LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Clausola di salvaguardia: non basta per evitare l’usura

Una società ha contestato la validità di un contratto di mutuo per interessi usurari. Dopo due sentenze sfavorevoli, la Corte di Cassazione ha accolto uno dei motivi di ricorso, stabilendo un principio fondamentale sulla clausola di salvaguardia. Secondo la Corte, la semplice presenza di questa clausola non è sufficiente a escludere l’usura; spetta alla banca dimostrare di aver sempre rispettato i tassi soglia. La Corte ha quindi cassato la sentenza d’appello e rinviato il caso per un nuovo esame.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Clausola di Salvaguardia nei Mutui: Non Basta Inserirla per Evitare l’Usura

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 33850/2024 offre un chiarimento cruciale in materia di diritto bancario, in particolare sul valore della clausola di salvaguardia nei contratti di mutuo. Questa clausola, pensata per evitare il superamento dei tassi soglia antiusura, non è uno scudo automatico per gli istituti di credito. Vediamo insieme cosa ha stabilito la Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Una società a responsabilità limitata aveva citato in giudizio un istituto di credito, chiedendo di accertare la nullità del contratto di mutuo ipotecario sottoscritto. La società sosteneva che sia gli interessi corrispettivi che quelli moratori fossero usurari. Il Tribunale, in primo grado, aveva respinto la domanda. La società aveva quindi presentato appello, ma anche la Corte di Appello di Milano aveva confermato la decisione iniziale, escludendo la natura usuraria degli interessi e ritenendo valida, tra le altre cose, la cosiddetta clausola floor.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Insoddisfatta della decisione d’appello, la società ha proposto ricorso in Cassazione basandosi su quattro motivi principali:
1. Errata valutazione dell’usura: La Corte d’Appello avrebbe sbagliato a non considerare la sommatoria tra interessi corrispettivi e moratori ai fini della verifica del superamento del tasso soglia.
2. Omesso esame di un fatto decisivo: Errata classificazione del finanziamento, considerato come “altri finanziamenti” anziché “mutuo ipotecario”, con conseguente applicazione di un tasso soglia errato.
3. Violazione di legge sulla clausola di salvaguardia: La Corte avrebbe erroneamente ritenuto che la semplice pattuizione della clausola di salvaguardia fosse sufficiente a escludere il superamento del tasso soglia.
4. Irrilevanza degli interessi moratori non applicati: Contestazione della tesi secondo cui l’eccessività dei tassi di mora sarebbe irrilevante se non concretamente applicata.

La Clausola di Salvaguardia e l’Onere della Prova

Il punto centrale e più innovativo della decisione della Cassazione riguarda il terzo motivo di ricorso. La Corte ha stabilito che l’inserimento di una clausola di salvaguardia nel contratto non è di per sé una prova che l’usura non ci sia stata. Al contrario, tale clausola trasforma il divieto legale di pattuire interessi usurari in una specifica obbligazione contrattuale a carico della banca.

Di conseguenza, in caso di contestazione, spetta all’istituto di credito, secondo le regole della responsabilità contrattuale (ex contractu), dimostrare di aver adempiuto a tale impegno. In altre parole, la banca ha l’onere di provare di non aver mai applicato interessi superiori alla soglia massima consentita dalla legge per tutta la durata del rapporto. Non basta quindi affermare che la clausola esisteva; bisogna dimostrare di averla rispettata.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha analizzato distintamente ciascun motivo:
* Primo motivo (sommatoria degli interessi): Rigettato. La Corte, richiamando un precedente delle Sezioni Unite (n. 19597/2020), ha ribadito che la verifica dell’usura va fatta separatamente per gli interessi corrispettivi e per quelli moratori, ciascuno confrontato con la propria specifica soglia. Non si deve procedere alla loro sommatoria.
* Secondo motivo (errata classificazione del mutuo): Inammissibile. Essendoci una “doppia conforme” (decisioni identiche nei primi due gradi di giudizio), la società ricorrente avrebbe dovuto dimostrare che le ragioni di fatto delle due sentenze erano diverse, onere che non è stato assolto.
* Terzo motivo (clausola di salvaguardia): Accolto. Questa è la parte più significativa. La Corte afferma che la sentenza d’appello ha errato nel considerare sufficiente la mera esistenza della clausola. L’onere di provare il rispetto del tasso soglia grava sulla banca.
Quarto motivo (interessi moratori non applicati): Inammissibile. La Corte ha ritenuto che la censura non cogliesse la ratio decidendi* della sentenza impugnata, la quale non negava la rilevanza del superamento del tasso soglia, ma si limitava a specificare che, in tal caso, solo gli interessi moratori sarebbero illeciti e non dovuti, mentre resterebbe ferma l’obbligazione sui corrispettivi (se leciti).

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha accolto il terzo motivo di ricorso, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte di Appello di Milano in diversa composizione. Quest’ultima dovrà riesaminare il caso attenendosi al principio di diritto secondo cui la clausola di salvaguardia non esonera la banca dall’onere di provare di aver rispettato i limiti antiusura. Questa decisione rafforza la tutela del mutuatario, chiarendo che le clausole contrattuali non sono una garanzia formale, ma impongono obblighi concreti e dimostrabili a carico degli istituti di credito.

In un mutuo, gli interessi corrispettivi e quelli di mora si sommano per verificare l’usura?
No, secondo la Corte di Cassazione, non è corretta la sommatoria degli interessi corrispettivi con quelli moratori. La verifica dell’usurarietà deve essere condotta separatamente per le due tipologie di interessi, confrontando ciascuna con la relativa soglia di legge.

La presenza di una clausola di salvaguardia in un contratto di mutuo è sufficiente a escludere l’usura?
No, non è sufficiente. La Corte ha stabilito che l’inserimento di tale clausola non esclude automaticamente l’usura, ma crea un’obbligazione contrattuale per la banca. Di conseguenza, in caso di contestazione, spetta alla banca l’onere di provare di aver concretamente rispettato il limite del tasso soglia per tutta la durata del rapporto.

Cosa succede se solo gli interessi di mora superano la soglia di usura?
Se solo gli interessi moratori risultano usurari, la conseguenza è che solo questi ultimi sono considerati illeciti e non sono dovuti. L’obbligo di pagare gli interessi corrispettivi, se lecitamente pattuiti, rimane valido e non viene annullato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati