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Collegamento negoziale: non estingue la fideiussione

Un fideiussore, garante per un finanziamento ponte concesso a una società immobiliare, sosteneva che la sua garanzia personale si fosse estinta a seguito di un successivo e più ampio finanziamento erogato da un pool di banche e garantito da un’ipoteca. Il garante invocava l’esistenza di un collegamento negoziale tra i due finanziamenti, finalizzati allo stesso progetto immobiliare. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando le decisioni dei giudici di merito. Ha stabilito che l’accertamento del collegamento negoziale è una valutazione di fatto e che, in ogni caso, una garanzia reale può coesistere con una personale per lo stesso credito, senza che la prima estingua automaticamente la seconda.

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Collegamento negoziale e Fideiussione: un legame che non estingue la garanzia

Quando più contratti sono legati da un unico scopo economico, si parla di collegamento negoziale. Ma quali sono le conseguenze pratiche di questo legame? Un nuovo contratto può cancellare automaticamente le garanzie prestate per uno precedente? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7849/2024, offre chiarimenti fondamentali, specialmente in materia di finanziamenti e garanzie personali come la fideiussione.

I fatti del caso: da un finanziamento ponte a un maxi-finanziamento immobiliare

La vicenda trae origine da un’operazione immobiliare. Un socio e amministratore di una società aveva prestato una fideiussione omnibus per garantire un “finanziamento ponte” erogato da un istituto di credito. Questo primo finanziamento era finalizzato all’avvio di un importante progetto di riqualificazione urbanistica.
Successivamente, la stessa società otteneva un secondo e più cospicuo finanziamento da un pool di banche, tra cui la stessa banca del primo prestito. Questo secondo contratto era garantito da un’ipoteca sull’immobile oggetto dell’operazione.
Il fideiussore, ritenendo che il secondo finanziamento e la relativa garanzia reale avessero sostituito e quindi estinto il primo accordo, agiva in giudizio per far dichiarare l’inefficacia della sua fideiussione. La sua tesi si basava sull’esistenza di un collegamento negoziale tra i due finanziamenti, entrambi volti a realizzare il medesimo complesso immobiliare.

L’interpretazione del collegamento negoziale secondo i Giudici

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno respinto le richieste del garante. La questione è quindi giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, che ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando di fatto la validità della fideiussione.
Il punto centrale della decisione è che la valutazione sull’esistenza e sulla natura di un collegamento negoziale è un’indagine di fatto che spetta al giudice di merito. La Corte di Cassazione può intervenire solo se la motivazione della sentenza impugnata è palesemente illogica o viziata. Nel caso specifico, i giudici di merito avevano correttamente analizzato i contratti, concludendo che non esisteva un nesso (né genetico, né funzionale) tale da implicare che il secondo finanziamento avesse lo scopo di estinguere il primo. Al contrario, i due finanziamenti e le relative garanzie potevano benissimo coesistere.

Il concorso tra garanzia personale e garanzia reale

Un altro principio cardine ribadito dalla Corte è che la disciplina delle garanzie del credito non esclude affatto la possibilità che una garanzia personale (come la fideiussione) e una garanzia reale (come l’ipoteca) concorrano a garantire lo stesso debito. In altre parole, la costituzione di un’ipoteca non comporta automaticamente l’estinzione di una fideiussione precedentemente rilasciata a favore dello stesso creditore. Per ottenere tale effetto, è necessaria una chiara ed esplicita volontà delle parti, che deve risultare dal contratto.

L’inammissibilità della prova testimoniale

Il ricorrente aveva anche chiesto di poter provare attraverso testimoni l’esistenza di un accordo verbale volto a estinguere la fideiussione. Anche questo motivo è stato giudicato inammissibile. La Corte ha ricordato che l’art. 2722 del Codice Civile vieta la prova per testimoni di patti aggiunti o contrari al contenuto di un documento scritto, se si presume che siano stati stipulati prima o contemporaneamente alla redazione del documento stesso. Inoltre, il ricorso non specificava adeguatamente i documenti rispetto ai quali le testimonianze sarebbero state contrarie, violando così i requisiti procedurali dell’art. 366 c.p.c.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso per diverse ragioni convergenti:
1. Valutazione di fatto: L’accertamento del collegamento negoziale è di competenza esclusiva dei giudici di merito, la cui decisione, se logicamente motivata, non è sindacabile in sede di legittimità.
2. Onere di specificità: Il ricorrente non ha dimostrato in che modo i giudici avessero violato i canoni di interpretazione contrattuale, limitandosi a proporre una propria lettura dei fatti alternativa a quella accolta in sentenza.
3. Coesistenza delle garanzie: È stato confermato il principio consolidato secondo cui garanzia personale e garanzia reale possono coesistere, e la seconda non estingue la prima in assenza di un patto espresso.
4. Limiti alla prova testimoniale: La richiesta di ammettere prove testimoniali era proceduralmente viziata e si scontrava con i limiti legali previsti dal codice civile.

Conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

Questa ordinanza offre importanti spunti pratici per operatori economici e garanti:
* La presenza di un collegamento negoziale tra più contratti non significa automaticamente che uno annulli l’altro. La volontà delle parti, come espressa nei documenti, resta il criterio interpretativo principale.
* Per estinguere una garanzia personale a seguito della costituzione di una nuova garanzia reale, è indispensabile prevedere una clausola contrattuale esplicita e inequivocabile. Non si può fare affidamento su presunzioni o interpretazioni funzionali.
* Le contestazioni sull’interpretazione di un contratto devono essere formulate in modo tecnicamente rigoroso nei ricorsi per cassazione, indicando con precisione le norme violate e il percorso logico che avrebbe dovuto seguire il giudice.

La stipula di un nuovo contratto di finanziamento con una garanzia reale (ipoteca) estingue automaticamente una precedente fideiussione personale?
No. Secondo la Corte, una garanzia personale e una reale possono coesistere a garanzia del medesimo credito. L’estinzione della fideiussione non è automatica e richiede una chiara volontà delle parti in tal senso.

L’esistenza di un collegamento negoziale tra due contratti implica che uno sostituisca l’altro?
Non necessariamente. La valutazione del collegamento negoziale e delle sue conseguenze spetta al giudice di merito, che deve interpretare la volontà delle parti. La Corte ha stabilito che, nel caso di specie, non vi era un collegamento tale da implicare l’estinzione del primo contratto di garanzia.

È possibile utilizzare testimoni per provare un accordo verbale che modifica un contratto scritto?
Di norma, no. L’ordinanza ribadisce il principio secondo cui la prova testimoniale non è ammessa per provare patti aggiunti o contrari al contenuto di un documento scritto, se si afferma che siano stati stipulati prima o contemporaneamente alla formazione del documento stesso (art. 2722 c.c.).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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