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Clausola di proroga giurisdizione: la Corte decide

In un caso riguardante un contratto di agenzia internazionale tra agenti italiani e una società tedesca, la Corte di Cassazione ha affrontato la validità di una clausola di proroga della giurisdizione. Nonostante la legge italiana preveda un foro inderogabile a tutela dell’agente, la Corte ha stabilito che il Regolamento dell’Unione Europea prevale, confermando la validità dell’accordo che designava il giudice tedesco come competente, in linea con la volontà espressa dalle parti nel contratto.

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Clausola di proroga della giurisdizione: la volontà delle parti prevale sulla legge nazionale

Nell’ambito dei contratti commerciali internazionali, la clausola di proroga della giurisdizione rappresenta uno strumento fondamentale per garantire certezza e prevedibilità alle parti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: la libertà contrattuale, sancita dal diritto dell’Unione Europea, prevale sulle norme interne di competenza, anche quando queste sono considerate inderogabili, come nel caso del foro dell’agente. Questo articolo analizza la decisione e le sue importanti implicazioni pratiche.

I fatti del caso: un contratto di agenzia internazionale

La controversia nasce da un contratto di agenzia stipulato nel 2014 tra due agenti italiani e una società preponente tedesca. A seguito di presunte inadempienze contrattuali, gli agenti convenivano in giudizio la società dinanzi al tribunale italiano, sostenendo la nullità della clausola contrattuale che designava come foro esclusivo quello del domicilio della società preponente in Germania. Gli agenti basavano la loro tesi sull’articolo 413 del codice di procedura civile italiano, che stabilisce una competenza territoriale inderogabile presso il giudice del domicilio dell’agente. Il tribunale italiano, in prima battuta, affermava la propria competenza. Di fronte a questa decisione, la società tedesca proponeva un regolamento preventivo di giurisdizione alla Corte di Cassazione, chiedendo di dichiarare la giurisdizione del giudice tedesco, come pattuito nel contratto.

La questione giuridica: supremazia del diritto UE sulla norma interna

Il cuore della questione risiedeva nel conflitto tra due ordinamenti: da un lato, la norma interna italiana (art. 413 c.p.c.) posta a tutela della parte considerata più debole, l’agente; dall’altro, il Regolamento UE Bruxelles-bis (n. 1215/2012), e in particolare il suo articolo 25, che sancisce il principio della libertà delle parti di scegliere consensualmente il giudice competente per le loro controversie. La società ricorrente sosteneva che la normativa comunitaria, in virtù del principio di supremazia, dovesse prevalere sulla legge nazionale, rendendo pienamente valida ed efficace la clausola contrattuale.

L’importanza della clausola di proroga della giurisdizione nel commercio

La decisione su quale giudice avrà il potere di decidere una futura ed eventuale controversia è un elemento strategico nei negoziati internazionali. La clausola di proroga della giurisdizione consente alle imprese di ridurre l’incertezza, scegliendo un foro che ritengono neutrale, specializzato o semplicemente più conveniente. La validità di tali clausole è quindi essenziale per la fluidità e la sicurezza dei traffici commerciali internazionali. La Corte di Cassazione, con questa pronuncia, rafforza questa certezza, allineando l’interpretazione del diritto interno ai principi consolidati a livello europeo.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha accolto la tesi della società tedesca, dichiarando la giurisdizione del giudice tedesco. Le motivazioni si fondano su alcuni pilastri fondamentali:
1. Supremazia del Diritto dell’Unione Europea: La Corte ha ribadito il principio consolidato secondo cui le norme del diritto UE, come l’art. 25 del Regolamento Bruxelles-bis, prevalgono sulle norme interne degli Stati membri. La libertà di scegliere il giudice competente è un diritto che le parti possono esercitare liberamente.
2. Distinzione tra Legge Applicabile e Giurisdizione: La clausola contrattuale prevedeva l’applicazione della legge sostanziale italiana ma la giurisdizione del giudice tedesco. La Corte ha chiarito che non vi è alcuna contraddizione in ciò. Le parti sono libere di scindere i due aspetti, scegliendo un ordinamento per regolare il merito del rapporto e un altro per la risoluzione processuale delle liti.
3. Chiarezza della Clausola: Secondo i giudici, la clausola era sufficientemente chiara nel distinguere i due piani (legge applicabile e foro competente). La presunta contraddizione sollevata dagli agenti non era tale da renderla nulla, poiché la volontà delle parti di attribuire la giurisdizione al giudice tedesco era espressa in modo specifico e distinto.
4. Inapplicabilità della Tutela per il Lavoro Subordinato: La Corte ha precisato che le tutele speciali previste dal diritto UE per i lavoratori subordinati (che limitano la possibilità di derogare al foro del lavoratore) non si estendono automaticamente al contratto di agenzia. Quest’ultimo, qualificato come rapporto parasubordinato nell’ordinamento italiano, non rientra nella nozione di lavoro subordinato tutelata in modo specifico da quelle norme europee.

Le conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione consolida la prevedibilità e la certezza del diritto nei contratti internazionali. Si afferma con forza che la volontà delle parti, espressa tramite una chiara clausola di proroga della giurisdizione, è sovrana e deve essere rispettata, anche quando deroga a norme di competenza interna considerate inderogabili. Per le imprese che operano a livello internazionale, questa sentenza è un’importante conferma: la pianificazione contrattuale, se ben eseguita, è uno strumento efficace per gestire i rischi legali e processuali, garantendo che eventuali dispute vengano risolte in una sede giudiziaria prestabilita.

Una clausola che sceglie un giudice straniero è valida in un contratto di agenzia, anche se la legge italiana prevede un foro inderogabile per l’agente?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che la clausola è valida. In base al principio di supremazia del diritto dell’Unione Europea, la libertà delle parti di scegliere il giudice competente (art. 25 Regolamento Bruxelles-bis) prevale sulla norma nazionale inderogabile che individua il foro presso il domicilio dell’agente.

Se un contratto richiama la legge italiana ma indica un giudice straniero, c’è una contraddizione che rende nulla la clausola?
No. La Corte ha chiarito che non sussiste alcuna contraddizione. Le parti possono legittimamente decidere che il loro rapporto sia regolato dalla legge sostanziale di un Paese (in questo caso, l’Italia) e che le controversie siano decise dai giudici di un altro Paese (in questo caso, la Germania). Si tratta di due scelte distinte e autonome.

L’agente commerciale è tutelato come un lavoratore dipendente per quanto riguarda la scelta del foro competente?
No. Secondo la Corte, le tutele speciali previste dalla normativa europea per i contratti di lavoro subordinato, che limitano la possibilità di derogare al foro del lavoratore, non si applicano al contratto di agenzia. Quest’ultimo è considerato un rapporto parasubordinato e non gode della medesima protezione rafforzata ai fini della determinazione della giurisdizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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