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Commissioni proprie: l’intermediario risponde?

Una recente ordinanza della Cassazione stabilisce che, in caso di estinzione anticipata di un finanziamento, l’intermediario finanziario è direttamente responsabile della restituzione delle “commissioni proprie”, ovvero quelle percepite per la propria attività, anche se ha agito come rappresentante di altre società. La Corte ha chiarito che per queste specifiche commissioni, l’intermediario non può scaricare la responsabilità sulla società mandante, dovendo rispondere in prima persona della loro mancata restituzione proporzionale.

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Commissioni proprie: l’intermediario è responsabile in caso di estinzione anticipata?

Quando si estingue anticipatamente un finanziamento, si ha diritto al rimborso di una parte dei costi sostenuti. Ma chi deve restituire queste somme se il contratto è stato stipulato tramite un intermediario? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: la responsabilità diretta dell’intermediario per la restituzione delle cosiddette commissioni proprie. Questo principio è fondamentale per tutelare i consumatori e chiarire le responsabilità nel complesso mondo dei servizi finanziari.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Rimborso

Una consumatrice, dopo aver estinto anticipatamente tre contratti di finanziamento, si rivolgeva al Tribunale per ottenere il rimborso di oltre 12.000 euro a titolo di commissioni di intermediazione, bancarie e costi assicurativi.
In primo grado, il Tribunale le dava parzialmente ragione, condannando la società intermediaria a restituire circa 10.000 euro per i costi di intermediazione. Il giudice riteneva nulla la clausola che escludeva la rimborsabilità dei costi, in quanto creava un eccessivo squilibrio a danno della cliente.

Tuttavia, la Corte d’Appello ribaltava la decisione. Secondo i giudici di secondo grado, l’intermediario aveva agito solo come rappresentante delle società finanziarie che avevano effettivamente erogato i prestiti. Di conseguenza, ogni responsabilità legata alle clausole contrattuali, predisposte dalle società mandanti, non poteva ricadere sull’intermediario. La consumatrice, insoddisfatta, decideva di ricorrere in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione e le commissioni proprie

La Suprema Corte ha analizzato il caso esaminando tre distinti motivi di ricorso. Mentre i primi due sono stati respinti, il terzo si è rivelato decisivo, portando all’accoglimento del ricorso e al rinvio del caso alla Corte d’Appello per un nuovo esame.

I Primi Due Motivi di Ricorso Respinti

La ricorrente sosteneva che l’intermediario fosse direttamente responsabile, avendo redatto materialmente i contratti e i conteggi estintivi. La Cassazione ha ritenuto questa una valutazione di fatto, non sindacabile in sede di legittimità.
Inoltre, è stato respinto il richiamo al principio dell’apparenza giuridica, secondo cui la consumatrice, avendo interagito sempre e solo con l’intermediario, poteva legittimamente ritenerlo l’unico responsabile. La Corte ha chiarito che tale principio si applica in altri contesti e non per attribuire responsabilità a un rappresentante legittimo.

Il Terzo Motivo: La Svolta sulle “Commissioni Proprie”

Il punto di svolta è stato il terzo motivo, basato sull’omesso esame di un fatto decisivo. La consumatrice ha fatto notare che tra le somme non restituite vi erano anche le commissioni proprie, ovvero quelle incassate direttamente dall’intermediario per la propria specifica attività di mediazione.
La Corte di Cassazione ha riconosciuto che la Corte d’Appello aveva completamente ignorato questo aspetto. Non aveva valutato la natura specifica di queste commissioni, che non erano destinate alle società finanziatrici ma rimanevano nelle casse dell’intermediario.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha stabilito che la Corte d’Appello, nel liberare l’intermediario da ogni responsabilità, non ha considerato che per le commissioni proprie la situazione è diversa. Se un intermediario incassa un compenso per sé stesso, per la propria attività, non può poi sottrarsi all’obbligo di restituirne la quota non maturata in caso di estinzione anticipata del finanziamento, scaricando la responsabilità sulle società mandanti.
Per queste somme, l’intermediario non è un semplice rappresentante, ma il diretto beneficiario del pagamento. Di conseguenza, è su di lui che grava la legittimazione passiva, ossia è il soggetto corretto a cui rivolgere la richiesta di restituzione. La mancata analisi di questo punto cruciale ha reso la sentenza d’appello viziata, imponendone l’annullamento con rinvio.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza rafforza la tutela dei consumatori e introduce un importante principio di responsabilità nel settore del credito. Le implicazioni pratiche sono significative:

1. Distinzione dei Costi: È fondamentale distinguere tra i vari costi applicati in un finanziamento. L’intermediario è direttamente responsabile per la restituzione delle commissioni proprie.
2. Responsabilità Diretta: L’intermediario non può nascondersi dietro il suo ruolo di rappresentante per evitare di rimborsare compensi che ha direttamente percepito per la propria attività.
3. Maggiore Chiarezza: I consumatori che estinguono un finanziamento anticipatamente devono verificare attentamente la natura di tutti i costi addebitati per capire a chi rivolgere la richiesta di rimborso proporzionale.

L’intermediario finanziario che agisce come rappresentante è sempre esente da responsabilità per le clausole del contratto?
No. Secondo la Cassazione, anche se agisce come rappresentante, l’intermediario è direttamente responsabile per la restituzione delle “commissioni proprie”, ovvero quelle che ha incassato per la propria attività, in quanto ne è il diretto beneficiario.

Cosa sono le “commissioni proprie” e perché sono importanti in questo caso?
Le “commissioni proprie” sono i compensi che l’intermediario trattiene per sé per il servizio di mediazione svolto. Sono importanti perché, a differenza delle commissioni destinate alla società finanziatrice, per queste l’intermediario risponde in prima persona dell’obbligo di restituzione in caso di estinzione anticipata del prestito.

Cosa succede se la Corte d’Appello non valuta la natura specifica delle diverse commissioni?
Se la Corte d’Appello non distingue tra le commissioni destinate alla società finanziatrice e le “commissioni proprie” dell’intermediario, commette un errore di “omesso esame di un fatto decisivo”. Come stabilito in questo caso, tale omissione vizia la sentenza e ne causa l’annullamento con rinvio a un nuovo giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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