LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Comodato familiare: la Cassazione fa chiarezza

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 17095/2025, ha stabilito che l’assegnazione della casa coniugale al genitore collocatario dei figli è opponibile al terzo proprietario che aveva concesso l’immobile in comodato familiare. La Corte ha chiarito che tale comodato, finalizzato a soddisfare le esigenze abitative del nucleo familiare, non cessa con la separazione e può essere risolto dal proprietario solo in caso di un bisogno urgente e imprevisto, che deve essere provato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Comodato familiare: la casa resta alla famiglia anche se il proprietario è un terzo

L’ordinanza n. 17095/2025 della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia di diritto di famiglia e immobiliare: il comodato familiare, concesso per le esigenze abitative di un nucleo, ha un vincolo di destinazione che prevale sul diritto del proprietario di riavere immediatamente l’immobile in caso di separazione o divorzio. Approfondiamo questa importante decisione.

I fatti di causa: la controversia sull’abitazione familiare

La vicenda trae origine da un accordo di separazione in cui un marito si impegnava a versare all’ex moglie un contributo per il canone di locazione di un nuovo alloggio per lei e la figlia minore. L’accordo prevedeva una clausola risolutiva: in caso di inadempimento del marito, la casa coniugale, di proprietà del marito e di sua madre, sarebbe stata nuovamente assegnata alla moglie.

Il marito non onora l’impegno economico, costringendo la moglie, a seguito di uno sfratto per morosità, a cercare una soluzione. Nel successivo giudizio di divorzio, il Tribunale assegna la casa familiare alla moglie, in quanto genitore collocatario della figlia minore.

Contro questa decisione si oppone non solo l’ex marito, ma anche la madre di lui, comproprietaria dell’immobile, che interviene nel processo sostenendo di non aver mai stipulato un contratto di comodato e chiedendo la restituzione della sua proprietà. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello rigettano le sue richieste, confermando l’assegnazione alla ex nuora. La questione approda così in Cassazione.

La decisione della Corte sul comodato familiare

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della suocera, confermando la decisione dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno colto l’occasione per ribadire i principi consolidati sul comodato familiare, delineati in particolare dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 20448/2014.

Il punto centrale è che, quando un immobile viene concesso in uso per soddisfare le esigenze abitative di una famiglia, si crea un vincolo di destinazione. Questo vincolo non viene meno con la crisi coniugale, ma persiste fino a quando non cessano le esigenze familiari che lo hanno generato, come la convivenza con figli minori o maggiorenni non autosufficienti.

Le motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha basato la sua decisione su alcuni pilastri argomentativi fondamentali.

La natura del comodato familiare e il comportamento concludente

In primo luogo, la Corte ha chiarito che un contratto di comodato familiare non necessita della forma scritta. Esso può sorgere anche da un comportamento concludente. Nel caso specifico, il fatto che la coppia avesse vissuto nell’immobile per 13 anni era una prova sufficiente della volontà dei proprietari di destinare quel bene a casa familiare. Pertanto, l’argomentazione della suocera, secondo cui non esisteva un contratto formale, è stata ritenuta irrilevante.

L’opponibilità al terzo proprietario e l’assenza di bisogno urgente

In secondo luogo, il provvedimento di assegnazione della casa familiare è opponibile al terzo proprietario (la suocera) che ha concesso l’immobile in comodato. Il comodante può richiedere la restituzione anticipata del bene solo in un caso specifico, previsto dall’art. 1809, comma 2, c.c.: la sopravvenienza di un bisogno urgente e imprevisto.

Nel corso del giudizio, la ricorrente non è riuscita a dimostrare tale bisogno. La Corte ha sottolineato che il desiderio generico di rientrare in possesso del proprio immobile non è sufficiente. Il bisogno deve essere concreto, imprevisto al momento della stipula del comodato e di natura urgente.

Infine, la Corte ha considerato irrilevante il fatto che la moglie si fosse temporaneamente trasferita in un’altra abitazione. Questo allontanamento era stato causato dall’inadempimento dell’ex marito agli accordi di separazione e non costituiva una rinuncia volontaria alla casa familiare. Anzi, il verificarsi della condizione risolutiva (il mancato pagamento del contributo) aveva riattivato il suo diritto a rientrare nell’abitazione originaria.

Le conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale volto a proteggere l’interesse superiore dei minori e del genitore collocatario a mantenere l’habitat domestico. Chi concede un immobile in comodato familiare deve essere consapevole che sta imprimendo un vincolo di destinazione forte, che non potrà essere rimosso arbitrariamente in seguito a una crisi di coppia. La restituzione potrà essere richiesta solo provando un bisogno eccezionale, urgente e imprevisto, sottoposto al rigoroso vaglio del giudice.

Un accordo verbale per l’uso di una casa a fini familiari è valido?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che un contratto di comodato familiare può essere validamente costituito anche tramite un comportamento concludente, come il permettere a un nucleo familiare di abitare stabilmente nell’immobile per un lungo periodo (13 anni nel caso di specie), senza necessità di un accordo scritto.

Il proprietario di un immobile in comodato familiare può chiederne la restituzione in caso di separazione della coppia?
No, di regola il proprietario non può chiedere la restituzione. Il provvedimento di assegnazione della casa al genitore con cui vivono i figli è opponibile al proprietario-comodante. L’unica eccezione è la dimostrazione di un bisogno urgente e imprevisto di utilizzare l’immobile, come previsto dall’art. 1809 c.c.

Il diritto alla casa familiare si perde se il coniuge assegnatario si trasferisce temporaneamente?
No, non necessariamente. Nel caso esaminato, il trasferimento della moglie era avvenuto a causa dell’inadempimento dell’ex marito agli obblighi economici previsti nell’accordo di separazione. La Corte ha ritenuto che ciò non costituisse una rinuncia al diritto, ma anzi, l’inadempimento ha fatto scattare la clausola che le permetteva di rientrare nella casa coniugale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati