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Cessione di azioni: competenza e patto leonino

Un’ordinanza del Tribunale di Trieste analizza un caso di cessione di azioni, confermando un sequestro conservativo. La decisione si sofferma su questioni cruciali come la competenza territoriale, definendo ‘liquido’ un prezzo determinabile tramite il tasso Euribor, e la non applicabilità del divieto di patto leonino a un’operazione di finanziamento societario. Il Tribunale ha rigettato le eccezioni del debitore, confermando la misura cautelare a fronte di un concreto rischio di insolvenza.

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Cessione di Azioni: Competenza Territoriale e Validità dei Patti Parasociali

La compravendita di partecipazioni societarie è un’operazione complessa che può generare controversie legali significative. Una recente ordinanza del Tribunale di Trieste, Sezione Specializzata in Materia di Impresa, offre spunti fondamentali su temi come la competenza del giudice e la validità dei patti di riacquisto, noti come opzioni ‘put’. Questo articolo analizza la decisione, che ruota attorno a una cessione di azioni e alla richiesta di un sequestro conservativo per garantire il pagamento del prezzo.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una promessa irrevocabile di acquisto di azioni di una società per azioni (s.p.a.). La parte venditrice, non avendo ricevuto il pagamento pattuito, ha richiesto e ottenuto un sequestro conservativo sui beni dell’acquirente per un valore di quasi 4 milioni di euro. L’acquirente ha contestato il provvedimento (proponendo reclamo), sollevando diverse eccezioni sulla competenza del Tribunale e sulla validità stessa del contratto di compravendita.

Le Eccezioni del Reclamante

La difesa dell’acquirente si fondava principalmente su tre pilastri:
1. Incompetenza del Tribunale: Sosteneva che il Tribunale di Trieste non fosse competente né per materia né per territorio. In particolare, affermava che la causa dovesse essere radicata presso il domicilio del debitore, trattandosi di un debito per una somma ‘illiquida’.
2. Nullità del Contratto per Violazione del Divieto di Patto Leonino: L’accordo, prevedendo un meccanismo di riacquisto garantito, avrebbe di fatto escluso l’acquirente dal rischio d’impresa, configurando un patto leonino, vietato dalla legge.
3. Nullità per Condizione Meramente Potestativa: L’efficacia dell’accordo era, a suo dire, subordinata alla mera volontà della parte venditrice.

La Decisione del Tribunale sulla cessione di azioni

Il Tribunale di Trieste ha rigettato integralmente il reclamo, confermando il sequestro conservativo. Vediamo nel dettaglio le motivazioni che hanno guidato i giudici.

Competenza per Materia e Territorio

Il Collegio ha innanzitutto affermato la propria competenza. Per la materia, ha chiarito che le controversie relative a contratti di trasferimento di partecipazioni sociali rientrano a pieno titolo nelle competenze delle Sezioni Specializzate in Materia di Impresa.

Per quanto riguarda il territorio, il Tribunale ha smontato la tesi della ‘somma illiquida’. Ha stabilito che il prezzo delle azioni, pur non essendo un importo fisso, era facilmente determinabile attraverso una semplice operazione aritmetica basata sul tasso Euribor, un dato oggettivo e pubblico. Un debito determinabile in questo modo è da considerarsi liquido. Di conseguenza, si applica l’art. 1498 c.c., secondo cui il pagamento deve avvenire nel luogo di consegna della cosa. Poiché la società venditrice aveva sede a Trieste, si presume che lì fossero detenuti e dovessero essere consegnati i titoli azionari, rendendo Trieste il foro competente.

Analisi del Fumus Boni Iuris: il Patto Leonino

Il Tribunale ha ritenuto infondata anche l’eccezione di nullità per violazione del divieto di patto leonino. La corte ha analizzato la ‘causa concreta’ dell’operazione, evidenziando che il suo scopo non era una semplice compravendita, ma un più complesso meccanismo di finanziamento a un’impresa, volto a promuovere lo sviluppo economico e occupazionale del territorio con fondi prevalentemente pubblici.

In questo contesto, la garanzia di riacquisto (opzione put) non serviva a esonerare una parte dal rischio, ma a strutturare l’investimento. Citando consolidata giurisprudenza della Corte di Cassazione, il Tribunale ha ribadito che tali accordi sono leciti e meritevoli di tutela quando inseriti in operazioni finanziarie complesse e non alterano la causa del contratto di società.

Il Periculum in Mora: Rischio di Insolvenza

Infine, il Tribunale ha confermato la sussistenza del periculum in mora, ovvero il rischio concreto che il debitore potesse disperdere il proprio patrimonio. Il valore dei beni immobili dell’acquirente, basato peraltro su stime poco attendibili, era a malapena sufficiente a coprire il debito, ed era in gran parte già gravato da un’ipoteca milionaria. Inoltre, la recente vendita di beni di valore da parte del debitore e la sua esposizione debitoria per altre ragioni hanno convinto i giudici della necessità di mantenere il vincolo del sequestro a tutela del credito.

Le Motivazioni

Le motivazioni del Tribunale si basano su un’interpretazione pragmatica e orientata alla sostanza economica delle operazioni. Sulla competenza, la corte ha privilegiato il criterio della facile determinabilità del credito, rendendolo ‘liquido’ ai fini procedurali. Sul merito, ha guardato oltre la lettera del contratto per comprendere lo scopo economico dell’intera operazione, concludendo che la garanzia di riacquisto non violava il divieto di patto leonino perché funzionale a un legittimo obiettivo di finanziamento aziendale. La decisione sul periculum dimostra un’attenta valutazione della situazione patrimoniale del debitore, ritenendo giustificata la misura cautelare per prevenire atti di dissipazione.

Conclusioni

Questa ordinanza offre importanti chiarimenti per chi opera nel campo della cessione di azioni e della finanza societaria. In primo luogo, stabilisce che un prezzo legato a un indice pubblico come l’Euribor è da considerarsi ‘liquido’, con importanti conseguenze sulla determinazione del foro competente. In secondo luogo, conferma l’orientamento della giurisprudenza che tende a salvare la validità dei patti di riacquisto (opzioni put) quando questi sono parte di operazioni finanziarie complesse e non mirano unicamente a escludere un socio dal rischio d’impresa. Si tratta di un precedente che rafforza la certezza del diritto nelle strutturazioni di investimenti societari.

Quando un credito per il pagamento di azioni è considerato ‘liquido’ ai fini della competenza territoriale?
Un credito è considerato liquido quando il suo ammontare, anche se non espresso in una cifra fissa, può essere determinato tramite una semplice operazione aritmetica basata su elementi oggettivi e pubblici, come il tasso interbancario Euribor. In tal caso, il debito non è ‘illiquido’.

Un accordo che garantisce a un socio il riacquisto della sua partecipazione a un prezzo predeterminato viola il divieto di patto leonino?
Secondo questa ordinanza, no. Se l’accordo è inserito in una complessa operazione economica e giuridica con lo scopo di finanziare la società (e non solo di escludere un socio dai rischi), esso è considerato lecito e meritevole di tutela, in linea con la giurisprudenza della Corte di Cassazione.

Dove deve essere pagato il prezzo per la cessione di azioni se il contratto non specifica nulla?
In assenza di accordi specifici, il prezzo deve essere pagato nel luogo di consegna delle azioni (art. 1498 c.c.). Se la parte venditrice ha una sede legale nota e si presume che i titoli azionari si trovino lì, quello è il luogo designato sia per la consegna che per il pagamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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