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Cessione del credito volo: quando è valida?

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce indirettamente i contorni della cessione del credito volo per indennizzi da ritardo aereo. Il caso, originato dalla richiesta di una società di recupero crediti nei confronti di una compagnia aerea, si è concluso con l’estinzione del giudizio per rinuncia al ricorso. Tuttavia, il provvedimento riporta la decisiva motivazione della corte d’appello, la quale aveva stabilito che la cessione del credito non costituisce attività di finanziamento illecita se il passeggero viene pagato solo dopo l’effettiva riscossione del credito dalla compagnia aerea, rendendo così l’operazione legittima.

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Cessione del Credito Volo: Legittima se il Pagamento al Passeggero è Condizionato

La pratica della cessione del credito volo a società specializzate nel recupero degli indennizzi è sempre più diffusa tra i passeggeri che subiscono disservizi aerei. Un’ordinanza della Corte di Cassazione, pur dichiarando estinto il giudizio, offre importanti spunti di riflessione sulla legittimità di tali operazioni, riportando i principi affermati dal giudice d’appello. Analizziamo la vicenda per comprendere quando questa pratica è considerata valida e non un’attività di finanziamento abusiva.

I Fatti di Causa

Una società specializzata nel recupero crediti per disservizi aerei aveva citato in giudizio una compagnia aerea per ottenere il pagamento dell’indennizzo previsto dal Regolamento CE n. 261/2004. L’indennizzo era dovuto per un ritardo di quattro ore subito da un passeggero, il quale aveva ceduto il proprio diritto di credito alla società attrice.

Il percorso legale è stato complesso:
1. Primo Grado: Il Giudice di Pace aveva rigettato la domanda, sostenendo che l’attività della società di recupero crediti fosse, di fatto, un’attività di concessione di finanziamenti al pubblico. Poiché tale attività è riservata per legge a intermediari finanziari iscritti in un apposito albo e la società non possedeva tale requisito, la cessione del credito veniva considerata nulla.
2. Secondo Grado: Il Tribunale, in sede di appello, aveva completamente ribaltato la decisione. Secondo il giudice di secondo grado, l’operazione non poteva essere qualificata come un finanziamento.

La compagnia aerea, soccombente in appello, ha quindi proposto ricorso per Cassazione.

La Cessione del Credito Volo non è un Finanziamento

Il punto nevralgico della controversia, come chiarito dal Tribunale d’appello, risiede nella natura del contratto tra il passeggero e la società di recupero. Il Tribunale ha osservato che per aversi un finanziamento è necessaria un’anticipazione di mezzi finanziari a fronte di un obbligo di restituzione, solitamente maggiorato di un costo.

Nel caso specifico, invece, il contratto prevedeva espressamente che il passeggero (cedente) avrebbe ricevuto il denaro, in misura decurtata (ossia al netto della commissione per la società), solo e soltanto se la società di recupero (cessionaria) fosse riuscita a ottenere il pagamento dalla compagnia aerea. In caso di insuccesso, nessun compenso sarebbe stato dovuto al passeggero.

Questa modalità contrattuale configura una cessione del credito in cui il rischio dell’insolvenza del debitore (la compagnia aerea) rimane, di fatto, a carico del creditore originario, poiché il suo pagamento è subordinato alla riscossione. Non essendoci alcuna anticipazione di denaro, viene a mancare il presupposto fondamentale per qualificare l’operazione come finanziamento ai sensi del Testo Unico Bancario.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione non è entrata nel merito della questione giuridica. Il suo intervento si è limitato a prendere atto della situazione processuale. La parte ricorrente, ovvero la compagnia aerea, ha formalmente rinunciato al ricorso, e tale rinuncia è stata accettata dalla controparte, la società di recupero crediti. Le parti hanno inoltre raggiunto un accordo per la compensazione delle spese legali.

Di conseguenza, la Corte ha applicato il principio secondo cui la rinuncia al ricorso, seguita dall’accettazione, porta all’estinzione del giudizio di legittimità. In questi casi, la Corte non emette una pronuncia sul fondo della disputa, ma si limita a chiudere formalmente il procedimento. Sebbene non sia stata emessa una sentenza che crei un precedente vincolante, l’ordinanza, riportando l’iter logico-giuridico della corte d’appello, fornisce un orientamento prezioso sulla materia.

Le conclusioni

La vicenda, seppur conclusa con una declaratoria di estinzione, lascia un’eredità interpretativa importante. La decisione del Tribunale, riportata nell’ordinanza della Cassazione, chiarisce un punto fondamentale per il settore del recupero crediti da disservizi aerei: la cessione del credito volo è un’operazione legittima e non rientra nell’attività di finanziamento riservata agli intermediari autorizzati, a condizione che il pagamento al passeggero sia posticipato e condizionato all’effettiva riscossione delle somme dalla compagnia aerea. Questo principio tutela sia i passeggeri, che possono avvalersi di servizi specializzati per far valere i propri diritti, sia le società che operano nel settore, fornendo un chiaro discrimine tra la lecita gestione del credito e l’abusiva attività finanziaria.

La cessione del credito per un ritardo aereo a una società di recupero è sempre legale?
Secondo la decisione del giudice d’appello riportata nell’ordinanza, la cessione è da considerarsi legittima quando non configura un’operazione di finanziamento. La legalità dipende quindi dalla struttura specifica del contratto tra passeggero e società.

Perché in primo grado la cessione del credito era stata ritenuta nulla?
Il Giudice di Pace aveva qualificato l’attività della società di recupero come una forma di concessione di finanziamenti al pubblico. Poiché la società non era un intermediario finanziario autorizzato e iscritto all’albo tenuto dalla Banca d’Italia, come richiesto dall’art. 106 del Testo Unico Bancario, il giudice aveva dichiarato nullo il contratto di cessione.

Qual è l’elemento chiave che distingue la cessione lecita da un finanziamento illecito in questo contesto?
L’elemento cruciale, evidenziato dal Tribunale, è la modalità di pagamento al passeggero. Se il passeggero riceve il denaro solo dopo che la società di recupero ha effettivamente incassato l’indennizzo dalla compagnia aerea, non si tratta di un finanziamento, perché non c’è alcuna anticipazione di capitale. Il pagamento è quindi condizionato al successo dell’azione di recupero.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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