LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Clausola penale leasing: la Cassazione fa chiarezza

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 26258/2024, si è pronunciata sulla validità della clausola penale leasing in un contratto risolto per inadempimento prima dell’entrata in vigore della Legge 124/2017. Il caso riguardava la richiesta di una curatela fallimentare di ridurre la penale. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che se il contratto prevede un meccanismo di ‘patto di deduzione’, che sconta dal credito del concedente il valore del bene recuperato, non si verifica un ingiustificato arricchimento. Di conseguenza, la clausola è valida e non necessita di riduzione giudiziale, poiché già riequilibra le posizioni delle parti.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Clausola Penale Leasing: la Cassazione convalida i patti di deduzione

Con la recente ordinanza n. 26258 del 2024, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale per il mondo del credito e delle imprese: la clausola penale leasing nei contratti risolti prima della riforma introdotta con la Legge n. 124/2017. La decisione chiarisce i limiti del potere del giudice di ridurre la penale quando il contratto stesso prevede già meccanismi di riequilibrio a tutela dell’utilizzatore inadempiente, come il cosiddetto ‘patto di deduzione’.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dalla risoluzione di un contratto di leasing immobiliare a uso industriale, chiesta dalla società concedente a causa del mancato pagamento dei canoni da parte della società utilizzatrice. Successivamente, quest’ultima veniva dichiarata fallita. La società di leasing veniva ammessa al passivo fallimentare per un credito che includeva sia i canoni scaduti e non pagati, sia quelli futuri, inclusa la maxi-rata finale.

Tuttavia, l’ammissione era condizionata alla decurtazione del valore che sarebbe stato ottenuto dalla riallocazione del bene. La curatela fallimentare, non soddisfatta, agiva in giudizio per ottenere la restituzione dei canoni già versati (detratto un equo compenso) e la riduzione della penale contrattuale, ritenuta eccessiva. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello respingevano la domanda, ritenendo che le clausole del contratto, prevedendo la deduzione del valore del bene dal credito totale, fossero idonee a ristabilire l’equilibrio tra le parti, evitando un ingiusto arricchimento per la concedente.

La questione giuridica e la clausola penale leasing

Il cuore del problema risiedeva nell’applicabilità dell’art. 1526 c.c. (norma dettata per la vendita con riserva di proprietà) ai contratti di leasing ‘traslativo’ risolti prima della L. 124/2017. Secondo la curatela, tale norma avrebbe imposto al giudice di ridurre d’ufficio la clausola penale leasing considerata manifestamente eccessiva. La Corte d’Appello, invece, aveva valorizzato l’autonomia contrattuale, ritenendo che le clausole pattizie fossero un ‘correttivo adeguato’ che anticipava la logica della futura legge sul leasing.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della curatela, fornendo un’analisi dettagliata e confermando la decisione dei giudici di merito, pur con una parziale correzione della motivazione.

Il ruolo dell’art. 1526 c.c. e il ‘Patto di Deduzione’

La Corte ribadisce un principio consolidato, sancito anche dalle Sezioni Unite: la disciplina della Legge n. 124/2017 non è retroattiva. Per i contratti risolti prima della sua entrata in vigore, resta valida la distinzione tra leasing di godimento e leasing traslativo, con l’applicazione analogica dell’art. 1526 c.c. a quest’ultimo.

Tuttavia, i giudici chiariscono un punto fondamentale: il potere del giudice di ridurre l’indennità convenuta (ex art. 1526 c.c., comma 2, e art. 1384 c.c.) non è automatico. Esso va esercitato solo quando la regolamentazione contrattuale genera un ‘significativo squilibrio’, consentendo al concedente di ottenere sia la proprietà del bene sia i canoni maturati, realizzando un ingiusto arricchimento.

Se, invece, il contratto contiene già meccanismi correttivi – come il ‘patto di deduzione’, che obbliga il concedente a detrarre dal suo credito il valore del bene recuperato – lo squilibrio viene neutralizzato. In questi casi, la clausola penale leasing non può essere ridotta d’ufficio, perché l’assetto contrattuale è già improntato alla stessa logica di equilibrio che ha poi ispirato il legislatore del 2017.

Correttezza e Buona Fede nell’Esecuzione del Contratto

La Cassazione sottolinea che il patto di deduzione deve essere interpretato ed eseguito secondo correttezza e buona fede. Ciò significa che il concedente, nel determinare il valore del bene da portare in detrazione, deve usare un criterio trasparente e oggettivo. Se il bene non è ancora stato venduto, deve indicare il suo valore commerciale equo; se è già stato rivenduto, deve detrarre il ricavato effettivo, salvo che la vendita sia avvenuta a un prezzo vile per sua negligenza.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento di grande importanza pratica. Per i contratti di leasing risolti prima della riforma del 2017, la presenza di una clausola penale che preveda la corresponsione di tutti i canoni (scaduti e futuri) è legittima, a condizione che sia bilanciata da un patto di deduzione. Quest’ultimo, obbligando a sottrarre il valore del bene dal credito totale, garantisce che il risarcimento del danno per il concedente non si trasformi in una locupletazione ingiustificata. L’autonomia contrattuale è quindi salvaguardata, e l’intervento correttivo del giudice diventa superfluo laddove le parti abbiano già pattuito un meccanismo equo ed efficace.

La legge n. 124/2017 sul leasing si applica ai contratti risolti prima della sua entrata in vigore?
No, la Corte di Cassazione ha confermato che la disciplina della legge n. 124 del 2017 non ha effetti retroattivi. Per i contratti risolti in precedenza, continua ad applicarsi la distinzione tra leasing di godimento e leasing traslativo, con l’applicazione analogica dell’art. 1526 c.c. a quest’ultimo.

Quando può essere ridotta la clausola penale in un contratto di leasing traslativo risolto prima della riforma del 2017?
Il potere del giudice di ridurre la penale, ai sensi degli artt. 1526 e 1384 c.c., deve essere esercitato solo quando le clausole contrattuali determinano un significativo squilibrio e un ingiustificato arricchimento per il concedente. Se il contratto prevede già un meccanismo, come il patto di deduzione, che neutralizza tale squilibrio, la penale non va ridotta.

Una clausola che obbliga l’utilizzatore a pagare tutti i canoni (scaduti e a scadere) è sempre ingiusta?
No. Secondo la sentenza, tale clausola è valida ed efficace se bilanciata da un ‘patto di deduzione’ che preveda di sottrarre dal credito del concedente il valore del bene recuperato (attraverso la sua vendita o riallocazione). Questo meccanismo impedisce l’ingiusto arricchimento del concedente e rende la clausola equa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati