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Cessione di credito: chi ha diritto al risarcimento?

Un soggetto cede a un terzo il proprio diritto a ricevere un immobile. Quando la controparte non adempie, chi può chiedere il risarcimento? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1790/2025, chiarisce la distinzione tra cessione di credito e cessione del contratto. Con la cessione di credito, il diritto a pretendere la prestazione e a chiedere i danni per il suo mancato ottenimento passa al nuovo creditore (cessionario). Il creditore originario (cedente) perde la legittimazione a chiedere tali danni, pur rimanendo parte del contratto originario.

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Cessione di Credito: Chi Può Chiedere i Danni per Inadempimento?

La cessione di credito è uno strumento giuridico fondamentale nel mondo degli affari e non solo, ma le sue implicazioni possono essere complesse. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti su un punto cruciale: in caso di inadempimento del debitore, chi ha il diritto di chiedere il risarcimento dei danni? Il creditore originario o il nuovo creditore? Analizziamo insieme la vicenda per capire la logica della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una serie di accordi concatenati. Un soggetto, che chiameremo Tizio, aveva stipulato un contratto con la famiglia Rossi, in base al quale avrebbe dovuto ricevere la proprietà di un immobile. Successivamente, Tizio, attraverso una scrittura privata, cede il suo diritto a ricevere tale immobile a una terza persona, la signora Bianchi, in cambio di una somma di denaro, di cui riceve un acconto.

Il problema sorge quando si scopre che la famiglia Rossi non può più trasferire l’immobile, in quanto lo aveva già ceduto a una società immobiliare. Di conseguenza, la signora Bianchi, che aveva pagato l’acconto, non riceve la proprietà pattuita. La signora Bianchi fa causa a Tizio per inadempimento. Tizio, a sua volta, si difende e propone una domanda riconvenzionale per ottenere il trasferimento della proprietà o, in alternativa, il risarcimento dei danni, non solo nei confronti della signora Bianchi ma anche della famiglia Rossi.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello respingono le richieste di Tizio. I giudici qualificano l’accordo tra Tizio e la signora Bianchi come una cessione di credito, concludendo che, avendo ceduto il suo diritto, Tizio non potesse più reclamare danni per il mancato trasferimento dell’immobile.

La Cessione di Credito e il Diritto al Risarcimento

Il cuore della questione legale ruota attorno alla natura della cessione di credito e ai diritti che vengono trasferiti. Il ricorrente (l’erede di Tizio) sosteneva che, cedendo il diritto a ricevere l’immobile, non aveva trasferito anche le azioni legali connesse al contratto originario, come quella per il risarcimento del danno derivante dall’inadempimento della famiglia Rossi.

Secondo questa tesi, la mancata consegna dell’immobile da parte dei Rossi gli aveva impedito di incassare il saldo del prezzo dalla signora Bianchi, causandogli un danno diretto per il quale riteneva di avere ancora diritto a un risarcimento.

La Differenza con la Cessione del Contratto

Per comprendere la decisione della Corte, è essenziale distinguere la cessione di credito (art. 1260 c.c. e ss.) dalla cessione del contratto (art. 1406 c.c. e ss.).

* Cessione del contratto: Si trasferisce l’intera posizione contrattuale, con tutti i diritti e gli obblighi che ne derivano. Il cedente esce completamente di scena e il cessionario subentra al suo posto. È un’operazione più complessa che richiede il consenso del contraente ceduto.
* Cessione di credito: Si trasferisce unicamente il diritto di credito, cioè il diritto a ricevere una determinata prestazione. Il cedente rimane titolare del rapporto contrattuale originario, ma perde la titolarità del credito specifico che ha ceduto.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito. Ha stabilito che il motivo era in parte infondato e in parte inammissibile, fornendo una chiara spiegazione degli effetti della cessione di credito.

Le motivazioni

I giudici hanno chiarito che, quando si cede un credito, si trasferiscono al cessionario (la signora Bianchi) tutti i diritti e le azioni volti a ottenere la realizzazione di quel credito. Questo include non solo il diritto alla prestazione principale (il trasferimento dell’immobile), ma anche tutte le azioni a tutela di tale diritto, come l’azione di adempimento e, di conseguenza, quella per il risarcimento del danno derivante dalla sua mancata esecuzione.

In pratica, con la cessione, il diritto a pretendere l’immobile dalla famiglia Rossi era passato interamente alla signora Bianchi. Pertanto, solo lei era legittimata ad agire contro i Rossi per ottenere la proprietà o il risarcimento equivalente. Tizio (il cedente), avendo trasferito tale diritto, non poteva più lamentare un danno per il suo mancato conseguimento, poiché quel diritto non faceva più parte del suo patrimonio.

La Corte precisa che al cedente restano le azioni “inerenti all’essenza del contratto” originario, come l’azione di risoluzione del contratto stesso, ma non quelle strettamente legate all’adempimento del credito ceduto.

Le conclusioni

L’ordinanza stabilisce un principio fondamentale: chi effettua una cessione di credito trasferisce non solo il diritto alla prestazione ma anche gli strumenti per ottenerla, inclusa l’azione per il risarcimento del danno da inadempimento. Il creditore originario, spogliandosi di tale diritto, non può più agire per un danno che, giuridicamente, non lo riguarda più direttamente. Questa decisione rafforza la certezza dei rapporti giuridici, chiarendo che il nuovo creditore è l’unico interlocutore del debitore per tutto ciò che concerne l’adempimento dell’obbligazione ceduta.

In una cessione di credito, chi ha il diritto di chiedere il risarcimento dei danni se la prestazione non viene eseguita?
Secondo la Corte, il diritto di agire per l’adempimento e per il conseguente risarcimento del danno si trasferisce al nuovo creditore (cessionario), in quanto tali azioni sono finalizzate alla realizzazione del credito ceduto. Il creditore originario (cedente) perde la legittimazione a chiedere tali danni.

Cosa distingue la cessione di credito dalla cessione del contratto?
La cessione di credito trasferisce solo il diritto a ricevere una prestazione, mentre il rapporto contrattuale originario rimane in capo al cedente. La cessione del contratto, invece, trasferisce l’intera posizione contrattuale (diritti e obblighi), con il cedente che esce completamente dal rapporto e il cessionario che ne prende il posto.

Il creditore originale (cedente) perde tutti i diritti dopo aver ceduto il credito?
No. Il cedente rimane titolare del rapporto contrattuale originario e può esercitare le azioni che non sono strettamente legate alla realizzazione del credito ceduto, come ad esempio l’azione di risoluzione del contratto per inadempimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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