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Clausola risolutiva espressa: contratto risolto

Un’impresa committente risolve un contratto di subappalto invocando la clausola risolutiva espressa per la mancata presentazione, da parte del subappaltatore, di una polizza assicurativa conforme. Il Tribunale di Torino conferma la legittimità della risoluzione, sottolineando che la presenza di tale clausola rende irrilevante la valutazione della gravità dell’inadempimento. Di conseguenza, il subappaltatore viene condannato alla restituzione degli acconti ricevuti in eccedenza rispetto al valore dei lavori eseguiti.

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Pubblicato il 15 novembre 2024 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Clausola Risolutiva Espressa: Quando il Contratto si Scioglie Automaticamente

Nel mondo dei contratti, soprattutto in settori complessi come quello immobiliare e degli appalti, la precisione è fondamentale. Una delle tutele più efficaci per le parti è la clausola risolutiva espressa, un meccanismo previsto dall’art. 1456 del Codice Civile che consente di risolvere un contratto di diritto, senza bisogno di una valutazione del giudice sulla gravità dell’inadempimento. Una recente sentenza del Tribunale di Torino offre un chiaro esempio di come questa clausola funzioni in pratica, dimostrando la sua efficacia nel chiudere un rapporto contrattuale a fronte di specifiche mancanze.

Il Caso: Un Subappalto Finito Male

La vicenda nasce da un contratto di subappalto stipulato nel febbraio 2021 per la riqualificazione di un immobile a Milano. L’impresa committente aveva affidato i lavori a una società subappaltatrice, versando un cospicuo acconto di 160.000 euro.

Tuttavia, nel corso dei lavori, la committente ha riscontrato gravi ritardi e inadempienze. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la scoperta che la subappaltatrice non aveva rispettato alcuni obblighi formali ma sostanziali previsti dal contratto, tra cui la stipula di adeguate coperture assicurative.

Di fronte a questa situazione, la committente ha prima inviato una formale diffida e, successivamente, ha comunicato di volersi avvalere della clausola risolutiva espressa contenuta nell’articolo 16 del contratto di subappalto, dichiarando il contratto risolto.

L’Importanza della Clausola Risolutiva Espressa nel Contratto

L’articolo 16 del contratto era il fulcro della difesa della committente. Questa clausola prevedeva la facoltà di risolvere il contratto in caso di specifiche violazioni da parte del subappaltatore, tra cui:

* Mancato rispetto della disciplina del subappalto.
* Mancata stipula delle assicurazioni e delle garanzie previste (artt. 10 e 14 del capitolato).
* Sospensione ingiustificata dei lavori.
* Ritardo superiore a 15 giorni sulla consegna.

La committente ha basato la sua azione principalmente sulla violazione dell’obbligo di fornire coperture assicurative conformi, un aspetto cruciale per la tutela da eventuali danni a terzi o ai prestatori di lavoro.

La Decisione del Tribunale: Risoluzione Automatica e Restituzione

Il Tribunale di Torino ha accolto pienamente la domanda della committente, dichiarando l’avvenuta risoluzione del contratto e condannando la subappaltatrice alla restituzione di oltre 110.000 euro, pari alla differenza tra l’acconto versato e il valore dei lavori effettivamente eseguiti e riconosciuti.

L’inadempimento che Attiva la Clausola

Il giudice ha ritenuto decisiva la mancata stipula, da parte della subappaltatrice, di una polizza assicurativa pienamente conforme a quanto richiesto. La società aveva sì presentato una polizza, ma questa era carente sotto due aspetti fondamentali:

1. Copertura: Copriva solo la responsabilità civile verso terzi (RCT) e non quella verso i prestatori di lavoro (RCO).
2. Massimale: Il massimale era di 1 milione di euro, inferiore a quello di 1,5 milioni richiesto dal contratto.

Il Tribunale ha stabilito che presentare una polizza non conforme equivale a non averla presentata affatto.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della decisione risiede nell’applicazione dell’art. 1456 c.c. Il giudice ha ribadito un principio consolidato dalla Corte di Cassazione: quando le parti hanno previsto una clausola risolutiva espressa, la risoluzione del contratto avviene di diritto nel momento in cui la parte interessata dichiara di volersene avvalere. Non è necessario, in questo scenario, che il giudice compia un’indagine sulla gravità dell’inadempimento. Le parti hanno già stabilito a priori quali inadempimenti considerano così gravi da giustificare la fine del rapporto. La violazione dell’obbligo di stipulare una polizza conforme, essendo una delle condizioni specificate nella clausola, è stata ritenuta sufficiente per attivare la risoluzione. Questo automatismo ha reso irrilevanti le altre possibili inadempienze denunciate, semplificando notevolmente il giudizio. Anche la richiesta di restituzione delle somme è stata accolta senza necessità di una perizia tecnica (CTU), poiché la committente aveva riconosciuto il valore dei lavori eseguiti e la subappaltatrice non aveva contestato tale quantificazione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Committenti e Appaltatori

Questa sentenza offre una lezione fondamentale: la clausola risolutiva espressa è uno strumento potente che conferisce grande certezza ai rapporti contrattuali. Per i committenti, rappresenta una garanzia per assicurarsi che obblighi ritenuti essenziali (come le coperture assicurative, le garanzie o il rispetto dei tempi) vengano puntualmente rispettati, pena la risoluzione automatica del contratto. Per gli appaltatori e subappaltatori, è un monito a leggere con la massima attenzione ogni singola clausola del contratto e a non sottovalutare gli adempimenti formali. La mancata presentazione di un documento conforme o il mancato rispetto di un termine possono avere conseguenze drastiche e immediate, senza che si possa poi discutere in giudizio della ‘lieve entità’ della mancanza.

Quando si può attivare una clausola risolutiva espressa?
Quando si verifica uno degli specifici inadempimenti elencati nella clausola stessa. La parte che intende avvalersene deve dichiarare all’altra parte la propria volontà di farlo, e a quel punto il contratto si considera risolto di diritto.

Se in un contratto è presente una clausola risolutiva espressa, il giudice deve valutare la gravità dell’inadempimento?
No. Secondo la sentenza, che cita la giurisprudenza della Corte di Cassazione, la presenza di tale clausola rende irrilevante ogni indagine sulla gravità dell’inadempimento ai fini della risoluzione. Il semplice verificarsi della violazione specificata nella clausola è sufficiente.

La mancata stipula di una polizza assicurativa conforme a quanto richiesto dal contratto è un inadempimento sufficiente per la risoluzione?
Sì. Nel caso esaminato, il Tribunale ha stabilito che la mancata stipula di una polizza con le esatte caratteristiche richieste dal contratto (coperture e massimali) costituisce un inadempimento sufficiente ad attivare la clausola risolutiva espressa e, di conseguenza, a determinare la fine del contratto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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