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Cessione d’azienda bancaria: chi paga i debiti?

Con l’ordinanza n. 22732/2025, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale in materia di cessione d’azienda bancaria. La Corte ha chiarito che la banca acquirente non è responsabile per i debiti derivanti da rapporti contrattuali (come un conto corrente) che erano già stati chiusi prima della data della cessione, anche se all’epoca era in corso una causa legale. La mera pendenza di una lite non è sufficiente a trasferire la passività. Di conseguenza, la legittimazione passiva per tali debiti rimane in capo alla banca originaria in liquidazione. La sentenza impugnata, che aveva condannato la banca acquirente, è stata annullata con rinvio.

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Cessione d’Azienda Bancaria e Debiti: Chi Paga per i Rapporti Estinti?

La recente ordinanza della Corte di Cassazione n. 22732/2025 affronta un tema cruciale nelle operazioni di cessione d’azienda bancaria: la sorte dei debiti relativi a rapporti contrattuali già conclusi prima del trasferimento. La Suprema Corte ha stabilito che la banca cessionaria non subentra nelle passività legate a conti correnti o altri rapporti già estinti, anche se al momento della cessione era pendente una causa. Questo principio ridisegna i confini della responsabilità nell’ambito delle crisi bancarie e delle successive operazioni di salvataggio.

I Fatti del Caso: Una Controversia su un Conto Corrente Estinto

La vicenda trae origine da un’azione legale avviata nel 2016 da una società cliente contro un istituto di credito. La società lamentava l’applicazione di interessi usurari e commissioni illegittime su un rapporto di conto corrente intrattenuto dal 2000 e chiuso nell’aprile del 2016.

Nelle more del giudizio, la banca originaria veniva posta in liquidazione coatta amministrativa. Successivamente, nel giugno 2017, in attuazione di un decreto legge volto al salvataggio dell’istituto, un ramo d’azienda della banca in liquidazione veniva ceduto a un grande gruppo bancario nazionale (la ‘Banca Cessionaria’).

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano ritenuto che la Banca Cessionaria fosse subentrata nella posizione debitoria della banca originaria, condannandola al pagamento delle somme richieste dalla società cliente. La motivazione di fondo era che, al momento della cessione, la lite era già pendente, e ciò sarebbe stato sufficiente a includere la relativa passività nel perimetro della cessione.

La Cessione d’Azienda Bancaria e i Debiti: la Posizione della Cassazione

Investita della questione, la Corte di Cassazione ha ribaltato completamente la decisione dei giudici di merito. I giudici supremi hanno accolto il ricorso della Banca Cessionaria, affermando la sua carenza di legittimazione passiva.

La Corte ha fondato la sua decisione su un’attenta interpretazione combinata della normativa speciale (il D.L. 99/2017) e del contratto di cessione stipulato tra le parti.

Le Motivazioni della Decisione

Il punto centrale del ragionamento della Cassazione risiede nella distinzione tra la pendenza di una lite e l’esistenza del rapporto sottostante. Secondo la Corte, il contratto di cessione e un successivo accordo ricognitivo del 2018 escludevano esplicitamente dal trasferimento le passività relative a rapporti già estinti alla data della cessione.

Il fatto che una causa fosse già iniziata non è stato ritenuto un criterio sufficiente per trasferire il debito. La logica è che la cessione mirava a trasferire un complesso aziendale funzionante e operativo. I rapporti già estinti, come il conto corrente chiuso nel 2016, non avevano più alcuna funzionalità rispetto all’attività bancaria che la Banca Cessionaria era chiamata a proseguire. Pertanto, le passività ad essi collegate non potevano considerarsi ‘inerenti e funzionali all’esercizio dell’impresa’ trasferita.

La Corte ha sottolineato che la volontà delle parti, come espressa nel contratto di cessione, era quella di trasferire solo i rapporti ancora in essere, escludendo le controversie e i debiti legati a situazioni ormai concluse. Queste ultime, quindi, devono rimanere a carico della procedura di liquidazione della banca originaria.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza fornisce un’importante chiave di lettura per tutte le operazioni di cessione d’azienda bancaria derivanti da situazioni di crisi. Il principio affermato è chiaro: la banca acquirente non è un successore universale che eredita indiscriminatamente tutte le passività, pregresse e future. Il perimetro delle responsabilità è definito dal contratto di cessione, che può legittimamente escludere i debiti derivanti da rapporti contrattuali non più esistenti al momento del trasferimento.

Per i clienti e le imprese che hanno avuto controversie con banche poi poste in liquidazione, ciò significa che l’interlocutore per i rapporti estinti non è la nuova banca acquirente, ma la procedura di liquidazione coatta amministrativa della banca originaria. La sentenza, cassando con rinvio la decisione d’appello, impone ora ai giudici di riesaminare il caso applicando questo fondamentale principio di diritto.

Nella cessione d’azienda bancaria, la banca acquirente risponde sempre dei debiti della banca cedente?
No, non sempre. La Corte di Cassazione ha chiarito che il perimetro delle passività trasferite è definito dal contratto di cessione, il quale può escludere determinate categorie di debiti, come quelli relativi a rapporti contrattuali già estinti al momento dell’operazione.

Se un cliente aveva una causa in corso contro la banca originaria, la banca acquirente subentra automaticamente nel processo per i rapporti estinti?
No, non automaticamente per i rapporti già estinti. La sentenza specifica che la sola pendenza di una lite non è un criterio sufficiente a trasferire la passività. Se il rapporto sottostante (es. un conto corrente) era già stato chiuso prima della cessione, la passività e il relativo contenzioso non vengono trasferiti all’acquirente e restano in capo alla procedura di liquidazione della banca originaria.

Qual è il criterio decisivo per stabilire se un debito viene trasferito alla banca acquirente?
Il criterio decisivo non è la pendenza della lite, ma la natura del rapporto da cui scaturisce il debito. Secondo la Corte, devono essere trasferiti solo i debiti derivanti da rapporti ‘inerenti e funzionali all’esercizio dell’impresa bancaria’ della banca acquirente. I rapporti già estinti al momento della cessione non possiedono tale funzionalità e, pertanto, le relative passività sono escluse dal trasferimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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