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Cessione del credito del passeggero: è valida?

Una compagnia aerea ha contestato la validità di un contratto di cessione del credito stipulato da due passeggeri con una società specializzata per ottenere la compensazione per un volo cancellato. La compagnia sosteneva che l’accordo fosse un mandato nullo o un’attività finanziaria non autorizzata. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, qualificando il contratto come una legittima compravendita di credito. La Corte ha stabilito che non si tratta di un’attività finanziaria, poiché il pagamento al passeggero è condizionato al successo del recupero del credito, escludendo così la causa di finanziamento. Questa ordinanza rafforza la legittimità della prassi della cessione del credito del passeggero.

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Cessione del Credito del Passeggero: La Cassazione Conferma la Piena Validità

Quante volte un passeggero, a fronte di un volo cancellato, si è trovato a dover affrontare complesse procedure per ottenere il giusto indennizzo? In questo contesto, sono nate società specializzate che offrono un servizio semplice: il passeggero cede il suo diritto al risarcimento e la società si occupa di tutto. Ma questa pratica è legittima? Con la recente Ordinanza n. 7635/2024, la Corte di Cassazione ha messo un punto fermo sulla validità della cessione del credito del passeggero, respingendo le argomentazioni di una compagnia aerea e consolidando uno strumento fondamentale per la tutela dei consumatori.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla cancellazione di un volo. Due passeggeri, titolari del diritto alla compensazione pecuniaria prevista dal Regolamento CE 261/2004, decidevano di cedere il loro credito a una società specializzata nel recupero di tali indennizzi. La società, diventata nuova titolare del credito, agiva in giudizio contro la compagnia aerea per ottenere il pagamento di 1.200 euro.

Le Obiezioni della Compagnia Aerea

La compagnia aerea si è opposta fermamente alla richiesta, sollevando diverse eccezioni per contestare la validità del contratto di cessione. In sintesi, i principali argomenti del vettore aereo erano:
1. Natura del contratto: L’accordo non era una vera cessione del credito, ma un mandato all’incasso dissimulato. Di conseguenza, la società non avrebbe avuto la legittimazione ad causam, cioè il diritto di agire in nome proprio.
2. Violazione delle norme bancarie: L’attività svolta dalla società cessionaria configurerebbe un’attività di concessione di finanziamenti al pubblico, riservata per legge (art. 106 Testo Unico Bancario) agli intermediari finanziari iscritti in appositi albi. Essendo la società priva di tale autorizzazione, il contratto sarebbe nullo.
3. Indeterminatezza del prezzo: Il corrispettivo della cessione non era chiaramente determinato, rendendo nullo il contratto per mancanza di un elemento essenziale.

La Decisione della Corte sulla cessione del credito del passeggero

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili tutti i motivi di ricorso presentati dalla compagnia aerea, confermando integralmente la decisione della corte d’appello. I giudici hanno stabilito che il contratto stipulato tra i passeggeri e la società è una legittima compravendita di credito e non viola alcuna norma imperativa.

Le Motivazioni

La Corte ha smontato punto per punto le tesi della compagnia aerea con argomentazioni chiare e precise.

1. Qualificazione del Contratto: Compravendita, non Mandato

La distinzione cruciale risiede nel trasferimento della titolarità del diritto. Nel mandato all’incasso, il mandatario agisce per conto del creditore originario. Nella cessione, invece, il cessionario acquista il credito e agisce in nome e per interesse proprio. La Corte ha ritenuto che il contratto in esame realizzasse un effettivo trasferimento del diritto, qualificandosi quindi come una compravendita di credito.

2. Nessuna Attività Finanziaria Abusiva

Questo è il punto centrale della decisione. La Corte ha chiarito che l’operazione non integra un’attività di finanziamento. La causa tipica del finanziamento consiste nell’erogazione di una somma di denaro o di un’altra utilità che dovrà essere successivamente restituita. Nel caso analizzato, il contratto prevedeva che il passeggero (cedente) avrebbe ricevuto il corrispettivo della cessione solo dopo che la società (cessionaria) avesse incassato con successo l’indennizzo dalla compagnia aerea. Non vi è alcuna anticipazione di denaro da parte della società, né alcun obbligo di restituzione da parte del passeggero in caso di insuccesso. Manca quindi l’elemento essenziale della causa di finanziamento, rendendo inapplicabile la disciplina del Testo Unico Bancario.

3. Il Prezzo è Determinabile

Anche l’obiezione sulla mancanza di un prezzo definito è stata respinta. Il contratto, infatti, rinviava a un “Listino Prezzi” e a “Termini e condizioni” pubblicati sul sito della società cessionaria. Secondo la Corte, questo rinvio per relationem a documenti esterni è sufficiente a rendere il prezzo, se non determinato, quantomeno determinabile, soddisfacendo così i requisiti di legge (art. 1346 c.c.).

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, consolida la legittimità del modello di business delle società che assistono i passeggeri aerei, offrendo loro una via rapida e senza rischi per monetizzare i propri diritti. I passeggeri possono così evitare le lungaggini e i costi di un’azione legale diretta contro le compagnie aeree.
In secondo luogo, stabilisce un principio chiaro: la cessione del credito del passeggero, quando strutturata in modo che il pagamento sia subordinato all’effettivo incasso, non è un’attività finanziaria e non richiede autorizzazioni speciali. Questo chiude la porta a uno degli argomenti più comuni utilizzati dai vettori aerei per eludere i propri obblighi. In definitiva, si tratta di una vittoria per la tutela dei consumatori nel settore del trasporto aereo.

È legale cedere il proprio diritto al risarcimento per volo cancellato a una società specializzata?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la cessione del credito del passeggero a una società terza è un’operazione legittima, qualificandola come una normale compravendita di un diritto di credito.

La cessione del credito a una società di recupero costituisce un’attività finanziaria che richiede autorizzazioni speciali?
No. La Corte ha chiarito che non si tratta di un’attività di finanziamento, in quanto la società non anticipa alcuna somma di denaro al passeggero. Il pagamento del corrispettivo avviene solo se e quando la società riesce a incassare l’indennizzo dalla compagnia aerea, escludendo così la causa di finanziamento e la necessità di autorizzazioni bancarie.

Un contratto di cessione del credito è valido se il prezzo da pagare al passeggero non è un importo fisso ma dipende dal successo della riscossione?
Sì, è valido. La Corte ha ritenuto che il prezzo, anche se non determinato in un importo fisso al momento della firma, è comunque ‘determinabile’ attraverso il rinvio a listini e termini e condizioni esterni al contratto (ad esempio, pubblicati sul sito della società), il che è sufficiente per la validità dell’accordo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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