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Cessione d’azienda bancaria: rapporti estinti

Una cliente aveva citato in giudizio un istituto di credito per presunte irregolarità su un conto corrente, già chiuso al momento dell’azione legale. Successivamente, l’istituto è stato posto in liquidazione e una parte dell’azienda è stata acquisita da un’altra banca. La Corte di Cassazione ha stabilito che, in una cessione d’azienda bancaria, l’acquirente non subentra automaticamente nelle controversie legali relative a rapporti contrattuali già terminati alla data della cessione. La mera pendenza di una lite non è sufficiente a trasferire la responsabilità, che dipende invece dal perimetro definito nel contratto di cessione.

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Cessione d’azienda bancaria e liti pendenti: la Cassazione chiarisce i limiti

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nella cessione d’azienda bancaria: la sorte delle controversie legali relative a rapporti contrattuali già conclusi al momento del trasferimento. La decisione stabilisce un principio fondamentale: la banca acquirente non è automaticamente responsabile per queste liti, a meno che non sia esplicitamente previsto nel contratto di cessione. La sola pendenza del giudizio non basta a trasferire il debito potenziale.

I fatti del caso

Una correntista aveva avviato una causa nel 2015 contro il proprio istituto di credito, contestando la legittimità di diverse condizioni applicate al suo conto corrente, chiuso ad agosto dello stesso anno. Le contestazioni riguardavano interessi ultralegali, capitalizzazione trimestrale, commissioni e natura usuraria dei tassi.

Durante il processo, la banca convenuta è stata posta in Liquidazione Coatta Amministrativa. Successivamente, un’altra grande banca ha acquisito un ramo d’azienda della banca in liquidazione. La correntista ha quindi chiamato in causa la banca acquirente, ritenendola successore nel rapporto controverso.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione alla correntista, affermando che la banca acquirente era subentrata nella lite, poiché questa era pendente al momento della cessione, anche se il rapporto di conto corrente era già estinto.

Il perimetro della cessione d’azienda bancaria secondo la Cassazione

La banca acquirente ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, sostenendo che i rapporti estinti, sebbene oggetto di contenzioso, erano stati espressamente esclusi dal perimetro della cessione. Secondo la ricorrente, la successione nei contenziosi era limitata solo a quelli inerenti a rapporti ancora in essere e funzionali all’esercizio dell’impresa bancaria trasferita.

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ribaltando la decisione dei giudici di merito e fornendo un’interpretazione chiara della normativa speciale (D.L. n. 99/2017) e del contratto di cessione.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha chiarito che il criterio per determinare il trasferimento di una passività o di un contenzioso in una cessione d’azienda bancaria non è la mera pendenza della lite, ma il contenuto del contratto di cessione e la funzionalità del rapporto sottostante all’attività d’impresa ceduta. I giudici hanno specificato che il contratto di cessione, stipulato tra i commissari liquidatori e la banca acquirente, intrecciandosi con la normativa, definisce il perimetro di ciò che viene trasferito. In questo caso, il contratto prevedeva che per includere una passività, come un debito derivante da un contenzioso, non era sufficiente il solo dato temporale della pendenza della lite. Era necessario che si trattasse di debiti “che derivano da rapporti inerenti e funzionali all’esercizio dell’impresa bancaria”.

Un rapporto di conto corrente già estinto alla data della cessione non può essere considerato funzionale all’esercizio futuro dell’impresa da parte dell’acquirente. Di conseguenza, il relativo contenzioso rientra nella categoria del “Contenzioso escluso” previsto dall’accordo di cessione. Questa interpretazione è stata ulteriormente rafforzata da un successivo “Accordo Ricognitivo” tra le parti, che escludeva esplicitamente i rapporti estinti.

Le conclusioni

La Corte ha concluso che i giudici di merito hanno errato nel ritenere sufficiente la pendenza della lite per affermare la successione della banca acquirente nel debito. Hanno invece omesso di valutare il criterio decisivo della funzionalità del rapporto, come delineato dal contratto di cessione. La sentenza impugnata è stata quindi cassata, e la causa rinviata alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare il caso attenendosi al principio secondo cui, per stabilire se un contenzioso è stato trasferito, è necessario verificare che il rapporto sottostante non fosse estinto e fosse funzionale all’attività d’impresa ceduta, secondo quanto stabilito dalle parti nell’atto di cessione.

Nella cessione d’azienda bancaria, la banca acquirente subentra automaticamente in tutte le liti pendenti della banca ceduta?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il subentro non è automatico. È necessario verificare il perimetro stabilito nel contratto di cessione e se il rapporto giuridico oggetto della lite era ancora in essere e funzionale all’esercizio dell’impresa ceduta al momento del trasferimento.

Un rapporto di conto corrente chiuso prima della cessione d’azienda può essere trasferito alla banca acquirente?
Di norma, no. La Corte ha stabilito che i contenziosi relativi a rapporti già estinti alla data della cessione sono esclusi dal trasferimento, in quanto non considerati “funzionali” all’esercizio dell’impresa da parte dell’acquirente, a meno che il contratto di cessione non preveda diversamente.

Qual è il criterio decisivo per stabilire se un contenzioso è trasferito con la cessione d’azienda bancaria?
Il criterio decisivo è duplice: in primo luogo, il contenuto del contratto di cessione, che definisce quali attività e passività sono incluse; in secondo luogo, la funzionalità del rapporto sottostante all’esercizio dell’impresa bancaria dell’acquirente. La sola pendenza della lite al momento della cessione non è un criterio sufficiente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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