione è stata qualificata come comodato precario. La richiesta di indennità di occupazione è stata respinta per mancanza di prove sul danno.

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Comodato Precario: Come Ottenere il Rilascio di un Immobile Occupato Senza Titolo

La gestione di un immobile concesso in uso a terzi può trasformarsi in una situazione complessa, specialmente quando il rapporto originario cessa e l’occupante rimane nel bene senza un titolo valido. Una recente sentenza del Tribunale di Brescia fa luce su un caso emblematico, definendo la fattispecie come un comodato precario e delineando con chiarezza i diritti del proprietario e gli oneri probatori a suo carico, soprattutto per quanto riguarda la richiesta di risarcimento del danno.

I Fatti del Caso: Dall’Affitto alla Occupazione Senza Titolo

La vicenda ha origine da due unità abitative di proprietà di un soggetto, inizialmente concesse in locazione a una società. Anni dopo, la società è stata posta in liquidazione e successivamente cancellata dal registro delle imprese. Nonostante la fine del rapporto contrattuale con la società, una delle socie ha continuato a occupare gli immobili.

Il proprietario, dopo aver formalmente richiesto la restituzione dei beni tramite raccomandata e aver tentato una mediazione, non ha ricevuto alcuna risposta. Di fronte al silenzio e al perdurare dell’occupazione, ha deciso di agire in giudizio, qualificando il rapporto come comodato precario e chiedendo non solo l’immediato rilascio degli immobili, ma anche un’indennità per l’occupazione senza titolo. La convenuta, pur essendo stata regolarmente notificata, non si è costituita in giudizio, venendo dichiarata contumace.

La Decisione del Tribunale sul Comodato Precario

Il Tribunale ha accolto parzialmente le richieste del proprietario, offrendo un’importante distinzione tra il diritto al rilascio e quello al risarcimento.

Accoglimento della Domanda di Rilascio

Il giudice ha ritenuto fondata la domanda di rilascio. Le testimonianze raccolte durante il processo hanno confermato che la convenuta aveva continuato a occupare gli immobili anche dopo lo scioglimento della società locataria. Questa situazione, in assenza di un nuovo contratto e di un termine di scadenza, è stata correttamente inquadrata come un comodato precario verbale, disciplinato dall’art. 1810 del Codice Civile. Tale norma stabilisce che il bene deve essere restituito non appena il comodante (il proprietario) lo richiede. Avendo il proprietario dimostrato di aver chiesto la restituzione, l’occupazione è stata dichiarata illegittima e ne è stato ordinato il rilascio immediato.

Rigetto della Domanda di Indennità di Occupazione

Diversamente, la richiesta di condanna al pagamento di un’indennità è stata respinta. Il Tribunale ha sottolineato che, per ottenere un risarcimento, non basta dimostrare l’occupazione illegittima, ma è necessario provare anche l’entità del danno subito. In questo caso, il proprietario non ha fornito elementi sufficienti per la quantificazione: non ha prodotto il contratto di locazione originario, da cui si sarebbe potuto desumere il canone, né ha allegato altri parametri utili a determinare il valore locativo degli immobili. La domanda è stata quindi rigettata per mancato assolvimento dell’onere della prova.

Le Motivazioni: L’Onere della Prova nel Comodato Precario e nel Risarcimento

La sentenza si fonda su un principio cardine del nostro ordinamento, richiamando una storica pronuncia delle Sezioni Unite della Cassazione (n. 13533/2001): chi agisce in giudizio per far valere un diritto deve provare la fonte di tale diritto (in questo caso, il titolo di proprietà e l’esistenza del comodato), mentre spetta a chi si difende dimostrare l’eventuale fatto che ha estinto quel diritto.

Nel caso di specie, il proprietario ha assolto al suo onere probatorio per quanto riguarda il diritto al rilascio. Attraverso testimoni, ha dimostrato l’esistenza di un rapporto di comodato precario e, tramite documenti, di aver richiesto la restituzione del bene. La controparte, rimanendo contumace, non ha fornito alcuna prova contraria.

Per la domanda di risarcimento, invece, l’onere della prova non è stato soddisfatto. Il giudice ha chiarito che il danno derivante dall’occupazione senza titolo non può essere presunto o liquidato in via equitativa se la parte interessata non fornisce almeno un principio di prova o un parametro concreto (come il canone di mercato per immobili simili) su cui basare la quantificazione. La mancanza di qualsiasi allegazione in merito ha reso impossibile accogliere la richiesta.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa decisione offre due importanti lezioni pratiche per i proprietari di immobili. Primo, in caso di occupazione tollerata dopo la fine di un contratto, è fondamentale qualificare correttamente il rapporto come comodato precario e formalizzare la richiesta di restituzione per poter agire efficacemente per il rilascio. Secondo, per ottenere un’indennità di occupazione non è sufficiente lamentare l’illegittimità della detenzione, ma è cruciale raccogliere e presentare in giudizio prove concrete che permettano al giudice di quantificare il danno economico subito, come perizie di stima, contratti di locazione per immobili analoghi nella stessa zona o il precedente canone pattuito.

Quando l’occupazione di un immobile diventa un comodato precario?
Secondo la sentenza, quando, cessato il contratto originario (in questo caso una locazione con una società poi cancellata), un soggetto continua a occupare l’immobile con la tolleranza del proprietario e senza un nuovo contratto scritto o un termine preciso, la situazione si qualifica come comodato precario.

Cosa deve fare il proprietario per ottenere la restituzione di un immobile in comodato precario?
Il proprietario deve semplicemente farne richiesta al comodatario (l’occupante). La sentenza chiarisce che una richiesta formale, come una raccomandata con avviso di ricevimento, è sufficiente a far sorgere l’obbligo di restituzione immediata.

Perché il Tribunale ha negato il risarcimento per l’occupazione illegittima?
Il Tribunale ha respinto la domanda di indennità di occupazione perché il proprietario, pur avendo diritto al risarcimento in linea di principio, non ha fornito alcuna prova per quantificarlo. Non ha prodotto il vecchio contratto di locazione né altri elementi per determinare il valore locativo dell’immobile, mancando così di assolvere al proprio onere della prova sul quantum del danno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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