LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Cessione crediti in blocco: prova e oneri del cessionario

In un caso di azione revocatoria, un credito viene trasferito a una società veicolo tramite una cessione crediti in blocco. La Corte di Cassazione stabilisce che la mera pubblicazione dell’avviso di cessione in Gazzetta Ufficiale non è sufficiente a provare la titolarità del credito se il debitore la contesta. Il cessionario ha l’onere di fornire prova documentale che lo specifico credito rientri nell’operazione di cessione per poter agire in giudizio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Cessione Crediti in Blocco: La Prova della Titolarità non si Ferma alla Gazzetta Ufficiale

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione interviene su un tema cruciale per il contenzioso bancario: la cessione crediti in blocco. La decisione chiarisce che la sola pubblicazione dell’avvenuta cessione sulla Gazzetta Ufficiale non è sufficiente a dimostrare la titolarità del credito da parte del cessionario, specialmente quando il debitore solleva specifiche contestazioni. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi affermati dai giudici.

Il Contesto: Azione Revocatoria e Cessione del Credito

La vicenda ha origine da un’azione revocatoria avviata da un istituto di credito contro due ex coniugi. L’azione mirava a rendere inefficace un atto di trasferimento immobiliare tra i due, avvenuto in adempimento degli obblighi presi in sede di separazione personale. Secondo la banca, tale atto pregiudicava le sue garanzie, poiché uno dei coniugi era suo debitore in qualità di fideiussore per una società cooperativa.

In primo grado, il Tribunale rigettava la domanda della banca, ritenendo non provata l’esistenza del credito al momento della separazione. Durante il giudizio d’appello, accadeva un fatto determinante: l’istituto di credito originario cedeva un pacchetto di crediti deteriorati a una società veicolo (SPV) attraverso un’operazione di cessione crediti in blocco, ai sensi dell’art. 58 del Testo Unico Bancario. La Corte d’Appello, riformando la prima sentenza, accoglieva il gravame e dichiarava inefficace il trasferimento immobiliare, sia nei confronti della banca originaria che della nuova società cessionaria.

La Questione Giuridica: La Prova nella Cessione Crediti in Blocco

L’ex coniuge, destinataria dell’immobile, ricorreva in Cassazione. Il motivo principale del ricorso era l’inammissibilità dell’appello proposto dalla società cessionaria. Secondo la ricorrente, la SPV non aveva fornito una prova adeguata della propria legitimatio ad causam, ovvero della sua effettiva titolarità a procedere in giudizio per quel credito specifico. La società si era limitata a produrre l’avviso di cessione pubblicato in Gazzetta Ufficiale, senza però dimostrare che quel particolare credito rientrasse tra quelli oggetto dell’operazione di cessione crediti in blocco.

Le motivazioni della Suprema Corte sull’onere della prova

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendo fondata la censura sull’onere della prova. I giudici hanno ribadito un principio consolidato: sebbene la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, secondo l’art. 58 del Testo Unico Bancario, esoneri il cessionario dal notificare individualmente la cessione a ciascun debitore, essa non costituisce prova piena dell’esistenza della cessione stessa né, soprattutto, dell’inclusione di uno specifico credito nell’operazione.

La Corte ha specificato che quando un soggetto, che non era parte del giudizio precedente, interviene affermando di essere il successore nel diritto (in questo caso, il nuovo creditore), ha un duplice onere:

1. Allegare: Deve affermare e descrivere i fatti e le circostanze che fondano la sua successione nel diritto (es. il contratto di cessione).
2. Provare: Deve fornire la prova documentale di tali circostanze, soprattutto se la controparte solleva contestazioni specifiche.

Nel caso di specie, la società cessionaria si era limitata a richiamare la pubblicazione in Gazzetta, deducendo genericamente che ‘tra i crediti oggetto di cessione rientrano anche quelli di cui all’oggetto’, senza fornire alcun documento contrattuale che attestasse il trasferimento di quella specifica posizione debitoria. La Corte d’Appello ha errato nel non valutare questa carenza probatoria. Di conseguenza, l’impugnazione proposta dalla SPV avrebbe dovuto essere dichiarata inammissibile.

Le conclusioni: Implicazioni Pratiche per Debitori e Cessionari

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Per i debitori ceduti, rafforza il diritto di esigere una prova chiara e documentale della titolarità del credito da parte di chi si presenta come nuovo creditore. Una semplice contestazione motivata può obbligare la società cessionaria a produrre in giudizio il contratto di cessione o altri documenti idonei a dimostrare che quello specifico rapporto obbligatorio è stato effettivamente trasferito.

Per le società che acquistano crediti in blocco, l’ordinanza serve da monito: non è sufficiente fare affidamento esclusivo sulla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. È fondamentale essere preparati a fornire, in caso di contestazione, la prova documentale della propria legittimazione sostanziale per ogni singolo credito che si intende escutere. In assenza di tale prova, l’azione giudiziaria rischia di essere dichiarata inammissibile, con conseguente perdita di tempo e risorse.

In una cessione crediti in blocco, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è sufficiente per il nuovo creditore per agire in giudizio?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la pubblicazione esonera dalla notifica individuale ai debitori, ma non costituisce di per sé prova della titolarità del credito. Se il debitore contesta l’inclusione del suo debito nell’operazione, il cessionario deve fornire prova documentale specifica.

Quale onere probatorio grava sul cessionario che intende agire in giudizio?
Il cessionario che agisce in giudizio deve allegare e provare la sua ‘legitimatio ad causam’. Ciò significa che deve non solo affermare di essere il nuovo titolare del credito, ma anche dimostrarlo con documenti (come il contratto di cessione) che provino in modo specifico che il credito per cui agisce era compreso nel perimetro della cessione in blocco.

Cosa accade se il cessionario non fornisce la prova della titolarità del credito?
Se il cessionario non adempie al proprio onere probatorio a fronte di una contestazione del debitore, la sua azione o impugnazione può essere dichiarata inammissibile dal giudice per difetto di legittimazione ad agire.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati