LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

COMI sede effettiva: prevale sulla sede legale

Un’azienda creditrice ha richiesto la liquidazione giudiziale di una società debitrice. Il Tribunale di Monza ha affermato la propria competenza, stabilendo che il COMI sede effettiva, ovvero il centro operativo dell’impresa, prevale sulla sede legale fittizia. La decisione si basa su prove concrete come contratti di locazione, presenza di beni e risultanze online, che dimostravano l’attività principale in un luogo diverso da quello registrato. Di conseguenza, il Tribunale ha aperto la procedura di liquidazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

COMI sede effettiva: la sua prevalenza sulla sede legale determina il tribunale competente

La determinazione del tribunale competente per le procedure di insolvenza è un passo cruciale che garantisce la corretta gestione della crisi d’impresa. Una recente sentenza del Tribunale di Monza chiarisce un principio fondamentale: quando la sede legale di una società è puramente formale, la competenza si radica dove si trova il COMI sede effettiva, ovvero il centro operativo e decisionale riconoscibile all’esterno. Questa pronuncia offre importanti spunti sulla tutela dei creditori e sul valore della sostanza rispetto alla forma.

I fatti del caso: Una società con sede legale a Roma ma operativa a Monza

Il caso ha origine dal ricorso di una società creditrice che chiedeva l’apertura della liquidazione giudiziale nei confronti di un’azienda sua debitrice. La particolarità della situazione risiedeva nella discrepanza geografica: la società debitrice aveva la propria sede legale registrata a Roma, ma tutte le sue operazioni commerciali si svolgevano in un capannone a Cavenago di Brianza, nel circondario del Tribunale di Monza.

Per dimostrare questa circostanza, la ricorrente ha fornito una serie di prove schiaccianti:
* Il contratto di locazione dell’immobile a Cavenago, comprensivo di uffici e magazzino.
* La presenza della denominazione sociale sui campanelli della sede operativa.
* L’esistenza di beni strumentali e di magazzino (muletti, pallet di cemento) all’interno del capannone.
* I risultati di ricerche su motori di ricerca e Pagine Gialle che indicavano Cavenago come sede.
* La residenza dell’amministratore unico in una località logisticamente più vicina a Cavenago che a Roma.
* L’esito negativo di ogni tentativo di notifica presso la sede legale romana, dove la società risultava ‘sconosciuta’.

Infine, la stessa società debitrice aveva recentemente iscritto nel registro delle imprese un’unità locale a Cavenago, confermando di fatto la propria operatività in quel luogo.

La questione giuridica: La prevalenza del COMI sede effettiva

La questione centrale affrontata dal Tribunale è stata quella di stabilire la propria competenza territoriale. Secondo la normativa europea e il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII), la competenza per le procedure di insolvenza spetta ai giudici dello Stato membro in cui è situato il ‘Centro degli Interessi Principali’ (COMI) del debitore. La legge presume che il COMI coincida con la sede legale, ma si tratta di una presunzione relativa, che può essere superata con una prova contraria.

Il creditore che intende radicare la causa presso un tribunale diverso da quello della sede legale ha un ‘duplice onere probatorio’:
1. Dimostrare che il COMI si trova in un luogo diverso da quello risultante dai registri.
2. Provare che tale diversa collocazione sia percepibile e riconoscibile dai terzi (creditori, fornitori, clienti).

Questo secondo requisito è fondamentale per tutelare l’affidamento dei terzi e garantire la certezza del diritto.

Le motivazioni della decisione del Tribunale di Monza

Il Tribunale di Monza ha ritenuto che la società creditrice avesse ampiamente assolto al proprio onere probatorio. Le prove documentali e fattuali presentate dimostravano in modo inequivocabile che il cuore pulsante dell’attività imprenditoriale non era a Roma, bensì a Cavenago di Brianza. La sede legale romana era, di fatto, una ‘scatola vuota’, un indirizzo di comodo privo di qualsiasi effettiva operatività.

Il collegio ha quindi affermato la propria giurisdizione, riconoscendo che il COMI sede effettiva della società debitrice si trovava nel proprio circondario. Oltre alla questione di competenza, il Tribunale ha verificato la sussistenza degli altri presupposti per l’apertura della liquidazione giudiziale. Ha accertato che la società superava le soglie patrimoniali e di ricavi previste dalla legge e che versava in un evidente stato di insolvenza, desumibile dal debito verso la ricorrente (superiore alla soglia di procedibilità), da ulteriori debiti verso altri creditori e l’erario, dall’infruttuoso tentativo di esecuzione forzata e dal mancato deposito del bilancio più recente.

Le conclusioni: L’importanza della sede operativa per la tutela dei creditori

La sentenza si conclude con la dichiarazione di apertura della liquidazione giudiziale della società debitrice e la nomina degli organi della procedura (Giudice Delegato e Curatore). La decisione del Tribunale di Monza riafferma un principio di cruciale importanza pratica: nelle procedure concorsuali, la realtà fattuale prevale sempre sulla finzione giuridica. Identificare il COMI sede effettiva è essenziale per incardinare correttamente la procedura nel luogo dove l’impresa vive e opera, facilitando così l’accertamento del passivo e la liquidazione dell’attivo a tutela della massa dei creditori. Per gli operatori economici, questo significa che la valutazione di un partner commerciale non può fermarsi a una semplice visura camerale, ma deve tenere conto di dove l’attività viene concretamente svolta.

Quale tribunale è competente ad aprire la liquidazione giudiziale se la sede legale è diversa da quella operativa?
Il tribunale competente è quello del luogo in cui si trova il COMI (Centro degli Interessi Principali) della società, che di norma coincide con la sede effettiva e operativa, a condizione che tale ubicazione sia riconoscibile dai terzi.

Chi deve provare che la sede effettiva è diversa da quella legale?
L’onere della prova spetta al creditore che avvia la procedura. Egli deve fornire elementi concreti (contratti, prove documentali, testimonianze) per dimostrare che il centro decisionale e operativo dell’azienda si trova in un luogo diverso da quello indicato nel registro delle imprese.

Cosa si intende per COMI (Centro degli Interessi Principali)?
È il luogo dove il debitore gestisce abitualmente i propri interessi e svolge la sua attività principale in modo palese e riconoscibile da terzi, come creditori, clienti e fornitori. Questo concetto è fondamentale per individuare il giudice naturale della crisi d’impresa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati