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Cessione del credito: quando è inefficace senza ok

Una società, cessionaria di crediti per interessi moratori, ha citato in giudizio un ente debitore per ottenerne il pagamento. Il Tribunale ha rigettato la domanda, stabilendo l’inefficacia della cessione del credito. La motivazione si fonda su una clausola del contratto originale che subordinava l’efficacia di qualsiasi cessione all’accettazione espressa da parte dell’ente debitore. Poiché la società attrice non ha fornito la prova di tale accettazione, la cessione è stata ritenuta non opponibile al debitore.

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Cessione del Credito e Pubblica Amministrazione: Senza Accettazione Espressa, è Inefficace

La cessione del credito è uno strumento fondamentale nel mondo commerciale, che permette alle aziende di ottenere liquidità immediata trasferendo i propri crediti a terzi. Tuttavia, cosa succede se il contratto originale che ha generato il credito contiene clausole specifiche che ne limitano la trasferibilità? Una recente sentenza del Tribunale di Pescara chiarisce un punto cruciale: se il contratto richiede l’accettazione espressa del debitore, la cessione effettuata senza tale consenso è inefficace nei suoi confronti.

Il Caso: Interessi Moratori e una Cessione del Credito Contestata

I fatti di causa sono apparentemente semplici. Una società erogatrice di prestazioni assistenziali specialistiche, avendo ricevuto pagamenti in ritardo da un ente pubblico territoriale per gli anni 2019, 2020 e 2021, matura un credito per interessi moratori, quantificato in oltre 31.000 euro.

Successivamente, la società erogatrice cede questo credito a un’altra società. Quest’ultima, in qualità di nuova creditrice (cessionaria), cita in giudizio l’ente pubblico (debitore ceduto) per ottenere il pagamento degli interessi.

L’ente pubblico, costituendosi in giudizio, si difende eccependo l’inefficacia della cessione del credito nei suoi confronti. Il motivo? I contratti originali per l’erogazione delle prestazioni, stipulati tra l’ente stesso, la Regione e la società erogatrice, contenevano una clausola specifica che subordinava l’efficacia di qualsiasi cessione a una condizione ben precisa.

La Clausola Contrattuale sulla Cessione del Credito: Un Ostacolo Insormontabile

Il Tribunale ha rigettato la domanda della società cessionaria, ritenendola infondata. La decisione ruota interamente attorno all’interpretazione delle clausole contrattuali che regolavano la cessione del credito.

I contratti in questione, infatti, stabilivano chiaramente che: ‘L’efficacia della cessione è condizionata all’accettazione espressa, nel termine di trenta giorni dalla avvenuta ricezione… da parte della [ente debitore] e della Regione’.

Questa disposizione contrattuale crea un patto di incedibilità relativa del credito, rendendo la sua cessione opponibile e quindi efficace verso il debitore solo dopo una sua esplicita manifestazione di consenso.

Le Motivazioni della Sentenza

Il giudice ha basato la propria decisione su un ragionamento logico e giuridicamente ineccepibile. La società cessionaria, nel momento in cui ha avviato la causa, ha prodotto in giudizio i contratti da cui scaturiva il credito. Così facendo, ha inequivocabilmente dimostrato di essere a conoscenza del loro contenuto e, di conseguenza, della clausola che richiedeva l’accettazione espressa del debitore.

Nonostante ciò, la stessa società non è stata in grado di fornire alcuna prova che tale accettazione fosse mai avvenuta. In assenza di questa prova fondamentale, il Tribunale non ha potuto far altro che dichiarare l’inefficacia della cessione nei confronti dell’ente convenuto.

In sostanza, il giudice ha affermato un principio cardine: il debitore ceduto può opporre al nuovo creditore (cessionario) tutte le eccezioni che avrebbe potuto opporre al creditore originario (cedente). Tra queste eccezioni rientra a pieno titolo il patto contrattuale che subordina l’efficacia della cessione al proprio consenso. Di conseguenza, la domanda di pagamento degli interessi di mora è stata respinta perché proveniente da un soggetto non legittimato a richiederla, data l’inefficacia del suo titolo.

Conclusioni: L’Importanza di Analizzare i Contratti Prima della Cessione del Credito

La sentenza offre una lezione pratica di grande valore per tutte le imprese che operano con la cessione dei crediti, specialmente quando la controparte è un ente pubblico. Prima di acquistare un credito, è indispensabile condurre una due diligence approfondita sul contratto originario.

Ignorare clausole che limitano o condizionano la cedibilità del credito può trasformare un’operazione apparentemente vantaggiosa in una perdita di tempo e risorse. La decisione del Tribunale di Pescara ribadisce che i patti contrattuali hanno forza di legge tra le parti e che il cessionario, subentrando nel rapporto, non può ignorarli. L’onere di provare l’efficacia del proprio titolo, inclusa l’avverarsi di condizioni come l’accettazione del debitore, spetta sempre a chi agisce in giudizio per far valere il credito.

Una società che acquista un credito può sempre chiederne il pagamento al debitore?
No. Se il contratto originale da cui nasce il credito prevede che la cessione sia inefficace senza l’accettazione espressa del debitore, il nuovo creditore (cessionario) non può pretendere il pagamento se non dimostra che tale accettazione è avvenuta.

La clausola che condiziona la cessione del credito all’accettazione del debitore è valida?
Sì. La sentenza conferma che le parti di un contratto possono legittimamente accordarsi per rendere l’efficacia di una futura cessione del credito condizionata all’accettazione esplicita da parte del debitore.

Chi deve provare che l’accettazione della cessione è avvenuta?
L’onere della prova ricade sulla società che ha acquistato il credito (il cessionario). È quest’ultima che, agendo in giudizio, deve dimostrare di avere un titolo valido ed efficace nei confronti del debitore, inclusa la prova dell’avvenuta accettazione se richiesta dal contratto originario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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