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Cessione passività bancarie: la Cassazione rinvia

Un risparmiatore ha citato in giudizio un grande istituto bancario per le perdite subite su azioni acquistate da un’altra banca, successivamente posta in liquidazione. I giudici di merito hanno escluso la responsabilità della banca acquirente. La Corte di Cassazione, chiamata a decidere sulla questione della cessione passività bancarie, ha disposto il rinvio della causa in attesa di una decisione su casi analoghi.

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Cessione passività bancarie: la Cassazione attende una decisione di principio

L’ordinanza interlocutoria n. 16188/2024 della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nel diritto bancario: la cessione passività bancarie nel contesto del salvataggio di un istituto di credito. La Corte ha scelto di non decidere immediatamente, preferendo attendere l’esito di altre cause pendenti per garantire uniformità di giudizio su una questione tanto delicata.

I fatti di causa: la controversia sulle azioni della banca

La vicenda ha origine dall’azione legale intrapresa da un risparmiatore contro un primario gruppo bancario. L’attore chiedeva di accertare la nullità dell’acquisto di azioni di una differente banca, in seguito posta in Liquidazione Coatta Amministrativa, e di condannare il gruppo bancario subentrante al risarcimento dei danni. La tesi del risparmiatore si fondava sull’idea che il grande istituto acquirente avesse ereditato non solo gli attivi, ma anche le passività e le responsabilità della banca in crisi, inclusi gli obblighi derivanti dalla commercializzazione di prodotti finanziari.

Il giudizio di merito: la negata responsabilità della banca acquirente

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno respinto le domande del risparmiatore. I giudici di merito hanno stabilito che l’istituto di credito convenuto non era il soggetto corretto a cui rivolgere le richieste (difetto di legittimazione passiva). Secondo le loro decisioni, i rapporti giuridici relativi alla commercializzazione delle azioni della banca in difficoltà non erano stati trasferiti al gruppo acquirente nell’ambito dell’operazione di salvataggio. Di conseguenza, ogni responsabilità era rimasta in capo alla banca originaria, ormai in liquidazione.

Il nodo della cessione passività bancarie in Cassazione

Il risparmiatore ha impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando la violazione e falsa applicazione delle norme che regolano la cessione d’azienda e, specificamente, quelle relative alla cessione di attività e passività di banche in risoluzione. La questione centrale sottoposta alla Suprema Corte era, dunque, quella di definire con precisione quali obblighi e responsabilità vengano trasferiti alla banca acquirente e quali, invece, rimangano a carico dell’entità in liquidazione.

Le motivazioni dell’ordinanza interlocutoria

La Prima Sezione Civile della Cassazione, con l’ordinanza in commento, ha preso atto della delicatezza e della rilevanza della questione. Anziché decidere il caso specifico, ha rilevato che lo stesso tema è oggetto di altri ricorsi per i quali è stata disposta la trattazione in pubblica udienza. Questa scelta procedurale indica la volontà della Corte di arrivare a una decisione ponderata e di principio, che possa fungere da guida per tutti i casi simili. Per tale ragione, apparendo opportuno attendere la decisione che verrà adottata in quella sede, il collegio ha disposto il rinvio del ricorso a nuovo ruolo.

Conclusioni: le implicazioni della decisione di rinvio

Questa ordinanza interlocutoria, pur non risolvendo la controversia nel merito, ha importanti implicazioni. Sottolinea l’esistenza di un contrasto interpretativo o, quantomeno, di una questione giuridica di massima importanza meritevole di un approfondimento da parte della Corte nella sua composizione più autorevole. Per i risparmiatori coinvolti, ciò significa un’ulteriore attesa, ma con la prospettiva di una pronuncia chiara e definitiva che stabilirà i confini della responsabilità degli istituti che acquisiscono aziende bancarie in crisi, influenzando l’esito di un vasto contenzioso in materia di cessione passività bancarie.

Qual era l’oggetto principale della controversia legale?
L’oggetto della controversia era stabilire se un grande gruppo bancario, che aveva acquisito parte delle attività di una banca in crisi, fosse anche responsabile per le passività derivanti dalla commercializzazione di azioni di quest’ultima ai risparmiatori.

Cosa hanno deciso i giudici di primo e secondo grado?
Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno escluso la responsabilità della banca acquirente, ritenendo che i rapporti giuridici e le relative passività legate alla vendita delle azioni non le fossero stati trasferiti e fossero rimasti in capo all’istituto in liquidazione.

Perché la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza di rinvio invece di una decisione finale?
La Corte di Cassazione ha rinviato la decisione perché la questione giuridica centrale, relativa all’esatta portata della cessione di passività bancarie in casi di risoluzione, è già oggetto di altri ricorsi per i quali è stata fissata una trattazione in pubblica udienza. La Corte attende l’esito di quella discussione per garantire una giurisprudenza coerente e uniforme sulla materia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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