LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Cessione in blocco: prova e legittimazione passiva

Il Tribunale di Roma ha respinto l’opposizione a un atto di precetto, stabilendo che la prova di una cessione in blocco può essere fornita tramite la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e un’attestazione della banca cedente. La sentenza chiarisce inoltre che il socio unico di una società cancellata dal registro delle imprese succede nei debiti sociali, confermando la sua legittimazione passiva nell’azione esecutiva.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Cessione in Blocco: Come Provare il Credito e la Successione del Socio

Una recente sentenza del Tribunale di Roma affronta due temi cruciali nel diritto bancario e societario: la prova della titolarità di un credito in una cessione in blocco e la responsabilità del socio per i debiti di una società estinta. Questa decisione offre chiarimenti importanti sia per gli operatori finanziari che per gli ex soci di società cancellate, delineando i confini della legittimazione attiva del creditore e passiva del debitore.

I Fatti di Causa: L’Opposizione all’Atto di Precetto

Il caso nasce dall’opposizione promossa da un soggetto contro un atto di precetto notificatogli da una società veicolo di cartolarizzazione. L’opponente sollevava due eccezioni principali:
1. La carenza di legittimazione attiva del creditore, sostenendo che non vi fosse prova sufficiente che lo specifico credito fosse incluso nell’operazione di cessione in blocco.
2. Il proprio difetto di legittimazione passiva, poiché il titolo esecutivo originario era stato formato nei confronti di una società, ormai estinta, di cui egli era stato socio, e non direttamente nei suoi confronti.

La Questione della Cessione in Blocco e la Legittimazione Attiva

Il Tribunale ha rigettato la prima eccezione, fornendo una guida chiara su come il creditore cessionario possa dimostrare la propria titolarità.

Il Ruolo della Gazzetta Ufficiale

Secondo l’articolo 58 del Testo Unico Bancario, in caso di cessione in blocco, la pubblicazione della notizia sulla Gazzetta Ufficiale (G.U.) ha una funzione fondamentale: sostituisce la notifica individuale al singolo debitore e rende la cessione efficace nei suoi confronti. Questo strumento agevola le operazioni di cartolarizzazione, che coinvolgono migliaia di rapporti giuridici. Il giudice ha ribadito che, se l’avviso pubblicato contiene indicazioni sufficientemente precise sulle caratteristiche dei crediti ceduti, può costituire una prova adeguata dell’avvenuta cessione.

La Prova Fornita dal Creditore

Nel caso specifico, il creditore non si è limitato a produrre l’avviso in G.U., ma ha anche depositato un’attestazione della banca cedente che confermava esplicitamente l’inclusione del credito in questione nel portafoglio ceduto. Questo doppio binario probatorio (pubblicazione in G.U. e dichiarazione del cedente) è stato ritenuto dal Tribunale più che sufficiente per dimostrare la legittimazione attiva del cessionario, in assenza di prove contrarie offerte dall’opponente.

Il Socio Risponde dei Debiti della Società Estinta? La responsabilità post-cancellazione

Anche la seconda eccezione, relativa al difetto di legittimazione passiva, è stata respinta sulla base di un principio consolidato del diritto societario.

Il Fenomeno Successorio Post-Cancellazione

A seguito della riforma del diritto societario del 2003, la cancellazione di una società dal registro delle imprese non estingue i debiti sociali. Si verifica, invece, un fenomeno successorio: le obbligazioni della società si trasferiscono ai soci. La responsabilità di questi ultimi è commisurata a quanto hanno ricevuto in base al bilancio finale di liquidazione e alla loro responsabilità durante la vita della società (limitata o illimitata).

La Posizione del Socio Unico Liquidatore

Nel caso di specie, il creditore ha dimostrato, attraverso una visura storica, che l’opponente era stato socio unico e liquidatore della società debitrice fino alla sua cancellazione. Questa circostanza è stata considerata decisiva per stabilire la sua successione nei rapporti passivi della società estinta, fondando così la sua legittimazione passiva a subire l’azione esecutiva.

Le motivazioni della Decisione

Il Tribunale ha motivato il rigetto dell’opposizione basandosi su due pilastri giuridici. Per la legittimazione attiva, ha valorizzato il quadro normativo speciale della cessione in blocco, che semplifica gli oneri probatori per il cessionario. La combinazione della pubblicità legale (Gazzetta Ufficiale) con un’ulteriore prova documentale (l’attestazione del cedente) crea una presunzione forte di titolarità del credito, che il debitore deve superare con argomentazioni concrete e plausibili. Per la legittimazione passiva, il giudice ha applicato l’orientamento consolidato della Cassazione sul fenomeno successorio che segue la cancellazione di una società. La cancellazione non è una “sanatoria” dei debiti, ma un evento che trasferisce la responsabilità sui soci, i quali diventano i nuovi destinatari delle pretese dei creditori sociali.

Le conclusioni

La sentenza rappresenta un’importante conferma per i creditori che operano nel mercato dei crediti deteriorati, chiarendo che gli strumenti probatori previsti per la cessione in blocco, se usati correttamente, sono efficaci per dimostrare la propria legittimazione. Allo stesso tempo, costituisce un monito per gli ex soci di società cancellate: l’estinzione della persona giuridica non li libera dalle obbligazioni sociali, ma li espone direttamente alle azioni dei creditori, specialmente quando, come nel caso del socio unico, la loro posizione era centrale nella gestione e liquidazione della società.

Come può un creditore provare di essere titolare di un credito derivante da una cessione in blocco?
Secondo la sentenza, il creditore può provarlo fornendo l’avviso di cessione pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, purché contenga indicazioni sufficienti a identificare i crediti ceduti. Tale prova può essere ulteriormente rafforzata da un’attestazione della banca cedente che confermi l’inclusione dello specifico credito nell’operazione.

Il socio di una società cancellata dal registro delle imprese risponde dei debiti della società?
Sì. La sentenza conferma che con la cancellazione della società si verifica un fenomeno successorio, per cui i debiti non estinti si trasferiscono ai soci. Questi ne rispondono nei limiti di quanto riscosso in sede di liquidazione e a seconda del regime di responsabilità che avevano durante la vita della società.

La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale è sufficiente a rendere efficace la cessione in blocco nei confronti del debitore?
Sì, la pubblicazione della notizia della cessione sulla Gazzetta Ufficiale, come previsto dall’art. 58 del Testo Unico Bancario, sostituisce la notifica individuale al debitore e rende la cessione efficace nei suoi confronti, esonerando il creditore dall’onere di una comunicazione personale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati