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Clausola compromissoria: quando si applica al socio?

Una società cooperativa agricola otteneva un decreto ingiuntivo contro un’altra cooperativa socia per il mancato pagamento di forniture. La socia si opponeva, invocando una clausola compromissoria statutaria che devolveva le controversie sociali agli arbitri. La Corte di Cassazione ha stabilito che la clausola compromissoria si applica solo ai rapporti sociali in senso stretto (es. validità delibere) e non ai rapporti commerciali di scambio, come la fornitura di prodotti, che costituiscono contratti autonomi. Di conseguenza, ha dichiarato la competenza del tribunale ordinario.

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Clausola Compromissoria e Società Cooperative: La Cassazione Traccia il Confine

La gestione dei rapporti tra una società cooperativa e i suoi soci può generare controversie complesse. Una questione cruciale riguarda l’ambito di applicazione della clausola compromissoria, spesso presente negli statuti, che affida le liti a un collegio arbitrale. Quando una disputa ha natura puramente commerciale, come il mancato pagamento di forniture, prevale la giurisdizione del tribunale o quella degli arbitri? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questo punto, distinguendo nettamente tra rapporto sociale e rapporto di scambio.

I Fatti del Caso

Una società cooperativa agricola otteneva un decreto ingiuntivo per un importo di oltre 100.000 euro nei confronti di un’altra cooperativa, sua socia, a titolo di corrispettivo per il conferimento di prodotti ortofrutticoli. La cooperativa debitrice proponeva opposizione, sostenendo il difetto di competenza del tribunale ordinario. A suo avviso, la controversia doveva essere decisa da un collegio arbitrale, come previsto dall’articolo 41 dello statuto sociale, che conteneva una specifica clausola compromissoria per le liti tra la società e i soci.

Il Tribunale di primo grado accoglieva l’eccezione, revocava il decreto ingiuntivo e dichiarava l’improponibilità della domanda, ritenendo che la controversia rientrasse nei “rapporti sociali in senso ampio” e dovesse quindi essere rimessa al giudizio degli arbitri. Contro questa decisione, la società creditrice proponeva ricorso per regolamento di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte sulla Clausola Compromissoria

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione del Tribunale, accogliendo il ricorso e dichiarando la competenza del giudice ordinario. Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione della portata della clausola compromissoria statutaria.

La Corte ha specificato che, sebbene l’obbligo di conferimento dei prodotti da parte del socio trovi la sua origine nel rapporto associativo, esso dà vita a un distinto rapporto economico di natura contrattuale e corrispettiva. Questo rapporto è assimilabile a una compravendita, dove al conferimento del bene (i prodotti agricoli) da parte del socio corrisponde l’obbligo di pagamento da parte della cooperativa (o viceversa, come nel caso di specie per altre dinamiche commerciali).

La Distinzione tra Rapporto Sociale e Rapporto di Scambio

La clausola statutaria in questione faceva riferimento a “tutte le controversie aventi ad oggetto rapporti sociali”, esemplificando casi come la validità delle delibere assembleari o i rapporti con gli organi sociali. Secondo la Suprema Corte, questa dicitura delimita chiaramente il campo di applicazione della clausola alla “vita della società” e alle dinamiche interne che regolano lo status socii.

La controversia sul pagamento di una fornitura, invece, non attiene al rapporto sociale, ma a un autonomo e separato contratto di scambio. Anche se questo contratto è stipulato tra la cooperativa e un suo socio, la sua natura è puramente commerciale e patrimoniale, non associativa.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando un orientamento giurisprudenziale consolidato, anche in materia di cooperative edilizie. Il conferimento di un prodotto o di un servizio da parte del socio non rappresenta un adempimento del contratto sociale, ma una prestazione contrattuale autonoma e diversa, sebbene originata all’interno della relazione associativa.

In sostanza, prevale il rapporto di scambio, che determina l’insorgere di obbligazioni corrispettive (consegna del bene contro pagamento del prezzo), la cui causa è omogenea a quella della compravendita. Di conseguenza, una clausola compromissoria limitata ai “rapporti sociali” non può estendersi a queste tipologie di controversie.

La Cassazione ha inoltre chiarito che non trova applicazione il principio del favor arbitralis (art. 808-quater c.p.c.), che suggerisce un’interpretazione estensiva della competenza arbitrale in caso di dubbio. In questo caso, secondo la Corte, non vi era alcun dubbio, poiché il testo della clausola era chiaro nel limitare il suo ambito ai soli rapporti sociali.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre un importante principio guida per le società cooperative e i loro soci. La presenza di una clausola compromissoria nello statuto non significa che ogni e qualsiasi lite debba essere sottratta alla giurisdizione ordinaria. È fondamentale analizzare la natura della controversia:
1. Controversie Sociali: Rientrano nell’arbitrato le dispute relative alla partecipazione alla vita sociale, come l’impugnazione di delibere, azioni di responsabilità contro amministratori, o questioni legate allo status di socio.
2. Controversie Commerciali: Restano di competenza del tribunale ordinario le liti che, pur intercorrendo tra società e socio, riguardano rapporti di natura patrimoniale e corrispettiva, come il mancato pagamento di forniture, canoni di locazione o altre prestazioni di scambio.

Le cooperative devono quindi prestare massima attenzione nella redazione delle clausole statutarie, specificando con chiarezza quali tipologie di controversie intendono devolvere agli arbitri, per evitare incertezze e lunghi contenziosi sulla sola questione della competenza giurisdizionale.

Una clausola compromissoria nello statuto di una cooperativa si applica a tutte le controversie con un socio?
No. Secondo la Corte, la clausola si applica solo alle controversie relative ai “rapporti sociali” (es. validità di delibere, rapporti con organi sociali), e non a quelle che nascono da distinti rapporti contrattuali di scambio, come il pagamento per la fornitura di prodotti.

Il rapporto di fornitura di prodotti tra un socio e la sua cooperativa è considerato un “rapporto sociale”?
No. La Corte ha stabilito che l’obbligo di conferimento dei prodotti e il relativo pagamento caratterizzano un rapporto economico di tipo contrattuale e corrispettivo, autonomo e diverso dal rapporto societario, assimilabile a una compravendita.

Quando si applica il principio del “favor arbitralis” (favore per l’arbitrato) secondo la Corte?
Il principio del “favor arbitralis”, che spinge a interpretare una clausola arbitrale in modo estensivo, si applica solo “nel dubbio”. Se il testo della clausola delimita chiaramente il suo ambito di applicazione, come in questo caso ai soli “rapporti sociali”, non c’è spazio per un’interpretazione estensiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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